La “prima linea” dell’emergenza. Lettera di medici e mediche di Trieste in mobilitazione.

15 / 12 / 2020

Dicembre 2020: nel pieno della cosiddetta "seconda ondata" di Covid19, nei primi tre giorni della scorsa settimana, centinaia di medici e mediche sono sces* in strada. Esasperati dai continui intoppi burocratici e dai rinvii dell'ultima ora, sbigottiti dalla mancanza di comunicazione diretta e trasparente con il Ministero dell'Università e della Ricerca, sospesi per quel che riguarda che riguarda la loro vita professionale e personale, hanno cercato di far sentire la loro voce nelle principali piazze del Paese. Stiamo assistendo ad un paradosso tipicamente italiano: nel bel mezzo di un'emergenza sanitaria 24mila medici non possono iniziare la specializzazione a causa dell'incompetenza e dell'inettitudine governativa. Non solo, la situazione di gravissima incertezza che si sta protraendo da quasi due mesi, ha già fatto  rinunciare molti medici dall'assumere incarichi lavorativi per fronteggiare l'emergenza covid a causa dell'incompatibilità contrattuale tra la borsa di specializzazione e i contratti di lavoro. Quelli che invece stanno già lavorando in prima linea, sia sul territorio che in ospedale, rischiano di dover abbandonare il posto di lavoro dall'oggi al domani, producendo un pericolosissimo vuoto di personale impegnato contro il Covid19. Questo impatterà sulla salute di migliaia e migliaia di cittadini, in sostanza sulla salute di tutto un paese.

Trieste, 6 Dicembre 2020

Gent.ma Redazione

Siamo un gruppo di Medici abilitati alla professione, non specializzati, che vuole raccontare, in questa lettera, una vicenda che, nella situazione di carenza cronica di medici specialisti che viviamo da anni, è già di per sé paradossale, ma che lo è ancor di più nel corso di un’emergenza sanitaria, una pandemia. Proveremo a descrivere e a condividere questa esperienza surreale: l’impossibilità di sapere se, dove e quando si potrà (o meno) accedere alla Scuola di Specialità nel 2020. La questione è di portata nazionale e riguarda un totale di 24000 giovani medici.

Per rendere chiaro ciò di cui vogliamo parlarvi, faremo una breve panoramica in punti del percorso che, a partire dall’iscrizione al Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia, porta una persona a diventare un Medico specializzato.

1) Iscrizione al Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia previo superamento del test di ammissione universitario;

2) Frequentazione della facoltà di durata di 6 anni e conseguente Laurea;

3) Superamento dell’Esame di Stato per l’abilitazione all’esercizio della professione (da quest’anno l’Esame di Stato non è più necessario perché la Laurea è diventata abilitante).

Una volta ottenuta l’abilitazione, per poter diventare Medici specialisti (anestesista, psichiatra, igienista, pneumologo, internista, gastroenterologo, anatomopatologo, chirurgo generale, radiologo, allergologo, urologo, otorinolaringoiatra, ecc), in Italia è necessario frequentare una Scuola di Specializzazione che dura dai 3 ai 5 anni. Durante questo periodo, abbiamo modo di imparare la pratica del nostro lavoro specialistico effettivo e renderci autonomi, allenandoci a diventare gradualmente dei professionisti.

L’accesso a tali Scuole di Specializzazione avviene tramite un concorso pubblico indetto annualmente a cui possono partecipare tutti i medici abilitati. Il concorso consiste attualmente in una prova composta di 140 domande a crocette. Successivamente alla pubblicazione di una graduatoria di merito, stabilita sulla base dei risultati della prova e di punti curriculum, i candidati esprimono le loro personali preferenze sulla scelta della Specialità. Le modalità e le restrizioni relative alle scelte cambiano di anno in anno. Quest’anno, ogni candidato può esprimere la propria preferenza per tutte le specializzazioni e le città che desidera e, a seconda della sua posizione in graduatoria e delle scelte effettuate dai candidati che lo precedono in graduatoria, gli verrà assegnato il posto che gli spetta.

