Grecia - 5 maggio

Informazioni dal sito Europa zapatista

8 / 5 / 2010

Nessuno, delle centinaia di migliaia di manifestanti che oggi stavamo nelle strade della Grecia, sa come iniziare a scrivere una notizia su quello che l'oggi era ed è per la Grecia.

Da dove iniziare? Dai momenti in cui la mattina un fiume rabbioso di manifestanti attraversava le città della Grecia? Dall'assedio militare (perchè qui i corpi di polizia sono esercito) che soffre la citta d'atene in questi momenti della notte, con la polizia che invade con tutta la sua barbarie le strade, le occupazioni, i bar di Exarjia, i locali dei giovani, le sedi dei gruppi politici, le case? Dalla morte tragica di tre impiegati del Banco Marfin, che hanno segnato questa giornata che era tanto decisiva per il popolo greco (e per i popoli europei); una giornata tanto importante perchè infine la rabbia era uscita nelle strade in manifestazioni così grandi che neanche nel dicembre 2008 la Grecia aveva vissuto?

Forse quando si perdono tre vite è giusto che questo sia la prima notizia. Però non è giusto – e più di questo è immorale – quello che da ore sta facendo il governo e la sua polizia, i politici dei due grandi partiti e i loro media di comunicazione di massa: che approfittando della tragica morte dei tre impiegati del Banco Marfin, si lanciano in una “caccia alle streghe”, colpevolizzando tutto un popolo per la sua disobbedienza ad accettare gli ordini di quelli in alto che lo condannano a una vita senza futuro degno e speranza.

La domanda chi o cosa ha obbligato gli impiegati del Banco Marfin a lavorare mentre passava per la strada Stadiou una manifestazione moltitudinaria e rabbiosa, con la sua ira concentrata nelle banche?, è la domanda che passa di bocca in bocca. La risposta è facile: lo stesso sistema che domani, va ad obbligare tutte e tutti ad abbassare la testa per la paura di perdere il suo lavoro precario.

Molto potremmo dire (e già si dice qui) sulle condizioni della morte delle tre persone a cui la direzione della banca ha proibito di uscire dal lavoro e li ha lasciati chiusi in un edificio in cui non c'erano uscite d'emergenza e non funzionavano i sistemi di sicurezza contro gli incendi. Per il momento ci limitiamo a tradurre un frammento del comunicato del Sinacato degli Impiegati di Banca (OTOE) che ha convocato per domani uno sciopero nelle banche:

... quello che ha portato via le vite dei nostri compagni di lavoro è conseguenzatragica delle misure antipopolari che hanno alzato la rabbia del popolo e la protesta di migliaia di lavoratori. I responsabili devono pagare con tutta la severità necessaria. Però ci sono anche responsabili morali di questo delitto .. e sono nella politica del governo, nelle azioni della polizia e nelle Direzioni delle Banche che hanno terrorizzato gli impiegati e non hanno permesso loro la partecipazione alle mobilitazioni e che con una irresponsabilità incredibile non hanno preso le misure necessarie perchè siano protette le vite degli impiegati e dei clienti nelle succursali delle banche che sono sempre obiettivi della rabbia in tutti i percorsi delle manifestazioni e delle marcie operaie”

Oggi tutto era possibile …

E' impossibile che qualcuno possa far tornare indietro le lancettedel tempo e tornare ai momenti pima delle 14.30, quando è giunta la notizia della morte delle tre persone … Però quei momenti sono esistiti. Ed erano momenti magnific. E dobbiamo raccontarli. Dobbiamo comunicare ed informare tutto il pianeta perchè oggi nella manifestazione di atene si è giocato il futuro di un popolo intero.

