Perché parlare di #freebritney vuol dire parlare di lotta al patriarcato

27 / 7 / 2021

#freebritney è il movimento nato nel 2019, sui social, per denunciare le condizioni di vita di Britney Spears dall’inizio della conservatorship, ossia la tutela legale che il padre James Parnell Spears ha su di lei sin dal 2008, dopo che è stata sottoposta al codice 5150, ossia un trattamento sanitario obbligatorio.
La conservatorship alla quale è sottoposta è uno strumento legale americano che si applica alle persone non autosufficienti - in Italia diremmo incapaci di intendere e di volere - e che permette al tutore di controllare il patrimonio e la vita personale della persona assistita. Il movimento, che chiede la liberazione della cantante, ha visto una nuova ondata quando, circa un anno fa, Andrew Gallery - un fotografo che aveva collaborato con lei proprio nel 2008 - aveva letto su TikTok una lettera che Britney stessa gli avrebbe affidato in quel periodo. In questa lettera si confermerebbero i sospetti più volte esternati dai suoi sostenitori sul fatto che lei sia manipolata e controllata dal padre e che questo si rifletta sulla sua salute fisica e mentale.

Ad Aprile la cantante ha spazzato via tutti i dubbi denunciando ufficialmente il fatto di non avere più il controllo sulle decisioni che riguardano la sua vita e lo ha ribadito, il 23 Giugno del 2021, quando ha parlato per la prima volta in un’aula di Tribunale chiedendo di essere liberata dalla custodia.

Facciamo un passo indietro e vediamo cosa ha portato alla conservatorship:

Britney Spears nasce nel 1981 e come bambina prodigio inizia la sua carriera nel 1992 con la partecipazione al “The Mickey Mouse Club” insieme a personaggi come Justin Timberlake, Christina Aguilera e Ryan Gosling. Successivamente inizia la carriera da cantante con dei tour nei centri commerciali e aprendo i concerti degli ‘N Sync fino al suo album d’esordio ...Baby One More Time pubblicato nel 1999. Da quel momento in poi Britney è stata tra le più celebri e premiate artiste della storia della musica pop.

La sua vita privata è sempre stata al centro della cronaca, in particolare a partire dal 7 novembre del 2006, momento in cui ha chiesto il divorzio dal marito Kevin Federline, con il quale ha avuto due figli. Poco dopo, a Gennaio del 2007, venne presentato il singolo Gimme More, dal suoalbum Blackout, agli MTV Video Music Awards con un’esibizione in cui la Spears apparve confusa e appesantita dando l’inizio a moltissimi pettegolezzi. Circa due settimane dopo l’esibizione Britney entrò in una clinica di riabilitazione nella quale rimase meno di 24 ore. La notte successiva si recò presso una parrucchiera a Los Angeles che si rifiutò di rasarle i capelli, a quel punto Britney avrebbe preso il rasoio elettrico e compiuto il gesto da sola. L’episodio ebbe un eco mediatico mondiale e fu l’inizio del suo crollo. Nelle settimane seguenti fu nuovamente ricoverata in una clinica di riabilitazione, dopo aver completato il programma scrisse sul suo sito di aver toccato il fondo e che i suoi problemi derivassero dall’alcol e dalla depressione. I problemi per Britney, però, erano appena iniziati. Nell’Ottobre del 2007 perse la custodia dei figli e, il 3 Gennaio del 2008, si chiuse nel bagno di casa con loro rifiutandosi di riconsegnarli ai legali dell’ex marito. Fu proprio questo l’episodio che la portò a subire un trattamento sanitario obbligatorio - il famoso codice 5150 - e ad essere poi affidata al padre James Parnell Spears e al suo procuratore Andrew Wallet che presero il controllo di tutta la sua vita e del suo immenso patrimonio.

Questo periodo fu reso ancora più pesante dalla spettacolarizzazione dei suoi problemi, Britney era quotidianamente perseguitata da centinaia di paparazzi ovunque andasse, famosissimo fu l’episodio in cui ne aggredì uno con un ombrello dopo averlo supplicato di smettere di fotografarla. Ogni giorno veniva bullizzata sui tabloid sui quali uscivano notizie sul suo peso, il suo aspetto fisico, il suo rapporto con i figli, i suoi vestiti. Un circo mediatico che si è spinto fino ad annientare la sua persona alimentando qualsiasi tipo di pettegolezzo sul suo conto e contribuendo a rinforzare l’immagine di una Britney completamente fuori controllo. Una persona che per la legge, e per l’opinione pubblica, è stata considerata non non autosufficiente ma che in questi 13 anni è stata capace di realizzare 4 album, tour mondiali dal valore di 131 milioni di dollari, lanciare linee di profumi e essere giudice a X Factor, ma anche di ristabilirsi al punto da riottenere la custodia dei figli nel 2015.