Il numero di borse di specializzazione messo a disposizione dal MIUR, in accordo con il Ministero della Salute, è di gran lunga inferiore sia alle necessità attuali del Sistema Sanitario Nazionale, sia al numero di medici che partecipano al concorso. Ad esempio, quest’anno sono state messe a disposizione poco più di 14000 borse di specialità a fronte di un numero di concorrenti pari a quasi 24000: la diretta conseguenza è che quest’anno 10000 medici rimarranno esclusi dal percorso di specializzazione. Poichè il concorso per l’accesso alle Scuole di Specializzazione si svolge una volta all’anno, ogni anno lo scenario si ripete e man mano, di anno in anno, aumenta il numero di medici non specializzati e che probabilmente ritenteranno il concorso l’anno successivo, e così via, come accade da anni.

Questo fenomeno è quello che chiamiamo “imbuto formativo”: è una situazione paradossale, in cui in Italia, a fronte della carenza cronica di medici specialisti, non ne vengono formati a sufficienza, e in cui ogni anno si accumulano sempre più medici non specializzati. In Italia, perciò, non mancano i medici, bensì i medici specialisti. È anche questo il motivo per cui è inutile e controproducente aumentare i posti nelle facoltà di Medicina o Chirurgia o addirittura, come più volte dichiarato da noti esponenti politici, istituire il numero aperto: ci sono già troppi medici, a mancare sono gli specialisti.

Per formare più specialisti non basta semplicemente aumentare il numero di borse, ma bisognerebbe garantire una formazione di qualità, ampliare la rete formativa, finanziare ed incentivare l’apertura di nuove scuole di specializzazione. Bisogna, insomma, fare un lavoro serio di revisione qualitativa e ampliamento delle scuole di specializzazione.

Cosa faranno, dunque, tutti quei Medici che ogni anno vengono esclusi dal percorso di specializzazione (quest’anno sono circa 10000, ma negli anni successivi aumenteranno, perché al concorso del 2021 si presenteranno sia i medici esclusi dal concorso del 2020 sia i neolaureati del 2021)?

Senza specialità noi Medici possiamo solo arrabattarci in lavori “tappabuchi”, spesso poco tutelati, in cui lavoriamo da soli privi dell’esperienza e delle competenze di un medico specialista: alcuni esempi sono la Continuità Assistenziale (ex guardia medica), sostituzioni di Medici di Medicina Generale per malattia o ferie ed in molti luoghi anche attività di Pronto Soccorso, sempre con contratti privi di tutele. Da qui la definizione di “camici grigi”: siamo laureati, abilitati alla professione ma non siamo specialisti formati, dunque possiamo accedere solo a lavori temporanei e precari per tamponare la carenza di personale medico; si tratta di lavori che accettiamo a nostro rischio e pericolo, insomma. Com’è facilmente intuibile, in questo periodo storico facciamo parte della forza-lavoro che fronteggia la pandemia, prendendo piena parte all’emergenza sanitaria, dall’esecuzione di tamponi e tracciamento dei contatti dei casi positivi, fino alla visita domiciliare dei pazienti COVID nelle cosiddette “USCA” o all’impiego nei reparti ospedalieri o nei Pronto Soccorso.

Per lavorare e per tutelare la Salute delle persone al meglio, noi medici dobbiamo specializzarci. Per sostenere la Sanità, pubblica in primis, dobbiamo specializzarci. Nel percorso di specialità lavoriamo fianco a fianco agli specialisti, pur restando né carne né pesce, in quanto non siamo né studenti, né tirocinanti, né specialisti: siamo medici dipendenti dell’Università che, in accordo con l’Azienda Sanitaria, ci dovrebbe garantire contemporaneamente formazione e una borsa di specialità, pur pagando le tasse come studenti universitari. Insomma, una cosa molto simile al Dottorato, con responsabilità e tutele molto sfumate, grandi disparità in termini di istruzione e autonomia, nonché vari livelli di sfruttamento lavorativo (volontario o meno).

Quello descritto è il contesto in cui si inserisce l’inenarrabile vicenda relativa al concorso di entrata in specialità di quest’anno, SSM2020; veniamo ora alle vicende che hanno ulteriormente complicato questa già spiacevole situazione.

