Fonte: Il Manifesto 01.02.09

La ricetta sbagliata di Padova

di Gianfranco Bettin

3 / 2 / 2009

Ora che è stata firmata, dopo tante chiacchiere e tanti annunci, possiamo giudicare a ragion veduta la nuova ordinanza emessa dal sindaco di Padova Flavio Zanonato, rivolta a colpire con una multa di 500 euro (evitabile accettando il trattamento al Sert) chi contravvenga il divieto di «acquistare o ricevere sostanze stupefacenti o psicotrope nelle aree pubbliche o aperte al pubblico insistenti in zone residenziali a Padova» oltre che di «consumare le sostanze in luogo pubblico o aperto al pubblico».
Le caratteristiche principali dell'atto sindacale (modellato su analoga, ma più ampia, ordinanza di De Corato, vicesindaco di Milano: dimmi a chi ti ispiri...) sono le seguenti.
1) Si occupa solo dei consumatori, e tralascia gli spacciatori perché, dice il sindaco, la normativa vigente (il Dpr 309/1990 e successive modifiche fino alla Fini-Giovanardi) li persegue già penalmente. Risultato prevedibile: grazie all'ordinanza comunale, che li mette nel mirino, saranno i consumatori a finire più spesso criminalizzati, oltre che multati.
2) Mette tutte le sostanze e tutti i comportamenti sullo stesso piano: puoi fumare uno spinello o iniettarti una dose di ero, puoi inghiottire una pasticca o farti un acido, e la multa è la stessa. Può essere la prima volta o la milionesima, e la multa è la stessa. Puoi essere uno che prova per curiosità o uno che, in quel momento, non può angosciosamente farne a meno, e la multa è la stessa. Risultato: sarà più difficile separare i mercati e i comportamenti, assimilando droghe leggere e pesanti, delinquenti e consumatori, neofiti e dipendenti, sparando nel mucchio.
3) Si applica solo in certe parti del territorio comunale. Ciò ne rivela lo scopo superficiale, propagandistico: ripulire «le zone residenziali» della città. Puoi pure strafarti delle cose peggiori, basta che lo fai lontano dagli occhi. Lì, il comune non si immischia.
Ed è proprio così: il vuoto di intervento sociale che Padova lascia nel campo delle tossicodipendenze è desolante. Operatori di strada zero, sul fronte della riduzione del danno o sul fronte della prevenzione: zero. Ci sono i Sert, ovviamente, che fanno capo all'Ulss (cioè alla Regione), ma sono strutture che i soggetti in stato di bisogno li aspettano. I comuni che davvero se ne preoccupano istituiscono servizi a bassa soglia, di strada o di quartiere, ed entrano così in contatto, in chiave preventiva, educativa o di recupero (facendo da tramite con i Sert o con altre strutture), con i soggetti interessati sui luoghi dell'esperienza quotidiana. E' più impegnativo, ma molto più efficace, di un'ordinanza che prevede una multa.
Il Nordest, da alcuni anni, e Padova non fa eccezione, è inondato da un fiume di droga. Da ogni tipo di droga, con una recente enorme ripresa dell'eroina, arrivata in grande quantità dall'Afghanistan liberato e dai Balcani democratizzati. Si vende a prezzi stracciati, la spacciano i vecchi mercanti di morte e nuovi, irresponsabili piccoli spacciatori. E' un mercato nel quale sono ben presenti anche certi insospettabili che investono e riciclano grandi somme. Stiamo vivendo, qui, la stagione più pericolosa da molti anni a questa parte. Serve, perciò, agire anche sul piano della repressione, in modo preciso, duro, tempestivo, pena una nuova strage come nei terribili anni '70 e '80.
Di fronte a questo quadro, nel migliore dei casi, l'ordinanza Zanonato è un rozzo, dilettantesco tentativo di fare qualcosa, facendolo però dal lato sbagliato, colpendo le persone sbagliate.

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