Se non fosse accaduto quello che è successo, domani il Parlamento greco chissà – chissà dico, nessuno lo sa - non avrebbe POTUTO votare a favore dell'accordo con il FMI. Tutto era aperto oggi: la gente camminava decisa ad accerchiare il Parlamento, restare lì giorno e notte, nelle strade per fare pressione su tutto quello che mancava, era decisa a tentare di invadere, una due tre volte, il Parlamento. Era come se un gigante addormentato si fosse svegliato all'improvviso e né la repressione né i lacromogeni potessero fermarlo.

Camminavi per la manifestazione e da tutti i lati si respirava questa decisione “non passerà”. Non era uno slogan, era iuna decisione. La frase “se non possono governare, che se ne vadano a … “si ascoltava da gente che non ti aspettavi e si trasmetteva per tutta la mainfestazione facendo crescere una ondata di entusiasmo che solo puoi sentire quando la moltitudine nelle strade batte come un cuore collettivo.

Tutto era aperto e era possibile oggi, perchè chi stava nelle strade già conosceva che la paura di ieri era passata. E non è poco: sono già sei mesi interi che giorno dopo giorno, momento dopo momento, minuto dopo minuto, ci vacinavano goccia dopo goccia con la paura. Dormiamo ogni notte con rabbia – perchè già conosciamo l'ipocrisia – stretta come un nodo in gola. Perchè non sappiamo come inizierà il giorno. Ci sveglieremo con le banche chiuse? Con il paese distrutto? Non sappiamo come inizierà il giorno. Per ognuno e ognuna di noi e per un popolo intero. Somacati da analisi sui motivi della crisi, stomacati dei numeri di milioni di milioni di euro, ci svegliamo un giorno rendendoci conto che noi – quelli in basso – dovremo pagare i conti di quelli in alto.

Era ed è tanto semplice e terribile: FMI e paesi dell'Unione Europea presteranno – PRESTERANNO – alla Grecia tanti e tanti milioni di euro (140.000.000) a un interesse del 5%.

Per pagare la Grecia il suo debito alle banche tedesche, francesi, inglesi, greche, spagnole etc … per un interesse che superava il 7%. E questo dobbiamo – dobbiamo – pagarlo noi: un popolo umiliato che viene utilizzato come una cavia per provare sul suo corpo quello che interessa di più: se si può far passare sui popoli europei – con leggi consenso strappato con la paura – la flessibilità e la precarietà sul lavoro. Per accumulate di più e sempre di più. Così, semplicemente. E loro, quelli in alto, che avevano già creduto di aver vinto il gioco. Ancora non sappiamo se hanno vinto il gioco però le manifestazioni di oggi in Grecia mostrarono – e loro lo sanno – che le “pecore-cavia” POSSONO uscire dalla sorte che gli indicano i pastori: quella del massacro.

Oggi in grecia tutto era aperto: se la manipolazione per la digraziata perdita delle tre vite gli servirà – come vogliono – per imporre un'altra volta la paura, il silenzio alla società, si vedrà nei prossimi giorni. Noi continuiamo senza conoscere come inizierà il giorno. Però sappiamo due cose, che le manifestazioni di oggi hanno gridato: siamo in molti quelli e quelle che non vogliamo tacere, siamo molti quelli che oggi hanno superato la paura. E: quelle e quelli che siamo e stiamo per inventare la resistenza contro l'ondata di fascismo che ci impongono, abbiamo bisogni della solidarietà di ognuno e ognuna, di tutti e tutte in Europa e nel mondo che sono compagni e compagne. Si tratta della nostra vita, della nostra dignità, della vostra vità e della vostra dignità.

E' in gioco un sogno comune: siamo ad un momento cruciale. Costruiamo questo mondo nuovo?

La risposta passa anche dalla solidarietà (con il significato della parola in grco: io per te, perchè ho fiducia e io mi presto per te, perchè sei mio fratello) e dalla fratellanza.