Nonostante la pandemia in corso, utilizzando mascherine e separatori tra i pc, sparpagliandoci in varie città per residenza, il Ministero sembrava essere riuscito ad organizzare un concorso come si poteva e doveva fare, senza scatenare focolai e inizialmente rispettando quanto stabilito dal bando che esso stesso aveva firmato. Da anni, infatti, le informazioni relative al concorso risultano poco chiare, dichiarate all’ultimo momento, rimaneggiate, compresa l’incertezza della data del concorso, delle modalità di accettazione della borsa, di iscrizione e di ripescaggio in caso di mancata immatricolazione.

La data del concorso è stata, quest’anno, il 22 settembre. Secondo quanto scritto nel bando pubblicato dal MIUR (Decreto Direttorialen.1177 del 24/07/2020), la pubblicazione della graduatoria unica di merito veniva stabilita in data 05/10/2020, la fase di scelta di scuola di specializzazione dal 05/10 al 09/10/20; la pubblicazione delle assegnazioni in data 12/10 e la procedura di immatricolazione dal 13/10 al 20/10/2020, fissando la presa in servizio per il 30/12/2020.

Quest’anno, dunque, le scadenze apparivano stranamente ben dichiarate nel bando.

Il bando presentava alcune novità rispetto agli anni precedenti, di seguito elencate.

- Non sono ammessi al concorso gli iscritti al corso di formazione in Medicina Generale; la formazione come medico di base è l’unica ad avere un percorso differente rispetto alle altre specializzazioni: per specializzarsi come medici di Medicina Generale si partecipa ad un altro concorso che si svolge in data ovviamente differente.

- A coloro che sono già in possesso di una borsa di specialità e che partecipano ugualmente al concorso non saranno conteggiati i cosiddetti punti curriculum: si tratta di punti determinati dal voto di laurea, dalla media ponderata degli esami e da altri parametri che è inutile specificare; essi vengono aggiunti al punteggio risultante dalla prova concorsuale svolta al computer.

C’era tempo una settimana per dimettersi dall’incarico: la settimana di iscrizione al concorso.

Coloro che sono già in possesso di una borsa di specialità e ritentano il concorso lo fanno per motivi disparati, ma sostanzialmente gli stessi per cui chiunque potrebbe mollare un lavoro: insoddisfazione, sfruttamento, inadeguatezza, cattiva formazione.

Queste due misure servono ovviamente a disincentivare il fenomeno per cui alcune borse di specializzazione e alcuni posti nel corso di medicina generale vengono persi ogni anno. Da tali modifiche al bando partono i primi ricorsi, sia da parte dei corsisti in medicina generale sia da parte dei già specializzandi, che giudicano queste modifiche ingiuste. È giusto portarvi alcuni dati per quantificare questo fenomeno: quante borse di specializzazione vengono ogni anno perse perché alcune persone già in possesso di una borsa ritentano il concorso e si aggiudicano un’altra borsa? Trovate una dettagliata quantificazione del fenomeno a questo link.

Per semplificazione di lettura vi elencheremo in stagioni e punti ciò che è successo in maniera più dettagliata, grazie ad un’accurata ricostruzione pari passo delle assurde e ingiustificabili vicissitudini legate al concorso stesa dalla Pagina Facebook “Giovani Medici per l’Italia” in un post aggiornato a oggi (6 dicembre 2020 ndr) e grazie anche al riassunto nella lettera di protesta che vi invieremo via mail in allegato alla presente lettera.

Stagione 0: prima del bando

Come avviene da alcuni anni, anche per il 2020, la prova per l’accesso alle scuole di specializzazione era ufficiosamente prevista per il mese di Luglio. Poiché il bando deve obbligatoriamente uscire almeno 60 giorni prima della prova, noi candidati solitamente attendiamo la pubblicazione del bando entro la fine di Maggio. Consci della particolare situazione sanitaria, ci chiediamo se la data di luglio verrà rispettata. Non riceviamo alcuna risposta ufficiale dal Ministero, e anzi il ministro Manfredi dichiara in un’intervista che la prova si terrà a fine Luglio. Allafine di Maggio viene ufficiosamente stabilito che la data della prova sarà il 22 settembre.

Ci preme chiarire che la partecipazione al concorso richiede uno studio intenso, per cui molti dei colleghi avevano rifiutato diverse offerte di lavoro o abbandonato i loro lavori per essere preparati per il concorso di fine Luglio. Ma questo, come vedrete, è stato il problema più irrilevante. In una situazione delicata e piena di imprevisti per tutti abbiamo compreso e accolto senza polemica il rinvio del concorso.

