Lunedì 12 novembre, dalle 18, Reggio Emilia scenderà in piazza per difendere democrazia e partecipazione. L'iniziativa è promossa dal Comitato Acqua Bene Comune,
dopo che la presidenza del consiglio comunale ha respinto due delle tre
mozioni d'iniziativa popolare in merito al futuro del servizio idrico
integrato nella città emiliana e della utility (Iren) partecipata dal Comune reggiano.
Supportate dalla firma di oltre 1.500 cittadini (come raccontiamo su "Altreconomia" di novembre),
avrebbero dovuto investire il consiglio comunale entro dicembre. Invece
sono state "bocciate" per questioni formali, come spiega il Comitato in
una lettera aperta ai consiglieri comunali e agli organi
d'informazione, con i quali convoca i cittadini davanti al municipio di
Reggio Emilia, per una "riunione generale".
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All’attenzione dei Consiglieri Comunali,
e per conoscenza a tutti gli organi di informazione
Le mozioni di iniziativa popolare depositate in Municipio lo scorso 5
ottobre dal Comitato Acqua Bene Comune sono state respinte dalla
presidente del Consiglio Comunale, Emanuela Caselli. Due delle tre
mozioni firmate da più di 1500 cittadini di Reggio Emilia non saranno
discusse in Sala del Tricolore.
La motivazione? Una questione formale, un giudizio sulla forma in cui
sono stati scritti i testi, che rende irricevibile la richiesta di una
discussione popolare sul tema dell’acqua. A dare questo parere, come
prevede il regolamento, è il Segretario Comunale, Domenico Rebuttato.
Le tre mozioni su cui si abbiamo raccolto le firme da inizio settembre
riguardano la gestione del servizio idrico a Reggio Emilia. Dall’anno
scorso infatti è scaduto l’affidamento del ramo idrico della nostra
città a IREN spa. Si tratta dunque di prendere una decisione sul futuro
dell’acqua. Una decisione che non può prescindere il coinvolgimento dei
cittadini.
Partendo dal risultato referendario del 2011, in cui Reggio ha fatto la
parte del leone in termini di votanti, i cittadini chiedono che l’acqua
venga riconosciuta come bene comune privo di rilevanza economica, che
venga creata un’azienda speciale interamente pubblica per la gestione
dell’acqua a Reggio Emilia e che si fermi ogni ipotesi di ulteriore
fusione con altre multiutilities (il caso grande multiutility del Nord).
Queste ultime due richieste sono esattamente il contenuto dei due testi
respinti dalla presidente del Consiglio Comunale.
Ricapitolando: i cittadini presentano tre mozioni di iniziativa
popolare, il Segretario Comunale dà un parere negativo sulla forma di
due di questi testi e la Presidente del Consiglio Comunale li dichiara
dunque irricevibili.
Fin qui niente di strano, semplicemente un’attuazione del regolamento.
Niente di strano se non fosse che due mesi prima, esattamente il 5
settembre il Comitato aveva chiesto un appuntamento al dott. Rebuttato
nel suo ufficio (dunque ufficiale) proprio per sottoporgli i testi su
cui stava per partire la raccolta firme. Volevamo, da cittadini, avere
la certezza di non compiere errori formali proprio per non finire nella
situazione che è stata creata in questo momento.
Diciamo “è stata creata” perchè il segretario comunale ci aveva dato sue
precise indicazioni su come scrivere i testi in modo che fossero
formalmente ricevibili. Indicazioni che abbiamo seguito alla lettera.
A questo punto quindi ci chiediamo come sia possibile tutto questo.
Cosa è cambiato in due mesi da rendere una richiesta dei cittadini
formalmente irricevibile, dopo che questa è stata scritta seguendo le
stesse indicazioni fornita da chi poi l’ha ritenuta scorretta.
Forse proprio il fatto che si stava creando il clima giusto per
discutere finalmente con i cittadini del futuro dell’acqua a Reggio
Emilia.
Ancora una volta infatti abbiamo messo in campo una campagna
trasversale, rivolta a tutti. Abbiamo raccolto le firme in piazza con i
banchetti, le abbiamo raccolte all’ingresso della festa nazionale
Democratica, davanti alle parrocchie, nelle feste di quartiere. Abbiamo
passato un mese a fare incontri “politici” tra le varie sedi di partito
per parlare con i consiglieri comunali e i dirigenti. Ci siamo spesi per
costruire un percorso dal basso e realmente democratico di discussione
su un tema così cruciale.
E questo è il risultato. Una stroncatura calata dall’alto utilizzando
motivazioni formali per arrestare qualsiasi possibilità di discussione
democratica e aperta alla cittadinanza. Tra l’altro la bocciatura delle
due mozioni era assolutamente evitabile: il parere del segretario
comunale non è vincolante quindi il presidente del consiglio comunale
poteva benissimo decidere di proseguire verso il consiglio comunale
aperto alla partecipazione dei cittadini.
Quello che invece viene proposto nella nota che abbiamo ricevuto, in cui
viene annunciato il respingimento dei due testi, è che qualche
consigliere comunale decida di presentare a nome dei cittadini le
mozioni, rendendole però ordini del giorno, ovvero atti politici molto
meno vincolanti. Ci si sottrae al confronto con i cittadini per poi così
bocciare il testo presentato dai consiglieri, e tanti saluti alla
partecipazione democratica.
Da sempre il motto che ci accompagna è “Si scrive acqua, si legge
democrazia”. Ancora una volta capiamo quanto sia vero, quanto la
discussione sui beni comuni debba essere una delle basi della nostra
vita democratica di comunità. E quanto una partecipazione dal basso dei
cittadini su queste scelte faccia paura alle nostre istituzioni.
Come cittadini di Reggio Emilia quindi chiediamo che le mozioni
presentate vengano formalmente accettate e quindi discusse come mozioni
popolari, presentate dai cittadini in Consiglio Comunale. La democrazia
non è un valore negoziabile, i cittadini non possono essere messi da
parte per un cavillo burocratico creato ad hoc.
Proprio per questi motivi domani, lunedì 12 novembre, alle ore 18 il
Comitato Acqua Bene Comune dà appuntamento a tutti i cittadini davanti
al Municipio di Reggio Emilia per una riunione generale.
Ci troveremo tutte e tutti insieme con un’unica domanda per il nostro Sindaco: “Si scrive acqua, si legge democrazia?”
tratto da altreconomia.it
A Reggio Emilia acqua e partecipazione non vanno d'accordo
Il Comitato acqua bene comune raccoglie 1.500 firme in calce a tre mozioni d'iniziativa popolare per obbligare il consiglio comunale a discutere coi cittadini della partecipata Iren e di servizio idrico integrato. La presidenza, però, boccia due delle tre mozioni per vizi formali
6 / 12 / 2012