Bolzano - Resoconto della mobilitazione per la difesa della gestione pubblica dei servizi essenziali

La città più a nord del Belpaese si mobilita per protestare contro la legge Ronchi. Di seguito il resoconto!

Utente: Bizuca
5 / 12 / 2010

Si è svolta anche a Bolzano, come in molte città italiane, nel corso di un freddo sabato mattina la manifestazione della società civile - riunita nel Comitato Promotore del Referendum acqua bene comune della Provincia di Bolzano - per chiedere a gran voce al Parlamento e alle istituzioni di tutti i livelli una forte presa di posizione nei confronti della legge Ronchi e in particolare dell’articolo 23 bis, che obbliga gli enti locali di tutte le Regione e Province autonome a privatizzare entro la fine del 2011 almeno il 40% della gestione dei beni pubblici essenziali, fra cui le risorse idriche, la nettezza urbana e il trasporto pubblico.

Un gruppo compatto di circa cento persone ha percorso il tratto urbano che va da ponte Talvera fino alla piazza antistante il Palazzo provinciale di fronte alla stazione dei treni, unito da un nastro celeste che con il quale si è voluto idealmente simboleggiare lo scorrere libero dell’acqua e la necessità che l’accesso a questa risorsa, così importante per la vita umana, rimanga in mano pubblica. Il corteo ha attraversato le vie del centro storico distribuendo alle concittadine e ai concittadini materiale illustrativo sullo stato dell’arte della richiesta di referendum sostenuta ad oggi da più di 1 milione e 400 mila firme raccolte a livello nazionale.

L’azione mirava in prima battuta a sensibilizzare e tenere alta l’attenzione della cittadinanza sul tema della commercializzazione dei beni pubblici essenziali e contestualmente a richiedere agli enti locali provinciali di adottare un provvedimento ufficiale con il quale si esprima una posizione chiara di spostamento dei termini di entrata in vigore della legge che impone la privatizzazione delle risorse idriche – e non solo – entro la fine del 2011. Il termine per il referendum, attualmente previsto per la primavera del 2011 è, infatti, a rischio di slittamento fino a un anno qualora dovesse cadere il Governo e si dovesse andare ad elezioni anticipate.

Il referendum rappresenta una battaglia di civiltà per la tutela e l’accesso universale e pubblico ai beni comuni ed è per questo motivo che il Comitato promotore locale in linea con le indicazioni del Comitato referendario nazionale chiede il rispetto della volontà popolare con la verifica del voto referendario prima di consentire l’entrata in vigore di una norma considerata da più parti iniqua e lontana da quello che vogliono i cittadini. Volontà quest’ultima evidentemente incompatibile con ogni forma di privatizzazione e di consegna al mercato di un bene essenziale alla vita come è l’acqua.

Anchel’Assessore all’Ambiente, Acque pubbliche ed Energia della Provincia autonoma di Bolzano, dott. Michl Laimer sostiene l’iniziativa convinto che «l’attuale sistema gestionale pubblico e cooperativo delle risorse idriche funziona bene, è adatto ai bisogni locali e garantisce sicurezza sulla fornitura e prezzi bassi ad alta qualità di servizio».