Stagione 1: dal bando al test

·24 luglio: viene pubblicato il bando di concorso, con data al 22 settembre. I candidati avranno tempo di iscriversi dal 28 luglio al 6 agosto.

· 29 luglio: gli iscritti al corso di formazione in Medicina Generale al primo anno, inizialmente esclusi dalla partecipazione, vengono ammessi al concorso, dal momento che a causa della pandemia non hanno ancora iniziato le loro attività di formazione (presa si servizio del CFSMG rimandato a fine Settembre 2020). Preannunciamo che questa disparità di trattamento darà sicuramente luogo a ricorsi.

· 3 agosto: i primi ricorsi portano una sentenza del TAR ad ammettere chi è iscritto al corso di formazione in Medicina Generale, anche ad anni successivi al primo, alla partecipazione al concorso.

· 4 agosto: si richiede al Ministero tramite numerose mail/PEC quanti siano gli iscritti al concorso. Si sollecita la pubblicazione dell’allegato che dettagli il numero di borse messe a concorso per ogni specialità.

· 20 agosto: lanciamo un appello alle forze politiche perché i chiarimenti sul bando siano richiesti non più tramite PEC (ignorate) ma con interrogazioni parlamentari. Non siamo ovviamente l’unica associazione a richiedere chiarimenti, ma tutti veniamo ignorati. Tra le altre cose, oltre ai dati sul numero di concorrenti e sul numero di posti messi a concorso per le scuole, non si conosce ancora la procedura con cui il Ministero ha intenzione di proteggere i concorrenti dal contagio da SARS-COV-2 (COVID-19). Vedendo la crescita dell’indice di contagio R0, viene richiesto nuovamente al Ministero di confermare l’intenzione di svolgere il concorso il mese successivo. Un minimo ritardo farebbe slittare la presa di servizio al 2021, con numerose conseguenze organizzative e burocratiche sulla carriera dei futuri specializzandi.

· 28 agosto: il Ministro Manfredi conferma, tramite un post sul suo profilo FB, la data del concorso. A parte i social, non c’è traccia di avviso ufficiale o di risposta alle numerose mail che, nel mese precedente, gli avevano richiesto tale conferma a fronte dell’aumento dei casi di COVID-19.

·28 agosto (qualche ora dopo): sul sito del MIUR viene pubblicato un avviso che rinvia la comunicazione delle sedi in cui i candidati dovranno svolgere la prova, inizialmente prevista per il 3 settembre, a data da destinarsi. I candidati, a meno di un mese dal test, non sanno ancora se dovranno organizzare pernottamenti o meno per raggiungere le sedi concorsuali. En passant, viene finalmente confermata con qualcosa che non sia un post social la data del concorso.

·11 settembre: a 11 giorni dal test, viene inviata una mail ai partecipanti in cui viene finalmente comunicata la sede in cui ciascuno dovrà svolgere il concorso. In intestazione alla suddetta mail, la data del concorso riportata è 2 luglio 2019.

·15 settembre: a 7 giorni dal test, viene comunicato il numero di borse messe a concorso e la distribuzione nelle scuole.

·16 settembre: a 6 giorni dal test, il testo integrativo completa le informazioni necessarie a parteciparvi. Finalmente, i candidati hanno le informazioni indispensabili a sostenere il concorso. Non c’è ancora traccia del modulo di autocertificazione COVID-19 che, da bando e da testo integrativo, ogni candidato dovrà portare con sé per essere ammesso nell’aula in cui è stato convocato.

·18 settembre: a 4 giorni dal test, viene pubblicato il modulo di autocertificazione COVID-19 di cui sopra.

·22 settembre: si svolge il test. 26000 candidati concorrono per 14000 posti. La graduatoria nazionale verrà pubblicata il 5 ottobre.

Stagione 2: la graduatoria

·22-29 settembre: vengono segnalate numerose irregolarità nello svolgimento della prova, tra cui utilizzo di cellulari in alcune aule, rifiuto di verbalizzazione da parte della Commissione di vicende avvenute e simili.

