L'opportunità della rivolta - Videointervista a Fausto Bertinotti

Intervista a Fausto Bertinotti, in vista del 15 ottobre. A cura di Francesco Raparelli e Federico Puletti

7 / 10 / 2011

Da pochi giorni trovate in libreria l'ultimo numero (il 18) di Alternative per il socialismo, la rivista diretta da Fausto Bertinotti. Il titolo è potente: "L'opportunità della rivolta". Nell'editoriale Bertinotti chiarisce il carattere di questa opportunità e qualifica la rivolta come l'unico strumento utile per rilanciare una politica dell'alternativa, in Italia e nel mondo.

La riflessione è assai condivisibile: la crisi sistemica del capitalismo, esplosa nel 2007, ha fatto emergere in primo piano il carattere distruttivo e autoritario della finanza. La crisi del debito privato, infatti, è figlia del "gioco" speculativo al pari di quella del debito pubblico, del debito degli Stati sovrani. Eppure la finanza è espressione di nuovi rapporti di produzione e di sfruttamento, in questo senso è impossibile separare la logica finanziaria dall'economia reale. Altrettanto, quando la finanza istruisce e permea l'accumulazione di capitale, tra capitalismo e democrazia liberale si rompe ogni sodalizio. A partire da queste considerazioni capiamo perché la lettera agostana di Trichet e Draghi definisce le manovre finanziarie del governo Berlusconi. La democrazia rappresentativa è messa all'angolo da un governance, quella della finanza, che è sempre più verticale. Bertinotti parla di "recinto" e pensa che l'unico antidoto, per romperlo il recinto, sia la rivolta, quella che ha attraversato e attraversa l'Europa, da Roma a Londra, da Atene a Madrid, quella che ha segnato la primavera araba.

Il dibattito ci interessa e riguarda i movimenti fino in fondo. Ma riteniamo che questo dibattito debba essere articolato e ampio. Non fatichiamo ad assumere il primato ontologico della rivolta (dell'indignatio), fa parte della nostra pelle, del nostro stile, della nostra pratica politica. Il nodo che ci stiamo ponendo, però, e lo facciamo già da tempo, è capire in che modo definire una dimensione coestensiva e un rapporto ricorsivo tra tumulto e istituzioni. In questo senso, e con l'intervista a Fausto Bertinotti che vi proponiamo, vorremmo aprire la discussione, evitando in tutti i modi semplificazioni, girando alla larga da gossip e banalità. Costruire l'alternativa è cosa complessa, il primato del conflitto (che non può in nessun modo essere confinato nella gabbia prescrittiva della non violenza - e su questo rimandiamo ancora all'intervista) non esime i movimenti da una scelta costituente. Radicalità, oggi, vuol dire creatività istituzionale del conflitto, con tutto ciò che questo, nella contingenza politica, può determinare.

Una parte significativa dell'intervista, infine, è dedicata alla grande mobilitazione internazionale del 15 ottobre, il luogo giusto per cominciare a fare di questi temi motivi di sperimentazione pratica.

A seguire l'editoriale di Fausto Bertinotti integrale (in formato Pdf):

L'opportunità della rivolta