Tante sono state le persone che hanno partecipato alla manifestazione “Come un fiume per i fiumi”

Belluno - In mille per dire basta all'iper-sfruttamento idroelettrico

29 / 7 / 2013

Un fiume umano di un migliaio di persone ha manifestato ieri per le strade dell’agordino contro i cento impianti idroelettrici che vecchi e nuovi predatori dell’acqua vogliono realizzare nel territorio bellunese. Tante sono state le persone che hanno partecipato alla manifestazione “Come un fiume per i fiumi” in difesa dell’ultima acqua rimasta libera di scorrere nei propri alvei. Il bacino della Piave, infatti, vanta il pessimo primato di essere il più artificializzato d’Europa con il 90% per cento delle sue acque già intubate in oltre 200 km di condotte forzate, tubatore e derivazioni.

Il corteo è partito dal paese di Taibon Agordino (BL) a piedi della splendida Valle di San Lucano Patrimonio Mondiale dell’Umanità. Una valle unica al mondo e tra le più belle del bellunese dove ricadono 4 richieste per nuove derivazioni idroelettriche nonostante siano in funzione già 3 centrali. Dopo essere passati davanti al municipio i manifestanti si sono diretti verso la statale agordina bloccando il traffico della tangenziale e sono stati distribuiti volantini ai turisti in coda mentre dal camioncino in testa al corteo si spiegavano le motivazioni della manifestazione: “Stiamo lavorando anche per voi, per difendere questo splendido territorio, questi paesaggi meravigliosi. I fiumi sono le arterie vitali di queste valli. Tutelarli significa preservare il futuro di questa provincia che si fonderà sempre di più sullo sviluppo turistico di questi luoghi.”

I manifestanti si sono poi diretti verso la centrale idroelettrica dell’Enel alle porte del paese di Toccol (BL) dove sono stati appesi due grandi striscioni con su scritto “Basta Centrali”, mentre venivano srotolati una decina di grandi teli blu che sono serviti a trasformare il corteo in un grande fiume umano che si è riversato nella piazza centrale di Agordo (BL) dove si sono susseguiti i vari interventi degli organizzatori. Ha preso la parola anche Fiori, il Presidente del Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi, ricordando lo scempio della Valle del Mis, dove il cantiere della centrale idroelettrica, bloccato grazie al ricorso in Cassazione da parte del Comitato Bellunese Acqua Bene Comune, non è ancora stato bonificato. Proprio su questa questione il Comitato sta preparando per settembre un’iniziativa nella quale sarà dato il via al ripristino simbolico dei luoghi come forma di protesta nei confronti dell’immobilismo delle autorità competenti che ancora non hanno predisposto lo smantellamento dei manufatti che per gran parte si trovano all’interno di un Parco Nazionale.

Va segnalata, infine, anche la partecipazione di alcuni sindaci bellunesi. Seppure ancora pochi, la loro presenza è un primo segnale che anche le amministrazioni comunali cominciano ad alzare la testa e a capire le motivazioni di una battaglia che passo dopo passo sta acquisendo sempre più consenso in tutto il territorio. Significativo in questo senso è il fatto che alla fine della marcia alcuni cittadini del Cadore abbiano espresso la volontà di organizzare anche in quella zona del bellunese un’iniziativa contro l’iper-sfruttamento idroelettrico, mentre si allarga la rete di contatti e relazioni con varie realtà e comitati del Veneto e di tutto l’arco alpino che vivono nei propri territori lo stesso problema.

Un movimento che, come un fiume con i suoi affluenti, sta crescendo lungo il suo percorso. 

Belluno - Come un fiume per i fiumi

Belluno - Video Manifestazione in Agordo

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