Una di queste segnalazioni riguarda una domanda, la numero 87, sulla quale la nota della commissione Nazionale si esprime così: “La Commissione nazionale ha riconosciuto fondate le segnalazioni pervenute sulla Domanda 87 del Testo Master (Prova Concorso SSM 2019/2020), rilevando che la proposizione tramite strumento informatico della illustrazione corredata alla domanda non rendeva agevole osservare in modo inequivoco la presenza o meno di eventuali lesioni. Pertanto per questa domanda viene attribuito punteggio pari a 1 a tutti i candidati.".

Nel frattempo, è ancora incerto l’esito dei ricorsi dei corsisti in medicina generale e dei già specializzandi che hanno chiesto che vengano a loro conteggiati anche i punti curriculum.

·5 ottobre: nel giorno di pubblicazione previsto della graduatoria, compare sul sito del MIUR un avviso che la rinvia a data da destinarsi. Il Ministero attribuisce la causa del rinvio ai ricorsi scaturiti dalle irregolarità di cui sopra. Non può essere pubblicata una graduatoria ufficiale se non si è ancora certi di chi può entrare o meno in graduatoria. Inoltre alcuni candidati fanno ricorso contro l’annullamento della domanda 87.

·6 ottobre: come praticamente tutte le altre associazioni di categoria e moltissimi colleghi singoli, richiediamo via PEC un’indicazione, anche generalistica, della data di pubblicazione della graduatoria prevista inizialmente per il 5 ottobre. In alcune comunicazioni viene ventilata la data del 26 ottobre. Il Ministero convoca alcune (solo alcune) associazioni di categoria in un incontro il 13 ottobre.

·12 ottobre: il Ministro afferma in un intervento all’assemblea del Comitato Universitario Nazionale che il 26 ottobre non verrà pubblicata la graduatoria, ma solo delle notizie su quando la graduatoria verosimilmente uscirà.

·13 ottobre: il Ministro non si presenta al tavolo ministeriale. Chi partecipa in sua vece non fornisce alcuna nuova notizia in merito alle tempistiche con cui ha intenzione di gestire la graduatoria, ma promette la pubblicazione a breve di un “cronoprogramma” (parola che d’ora in poi ricorrerà spesso).

·23 ottobre: il Consiglio di Stato, interpellato in merito ai ricorsi (che secondo il Ministero sono causa della non pubblicazione della graduatoria), afferma che non c’è motivo per cui il Ministero non pubblichi la graduatoria. Esorta infine il TAR a esprimersi in merito ai ricorsi presentati. Non c’è ancora traccia del sopracitato cronoprogramma.

·26 ottobre: contrariamente a quanto affermato dal Ministro il 12 ottobre, alle ore 15 viene pubblicata la graduatoria. I corsisti in Medicina Generale del secondo e terzo anno (vi ricordate l'inizio di questa lista? Loro) vengono esclusi dalla graduatoria, in quanto il loro ricorso è stato giudicato illegittimo.

·Viene annunciato in un avviso del Ministero che il cronoprogramma promesso il 13 ottobre verrà pubblicato il 9 novembre (dopo la pubblicazione della graduatoria).

Stagione 3: il cronoprogramma

·2 novembre: senza alcun preavviso, il portale online permette ai candidati di scegliere le sedi in cui immatricolarsi sulla base della loro posizione in graduatoria. Questa procedura, la cui data di inizio avrebbe dovuto essere annunciata nel cronoprogramma del 9 novembre, rimane aperta per mezz’ora. Dopo ciò, il portale viene resettato: il Ministero annulla le scelte operate dai candidati e parla di bug informatico.

·9 novembre: esce finalmente il cronoprogramma promesso il 13 di ottobre. I candidati, sulla base della graduatoria, potranno comunicare le loro preferenze di immatricolazione tra lunedì 23 novembre e sabato 28 novembre. Il 30 novembre verrà comunicata a ciascuno la sede di assegnazione, ed i candidati avranno tempo fino al 9 dicembre per immatricolarsi. Il 16 dicembre è prevista una fase straordinaria di recupero dei posti persi, il 30 dicembre tutti in reparto a iniziare la specializzazione.

