Il 30 Novembre 2012, il Consiglio dei Ministri ha dato il via libera al decreto legge “Salva Ilva”.
Il Provvedimento permette allo stabilimento siderurgico tarantino di
continuare a produrre per tutto il periodo di validità
dell’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA).
L’unica condizione posta in essere è che l’azienda applichi interamente
le disposizioni dettate dall’AIA rilasciata dal Ministero dell’Ambiente a
fine Ottobre.
Qualora questo non dovesse verificarsi, il suddetto decreto prevede una
multa che può arrivare sino al 10% del fatturato dell’azienda.
A vigilare sarà un garante nominato dal Presidente della Repubblica.
L’AIA 2012 nient’altro è che un aggiornamento dell’AIA rilasciata il 4
Agosto del 2011 voluta in tutta fretta dall’allora Ministro
dell‘ambiente del Governo Berlusconi Stefania Prestigiacomo.
Quello stesso Governo che, con i 120 milioni di Emilio Riva, riuscì a
salvare la compagnia di bandiera Alitalia. Uno dei pochissimi
investimenti a perdere del patron dell’acciaio, almeno apparentemente.
Risulta contraddittorio aggiornare un’AIA già priva di credibilità ed efficacia visto che a riguardo delle migliori tecnologie disponibili (BAT) non si atteneva all’art. 8 del Decreto Legislativo 18 Febbraio 2005, n. 59 e che l’Ilva, in più di un anno, non si è attenuta a tutte le disposizioni previste da quella stessa AIA.
Pare, a questo punto, che sia stia parlando di un d.l. illegale, che richiede all’Ilva di adottare le disposizioni di un aggiornamento illegale di un’AIA illegale.
Oltretutto, il d.l. è stato varato nonostante i provvedimenti dell’autorità giudiziaria, che ha sequestrato gli impianti lo scorso 26 Luglio, poiché non rispondenti alle normative a tutela della salute e dell’ambiente.
Il nuovo Decreto Legge si pone in netto contrasto con le disposizioni
di legge impartite dalla Magistratura, compromettendo i diritti
costituzionali legati al rispetto dell’ambiente e alla garanzia della
salute dell’individuo.
Non basata su accertamenti scientifici e sanitari, l’AIA considera la
continuità della produzione come attività necessaria per il risanamento
degli impianti, gli stessi impianti posti sotto sequestro poiché nocivi
alla salute e compromettenti la qualità dell’ambiente.
In previsione del recepimento delle direttive impartite dall’AIA,
l’Ilva avanza un ricorso alla Magistratura, chiedendo il dissequestro
degli impianti, puntualmente negato dall’autorità giudiziaria il 30
Novembre 2012.
Il giudice per le indagini preliminari Patrizia Todisco comunica che la
negazione del dissequestro è il linea con l’operato della magistratura e
sottolinea che:
“Non esiste un costo, in termini di salute, sopportabile in uno Stato
civile - si legge nel provvedimento - per le esigenze produttive e non è
accettabile che il presente e il futuro dei bambini di Taranto sia
segnato irrimediabilmente.
Nessun ragionamento di carattere economico e produttivo dovrà e potrà mai mettere minimamente in dubbio questo concetto”.
Così, prima l’AIA e poi il Decreto Legge appaiono anti-costituzionali.
Due sono gli Articoli, che permettono di avanzare questa conclusione -
32, sul diritto alla salute, e 41, sull’iniziativa economica privata,
che non può recare danno alla sicurezza, alla libertà e alla dignità
umana - e che lasciano spazio a considerazioni puntuali e rigorose, che
affermano che il recepimento della nuova AIA e, di conseguenza, del
Decreto Legge, non rispetterebbe la Costituzione Italiana.
Attuare l’Autorizzazione Integrata Ambientale non dimostrerebbe che
la situazione di pericolosità degli impianti sia venuta meno.
Per questo motivo, non è possibile continuare da subito l’attività
produttiva, ma è necessario prima realizzare gli interventi di
adeguamento degli impianti indispensabili, per garantire la tutela
dell’incolumità dei lavoratori e della popolazione locale e
l’interruzione dell’attività criminosa per la quale proprietà e
management dell’Ilva sono agli arresti.
A fronte di questi recentissimi eventi, Il Comitato Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti coglie l’occasione per ribadire che LAVORO, SALUTE, REDDITO e AMBIENTE sono diritti imprescindibili dalla macchina capitalistica di Stato, che sta permettendo un’eccezione alla costituzionalità per ragioni puramente economiche e monetarie.
PER QUESTI MOTIVI INVITIAMO TUTTA LA CITTADINANZA A PARTECIPARE ALLA
MANIFESTAZIONE PER UNA TARANTO LIBERA, CHE SI TERRÀ SABATO 15 DICEMBRE
2012 NELLE STRADE DELLA CITTÀ.
PARTECIPIAMO TUTTI ALLE SCELTE DEL NOSTRO FUTURO.
Comitato Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti
Taranto 3 Dicembre 2012