Perchè in una città come Trento, camminando per strada, devo avere paura?

13 / 3 / 2015

Nella notte tra il 9 e il 10 marzo scorso abbiamo assistito all’ennesimo episodio di violenza squadrista in città; violenza che non può più definirsi come “episodi di guerra tra bande”, nel momento in cui Giacomo Gamba, il ragazzo aggredito mentre tornava a casa dopo una serata con amici, non appartiene a nessuna realtà politica cittadina. Giacomo non è un attivista, non milita in alcuno spazio politico, crede come tante persone “nei valori della solidarietà, della tolleranza e della non violenza” : una "persona normale" la cui sua unica colpa è stata quella di passare per la via dove i militanti di CP stavano attacchinando i manifesti propagandistici di Blocco Studentesco, la famosa ala studentesca di CasaPound.

Sei contro uno, nel classico stile dei fascisti del terzo millennio che hanno colpito Giacomo alle spalle per poi continuare con le percosse anche quando è caduto a terra, con calci nel costato. Nove giorni di prognosi e sgomento per quello che è successo, che hanno portato il ragazzo aggredito a denunciare coraggiosamente quanto avvenuto, perché non cada nel silenzio, come troppe volte è accaduto nei mesi passati.

CasaPound, ovviamente nega di essere in qualche modo implicata, ma in questa città da quando ha aperto "il Baluardo", la sede dell'organizzazione fascista, sono più di venti aggressioni dell'estrema destra ai danni di attivisti, studenti e lavoratori. L'Osservatorio contro i fascismi del Trentino Alto Adige - Südtirol, la settimana scorsa, ha presentato un dossier dove, oltre a fare un resoconto di chi è CasaPound e come si muove sul territorio nazionale e regionale, continua a documentare i fatti che da ormai un anno e mezzo a questa parte stanno contornando la nostra città.

Perchè in una città come Trento, camminando per strada, devo avere paura?

Questo si chiede Giacomo in una lettera mandata ai giornali locali - qui la versione integrale pubblicata dal ilfatto24oreTrentino -, e questo è quello che ci chiediamo anche noi: infatti, non è possibile che in una città medaglia d'oro per la Resistenza, ci siano squadracce fasciste che picchiano impunite chiunque non incarni i canoni da loro prescelti, che siano attivisti di sinistra o meno. Sono violenze che non si possono accettare, sono violenze che stanno diventando "normali" e che vengono spesso coperte dai media mainstream, che di fatto nascondono  la pericolosità di questi elementi per la società civile.

Siamo vicini e solidali a Giacomo e, come lui, speriamo sia l'ultima vittima di queste violenze.