·23 novembre: viene aperta la fase di scelta, ma viene contestualmente comunicato che, per motivi ignoti, la fase di scelta si chiuderà il 30 novembre a mezzogiorno (e non il 28 come da cronoprogramma). I candidati sapranno in che parte d’Italia dovranno trasferirsi il primo dicembre.

·30 novembre: la fase di scelta, che avrebbe dovuto concludersi a mezzogiorno, viene prolungata fino a mezzanotte. Tramite comunicazioni ad alcune associazioni (e senza alcun comunicato ufficiale), il Ministero informa che le prime immatricolazioni avverranno il 3 dicembre, e non il primo. I candidati avranno poco più di due settimane lavorative per trasferirsi, magari dall’altro capo d’Italia, nell’attesa di iniziare il 30 dicembre. Voci dicono che verrà pubblicato un nuovo cronoprogramma.

·30 novembre: la graduatoria viene modificata, vengono introdotti nuovamente i corsisti di medicina generale.

·1 dicembre: un comunicato ANSA (quindi non un sito ministeriale) informa i candidati di un nuovo slittamento. La fase di scelta terminerà il primo dicembre (e non il 30 novembre), le assegnazioni verranno comunicate il 3, i candidati si immatricoleranno dal 4 al 10 dicembre.

·2 dicembre: viene pubblicata una sentenza del Consiglio di Stato che allude alla necessità di adempiere alle procedure di assegnazione dopo la prossima riunione (fissata al 15 dicembre). Il Ministero, contattato da noi e da altri, afferma che le assegnazioni verranno comunque comunicate il giorno successivo.

·3 dicembre: il MUR comunica che le assegnazioni vengono rimandate a dopo la prossima riunione del Consiglio di Stato (fissata al 15 dicembre).

·3 dicembre (qualche ora dopo): Il Ministro, finalmente, si scusa con un video sui social che tuttavia non fornisce alcuna nuova informazione (nonostante il momento di incertezza).

·6 dicembre: incurante di tutte le richieste di confronto sulle tempistiche di SSM20 operate da TUTTE le associazioni, e soprattutto incurante dei motivi per cui tutti pensavano fosse necessario discutere prima di sparare ulteriori date randomiche, il Ministro dichiara al Corriere che "gli specializzandi saranno in corsia il 15 gennaio". Contestualmente, descrive il concorso parlando indulgentemente di "errori e ricorsi", sbagliando il numero di domande (dice che sono 100, quando in realtà sono 140) e facendo altri errori che ben descrivono l'attenzione riservata al concorso ed ai suoi partecipanti.

Riassumendo, sulla base di domande formulate in maniera ambigua o sbagliate, della debolezza del bando e di queste nuove selettività, inique nei confronti dei concorrenti e dunque viste come forme di inganno e iniquità, sono partiti una serie di ricorsi legali, alcuni peraltro promossi da associazioni di specializzandi, che hanno fatto incagliare il MUR dentro i cavilli che lui stesso aveva creato nel bando e nel test, in una sorta di Matrix-matrioska con, sullo sfondo, un impalpabile e incomprensibile movimento di Avvocatura di Stato, Consiglio di Stato e TAR.

Ciò ha reso di fatto impossibile il rispetto delle scadenze e delle condizioni che lo stesso MIUR aveva stabilito nel bando in quanto, a causa dell’incompetenza dimostrata, non è stato in grado di redigere un bando e di strutturare una prova con delle domande chiare. Ci troviamo in una situazione surreale, fatta di continui posticipi e ritardi, ma soprattutto di mancanza di comunicazioni chiare ed ufficiali, quanto anzi tardive e scarne.

Nessuna delle date successive indicate per la pubblicazione delle graduatorie è stata infatti rispettata e oggi ci troviamo ancora senza nessuna graduatoria di merito ufficiale e non mutevole, senza una chiara data di presa di servizio per l’inizio della specializzazione, prevista per il 30/12. Quest’ultima data, realistica o meno, pone una giustificata paura da parte nostra riguardo le tempistiche estremamente brevi in cui un assegnatario di borsa di specializzazione debba immatricolarsi e, quasi sicuramente, trasferirsi in un’altra città. In tutto ciò consideriamo le difficoltà create dalla situazione di pandemia e di misure restrittive agli spostamenti e il periodo delle festività natalizie.

