Da qualche mese ormai sono ricominciati gli arrivi di persone via
mare sulle coste siciliane. Ed ancora una volta tutto è dominato dalla
retorica dell’emergenza.E come sempre si tratta dell’ennesima occasione
per imporre modalità fuori dalle regole, prassi arbitrarie e violazioni
dei diritti.
Si parla come sempre di invasione con dichiarazioni shock ed allarmi.
Eppure, guardando a ciò che avviene oltre i confini europei troviamo
decine di conflitti, dalla Siria al Corno d’Africa, dall’est Europa alla
fascia sub sahariana che producono la fuga di milioni di persone
torturate, imprigionate, perseguitate.
Ci dicono che l’unica risposta possibile è l’operazione Mare Nostrum,
come se l’unico problema fossero le morti nel “nostro mare” e non
continuassero invece ad avvenire lontane dai nostri occhi. Al tempo
stesso il Governo ha ancora una volta improvvisato in tema di
accoglienza. Non mancano i respingimenti e le deportazioni, ma per chi
invece raggiunge le nostre coste il destino è ancora una volta quello di
una accoglienza improvvisata, fuori dai circuiti ufficiali, una nuova
occasione per gonfiare le tasche di molti.
Intanto gli insopportabili confini interni dell’Europa ingabbiano chi
raggiunge l’Italia costringendo migliaia di persone a superare le
frontiere imposte dagli Stati UE di nascosto.
Crediamo che tutt
questo debba necessariamente trovare risposta. Una risposta collettiva e
condivisa, nello spirito della Carta di Lampedusa, riprendendo
collettivamente la sfida per la costruzione di "canali umanitari" veri,
di percorsi accoglienza degna, di un diritto d’asilo europeo.
Oggi abbiamo bisogno di riprendere il filo di quel discorso aperto negli
scorsi mesi per rimetterci in cammino. A partire dalle lotte che, come
questi ultimi mesi ci hanno dimostrato, nelle battaglie per il diritto
all’abitare per contro lo sfruttamento nella logistica, sono state
ricche di un rinnovato protagonismo dei migranti, senza dimenticare la
necessità di costruire un discorso che riesca ad invertire la retorica
che ci viene imposta, quella dell’invasione ma anche quella
dell’accoglienza caritatevole, due facce della stessa medaglia.
Perché sullo sfondo rimane l’imminente riapertura dei CIE di Milano e
Bologna, una legge (la Bossi–Fini) ancora intatta che continua a
produrre ricatti, permamenti violazioni del diritto d’asilo e contro
tutto questo dobbiamo opporci.
Per questo proponiamo a tutti di ritrovarci insieme per mettere in condivisione ciò che sta accadendo nei nostri territori e costruire le iniziative dei prossimi mesi, domenica 11 maggio 2014, alle ore 16.00 attraverso la Global conferece, una assemblea on line che permetterà a tanti di collegarsi da diversi luoghi della penisola.
Una nuova occasione per ripartire insieme