Francia - Nessuna voglia di lavorare di più

13 / 10 / 2010

E' una giornata primaverile, la città è deserta dal mattino, rare le automobili e l'aria è quasi pulita, qualche autobus tira dritto, invece le auto della polizia, eccezionalmente poche, passano senza correre. Nessun passante ha fretta, sembrano tutti turisti.

Oggi c'è il quarto grande sciopero contro LA riforma delle pensioni e non è "il solito rituale" come dice Sarkozy.

Oggi siamo proprio tuttti in piazza, tre milioni e mezzo e non è la prima volta nelle ultime tre settimane, fa persino effetto scriverlo.

Non è un appuntamento deciso nelle assemblee sindacali, è anche quello ma non solo. L'elenco delle categorie dei lavoratori è troppo lungo per citarle tutte, sia nel settore pubblico che in quello privato.

La lista dei posti e luoghi bloccati, la quantità di presenze e di partecipazione sono un dato che ormai neanche più il governo osa contestare. Anche la Tour Eiffel è rimasta chiusa, il personale ha raggiunto l'appuntamento della ma nifestazione partita alle 2 del pomeriggio da Montparnasse. Compatta per cinque ore fino alla Bastiglia.

Il governo è sordo alla protesta, discute con industriali, grandi medi e piccoli, con le banche ma non con i sindacati. E dice che i 300mila studenti che bloccano centinaia di licei sono strumentalizzati dagli adulti.

Il ministro dell'educazione pubblica ha accusato partiti 'gauchistes' e sindacati di "manipolare" i giovani, li mette in guardia avvisando che "la piazza è un luogo pericoloso per gli studenti, il loro posto è in classe".

Il governo ha un linguaggio provocatorio e si comporta come se i giovani, i lavoratori e le lavoratrici, le famiglie, tutti i cittadini fossero incapaci di capire che si decide del loro futuro contro la loro volontà. Incompreso è questo governo chiuso all'Assemblée nationale, barricato a votare tempestivamente gli articoli 5 e 6 della riforma, quelli che allungano l'età pensionabile, prima ancora degli articoli 1, 2, 3 e 4, facendo saltare la discussione, come se ascoltare il popolo francese non fosse importante.

Nella foga di chiudere il capitolo 'pensioni' per rassicurare la governance finanziaria internazionale, il paese non c'è più. La presenza in piazza è da esorcizzare come un 'male' per preservare il futuro della Francia, i giovani sono incapaci di intendere e volere, i sindacati tutti sono un manipolo di sconsiderati irresponsabili.

"La crisi è violenta" ha detto un industriale al rappresentante sindacale della CGT alla fine della giornata. Intanto, lo sciopero continua domani, e dopodomani altre assemblee discuteranno facendo leva sull'estensione all'insieme dei settori vitali come per esempio le raffinerie, 11 su 12 non distribuiscono il petrolio da una settimana.

Marina Nebbiolo