Da dove nasce il movimento #freebritney?

Da molto tempo i suoi profili social e il suo storytelling digitale sono gestiti in modo un po’ particolare - si passa da video di sfilate in casa alle frasi motivazionali - al punto da diventare una specie di fenomeno. Per questo motivo si è creata molta attenzione sul suo modo di usare i social, al punto che due ragazze hanno deciso di fare un podcast su questo argomento. Nelle varie puntate si parla delle novità inerenti i social della cantante, in particolare si analizzano le caption dei suoi post, arrivando a sostenere che non sia lei a gestirli e questa ipotesi diventa virale. Poco dopo Britney smette di usare i social alimentando le moltissime voci che circolavano. Tempo dopo ricompare sui suoi account con una nuova foto e nel podcast si affermerebbe che, anche in questo caso, non sia stata lei a scrivere la caption perché sarebbe stata rapita. Queste congetture, alimentate dal fatto che la star non si esibisce in pubblico dal 2018, rendono ufficialmente virale il movimento #freebritney. Il movimento cresce ed inizia ad organizzare le proteste fuori dai tribunali in cui si decide periodicamente sul prolungamento della tutela.

Iniziano a circolare sempre più informazioni sulle condizioni della cantante e finalmente inizia ad emergere la realtà: la sua vita è interamente controllata dal padre, al punto che non può neanche scegliere i colori dei mobili della sua cucina, quando uscire di casa o chi vedere.

Chi è davvero il padre di Britney?

James Spears ha diversi precedenti come uomo violento, infatti la sua seconda moglie Lynne Irene Bridges, mamma di Britney, nel 1980 avrebbe divorziato e ottenuto un ordine restrittivo contro di lui, in quanto aveva problemi con l’alcol e più volte l’avrebbe aggredita e picchiata. Successivamente si sono riappacificati, ed è in questo momento che nasce Britney, e nei successivi 20 anni si sono sposati e nuovamente separati altre due volte. Non solo la mamma di Britney è stata vittima delle sue violenze, nel 2019 James Spears è stato condannato e sottoposto ad un ordine restrittivo per aver percosso il nipote, Sean Preston, con conseguente riduzione della custodia di Britney sui propri figli, faticosamente riottenuta nel 2015.

Quali sono le condizioni della conservatorship? Come uscire da questa situazione?

Nel mese di Agosto del 2020 l’avvocato della cantante ha finalmente chiesto la rimozione del padre dal ruolo di tutore legale, possibilità che a lungo le era stata nascosta. Secondo quanto depositato agli atti, Britney sarebbe addirittura disposta a rimanere in un regime di conservatorship purché venga rimosso suo padre dall’incarico di tutore; sarebbe infatti possibile che gli subentri una società finanziaria, che in parte già gestisce il patrimonio. Inoltre Britney ha dichiarato che non tornerà a lavorare fino a quando non si sarà liberata dalla tutela del padre.

Le condizioni cui è sottoposta sono tantissime e pesantissime: è sorvegliata giorno e notte, deve chiedere il permesso anche per uscire di casa, è obbligata a tenere la spirale che le impedisce di avere un’altra gravidanza, a prendere il litio, è perennemente minacciata di ricovero se non fa tutto quello che le viene ordinato e suo padre ha accesso a tutte le sue cartelle cliniche e ai colloqui con i medici.
Suo padre, inoltre, decide chi può vedere e chi no, firma i contratti per lei e gestisce tutte le sue risorse, lei attualmente ha accesso solo all’ 1.4% dei suoi ricavi ed è riuscita ad ottenerli solo dopo sua espressa richiesta.

Liberarsi da questa situazione è complicatissimo, per farlo deve dimostrare che non esistono più i presupposti per la tutela, ma la statistica su questi casi non è incoraggiante, visto che raramente la risposta del tribunale è positiva.

Le dichirazioni rese all’udienza del 23 Giugno sono sconvolgenti, nei 20 minuti di deposizione Britney racconta tutte le violenze che ha subito dal padre, in particolare racconta come suo padre abbia amato ogni minuto del suo pianto, di come fosse felice di avere il controllo su una persona potente come lei. 

Britney il 14 Luglio del 2021 ha ottenuto la possibilità di avere, dopo 13 anni, un suo avvocato di fiducia cha la accompagni nella sua battaglia per la libertà dopo anni di violenze, abusi, pressione mediatica e sessismo.

Britney il 15 Luglio del 2021 per la prima volta ha scritto sul suo account Instagram #freebritney, confermando che in mezzo a tante teorie strampalate, un fondo di verità c’era.