La nostra presa di servizio in specialità coinciderà inoltre con un abbandono massivo dei servizi in attività per fronteggiare la pandemia: in sole due settimane (se effettivamente la graduatoria verrà pubblicata il 15 dicembre), per di più con le festività natalizie in mezzo, i futuri specializzandi dovrebbero trasferirsi nella sede di specialità e i servizi sanitari dovrebbero trovare altro personale per sostituire chi inizierà la specializzazione. Di norma, il tempo che intercorre tra le assegnazioni e la presa in servizio è di 3 mesi: questo permette ai futuri specializzandi di traferirsi in tempistiche ottimali e soprattutto dà il tempo ai servizi di organizzare un obbligatorio turnover del personale medico.

Inoltre, molti di noi, in questi mesi di continui rinvii, hanno rifiutato proposte di lavoro o si sono licenziati dai loro impieghi, fiduciosi che il MIUR avrebbe rispettato le scadenze di volta in volta annunciate.

Tutto ciò, come la nostra stessa formazione professionale da specializzandi, incide sulla salute dei pazienti, della popolazione nel suo complesso e dell’effettiva tenuta di una Sanità gratuita, pubblica e di libero accesso, come oggi la conosciamo.

Si tratta, dunque, di una situazione gravissima anche per la tenuta del Sistema Sanitario Nazionale, oltre che lesiva nei confronti della nostra dignità professionale.

Di seguito, riporto alcune associazioni e segretariati di specializzandi attualmente presenti in Italia:

ALS – Associazione Liberi Specializzandi

FederSpecializzandi

Anaao Assomed

Chi si cura di te?

SIGM – Segretariato Italiano Giovani Medici

SNAMI – Sindacato Nazionale Autonomo dei Medici

GMI - Giovani Medici per l'Italia

Cosa stanno chiedendo attualmente le associazioni, e su cosa stanno cercando di fare fronte unico:

1)      Anticipazione dei responsi del Consiglio di Stato relativamente ai ricorsi attualmente in corso, che bloccano l’iter che porterebbe all’ammissione in specialità degli aventi diritto e rimaneggiano la graduatoria continuamente in base alle vincite/perdite dei ricorsi;

2)      Pubblicazione di una graduatoria definitiva;

3)      Disposizione di contratti in sovrannumero a seguito di successivi ed eventuali rimaneggiamenti della graduatoria;

4)      Congrua tempistica per le fasi di ripescaggio a seguito delle prime assegnazioni, con necessario slittamento della presa di servizio (argomento dibattuto);

5)      Chiarimenti circa l’inizio delle incompatibilità degli incarichi attualmente ricoperti dai candidati;

6)      Comunicazione chiara ed efficace per via ufficiale a tutti i candidati del concorso;

7)      Inizio immediato dell’iter per una riforma delle specializzazioni;

8)      Inizio immediato dell’iter per una riforma dell’impianto concorsuale per il SSM2021, al fine di evitare i problemi presentatisi quest’anno;

9)      Inizio di un iter legislativo per una rigorosa programmazione degli ingressi al corso di Medicina e Chirurgia, per ridurre l’imbuto formativo;

10)   Finanziamento di borse di specializzazione per SSM2021 per un’abolizione dell’imbuto formativo attraverso la riforma delle specializzazioni.

Il seguente “riassunto” è stato scritto e condiviso all’interno del gruppo Telegram “SSM2020 FVG REAGIRE”, gruppo apposito creato in data 4/12/2020 a livello locale per mobilitarci e coordinarci nelle azioni di protesta e dissenso verso questo concorso nazionale SSM2020. Abbiamo anche manifestato con un flash-mob in Piazza dell’Unità d’Italia Martedì 8 Dicembre 2020 alle ore 11:00 .

Con questa lettera vorremmo appellarci a voi per un sostegno mediatico, che possa fare eco e sensibilizzare circa questa complicata e non più tollerabile condizione di approccio alla professione, nonché di mancato rispetto, che noi medici viviamo in prima persona, ma che riguarda il futuro della Sanità, dunque la salute del nostro paese.

Grazie infinite per la vostra attenzione.

Cordiali Saluti,

Gruppo Medici in attesa di specializzazione FVG

Immagine di copertina (foto di Daniele Cappelletto).