Oggi nelle strade abbiamo sentito ce non siamo individui che dormono e si svegliano ognuno con la sua rabbia e la sue paure. Domani abbiamo bisogno di tutti e tutte in questa lotta che sarà lunga …

DA SOLI NON POSSIAMO

La manifestazione ad Atene iniziò alle 11 della mattina. C'erano 4 concentramenti diversi. Il PAME (“Fronte” controllato dal Partido Comunista KKE) a Omonia, sindacati ufficiali GSSE e ADEDY a Pedío Areos, varie organizzazioni di sinistra e anarchiche e sindacati di base al Museo Nacional e a Piazza de Victoria organizzazioni e sindacati anarchici.

Subito, già dalle 11.30, è stato chiaro che non sarebbero esistite 4 manifestazioni differenti, semplicemente perchè la gente era tanta che i quattro concentramenti si erano uniti in una sola: da Omonia fino a Piazza Vittoria non ci stava più nessuno.

Con valutazioni “più o meno” era la più grande manifestazione che Atene ha vissuto da trent'anni, paragonandola alle più grandi manifestazioni nei primi anniversari della cadta della dittatura.

La polizia ha fatto passare in pace i manifestanti del PAME e dei sindacati ufficiali, ma ha iniziato a circondare (letteralmente) la manifestazione mentre camminavano i sindacati di base, le organizzazioni di sinistra e lo spazio anarchico. Circa alle una e mezzo la tensione iniziò a salire perchè tutta la gente, anche quella che sfilava con i sindacati ufficiali, era rabbioa e l'obiettivo della rabbia andava verso la polizia. I lacrimogeni hanno trasformato una volta ancora in centro di atene in un inferno. Però la gente continuava a restare: andaverso il Parlamento. La manifestazione veniva dispersa una volta e un'altra ancora, però la gente non se ne andava e si concentrava ancora una volta.

Alla fine si formava una manifestazione che ha iniziato a sfilare ancora una volta da Omonia alla strada Stadíou.

Stavano andando verso il Parlamento quando è arrivata la notizia dei tre morti. Nessuno se ne è andato. Una manifestazione silenziosa e rabbiosa – e paralizzata – fino alle 5 del pomeriggio quando è stata invasa da un esercito di pliziotti motociclisti e un esercito di corpi antidisturbo.

Tanto che persino i giornalisti dei canali televisivi hanno iniziato a gridare che “questo non l'abbiamo visto neanche nei film, attaccano anche noi da tutti i lati, è un esercito”. Ed era un esercito. Che si è spiegato in tutto il centro. E' stato proibito il passaggio delle persone nelle strade centrali. E' stato proibito. Così, senza dire altro. Dovevi camminare per quattro incroci per trovare uan strada aperta e tornartene a casa. In televisione è apparso il Primo Ministro Giorgos Papandreou per dare la colpa a quelli che “disobbediscono e alla loro violenza” . Senza dimenticare di ricordarci che dobbiamo obbedire agli ordini, poiché, il suo governo, il FMI e la UE hanno come unico obiettivo “salvare” la Grecia. Tutti quelli che non vogliamo questo “salvataggio” siamo responsabili – secondo il Primo Ministro – della morte tragica dei tre impiegati del Banco Marfin. Secondo il Primo Ministro, secondo il signor Samaras (Presidente del Partito de Nuova Democrazia) e secondo il signor Bgenopoulos - proprietario del Banco Marfin, l'uomo che negli ultimi anni domina la vita economica del paese, proprietario di banche, barche e Olympic Airlines che gli ha dato alcuni mesi fa il governo greco …. tutti e tutte siamo colpevoli e “complici” se non acconsentiamo a quello che è soprattutto: la “salvezza della patria”.

Scusate se questo scritto non ha la coerenza dovuta. Ci sono dei momenti in cui non si sa da dove iniziare e dove terminare. Viviamo in uno di questi momenti in Grecia. Abbiamo bisogno di voi, da soli non possiamo continuare con la speranza che oggi ha riempito le strade della Grecia.

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