Raccolta firme per richiedere la "clausola di salvaguardia" contro le coltivazioni transgeniche

Belluno - Volantinaggio contro gli Ogm

9 / 3 / 2013

Questa mattina una trentina di attivisti bellunesi si sono dati appuntamento al mercato di Belluno per promuovere una raccolta firme nella quale si chiede l’adozione da parte dell’Italia di una “clausola di salvaguardia” contro la possibilità di coltivare semi OGM nel nostro paese.

Infatti, lo scorso settembre la Corte Europea ha dato il via libera alla coltivazione di alcune varietà di OGM anche in quelle nazioni in cui erano state bandite.

In risposta, quasi tutti i paesi europei hanno adottato la “clausola di salvaguardia” mentre in Italia questo non è ancora avvenuto, nonostante la contrarietà di tutte le Regioni, che ne hanno chiesto il blocco.

Il periodo della semina è alle porte e il pericolo che alcuni agricoltori italiani facciano utilizzo di sementi transgeniche è reale.

Tra i favorevoli agli OGM, oltre a Confagricoltura, c’è il cosiddetto “movimento libertario” di Giorgio Fidenato che ha dichiarato  di aver ordinato 2,6 miliardi di sementi Mon 810, ovvero mais transgenico della Monsanto, rendendosi disponibile a regalarlo a tutti gli agricoltori che ne faranno richiesta.

Si parla di una quantità di semi in grado di riempire 32mila ettari di terra.

Fidenato non è nuovo a queste iniziative. Già nel 2010 aveva iniziato la coltivazione illegale di mais transgenico a Vivaro nel pordenonese, in un campo, che nell’agosto dello stesso anno, è stato distrutto dagli attivisti dell’associazione Ya Basta!.

Se il Ministero dell’Agricoltura non interverrà prima della semina lasciando a Fidenato&Co. la possibilità coltivare semi transgenici s’innescherà un meccanismo di contaminazione irreversibile delle terre che non è possibile controllare o delimitare.

A rischio è la biodiversità dei nostri territori e delle varietà tipiche locali, oltre alla perdita di autonomia da parte degli agricoltori che sarebbero costretti ogni anno ad acquistare i semi dalla Monsanto. Infatti, le sementi transgeniche, oltre ad essere soggette a brevetto, non consentono la riproduzione del seme, decretando di fatto, la totale subalternità e dipendenza dei coltivatori rispetto alle multinazionali sementiere.

Vi è, inoltre, la necessità di preservare il diritto di precauzione rispetto agli organismi geneticamente modificati di cui ancora non si conoscono gli effetti sulla salute degli uomini e degli animali.

Infine, per quanto riguarda il territorio bellunese, le coltivazioni OGM renderebbero impraticabile il percorso di costruzione del distretto del biologico, progetto per il quale si è esposto Benedetto Fiori, attuale Presidente del Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi che oggi è stato uno dei primi firmatari della petizione che ha già superato il migliaio di sottoscrizioni.

Links Utili:

Belluno - Intervista a Tiziano Fantinel