Alla cortese attenzione del Sindaco di Rimini
Andrea Gnassi
Giovedì 17 novembre, nella giornata internazionale del diritto allo studio anche Rimini, così come tante altre città italiane, ha visto attraversare le proprie strade da tanti studenti e studentesse che non si sono limitati a vivere questa data come una mera ricorrenza, ma vista l’attualità e la gravità di una crisi strutturale di sistema e delle politiche adottate da questo governo basate unicamente sui tagli e sulla compressione dei diritti, hanno deciso di riempire la giornata di tanti contenuti e tematiche che vivono quotidianamente sulla propria pelle. Circa 300 gli studenti che questa mattina sono scesi in piazza a Rimini per dire no ai tagli alla scuola ma anche per rivendicare il proprio diritto allo studio, l’importanza di avere uno spazio sociale autogestito dove dar vita alle loro idee e all’interno del quale costruire, insieme alle altre realtà cittadine sensibili al tema, un’ alternativa all’attuale modello di società in forma cooperativa e nuova. Si è ribadito inoltre il diritto ad una mobilità sostenibile per tutti e tutte e la contrarietà all'inutile opera del TRC, oltre all’attualità e all’importanza dell’antifascismo tra i giovani: tematiche, queste, che sono state affrontate durante tutto il percorso del collettivo degli studenti.
Portiamo avanti la lotta
per il diritto alla mobilità perché ci siamo trovati ad
affrontare un rincaro dei prezzi dei biglietti da 1.00 euro a
1,20-1,50 euro, aumento che ovviamente si è abbattuto anche sul
costo degli abbonamenti, che hanno raggiunto prezzi altissimi.
Un rialzo che però non è stato affiancato da un miglioramento del
servizio offerto. Le conseguenze di questi rincari vanno a colpire le
fasce più deboli della
società a partire da noi studenti
e dalle nostre famiglie, costrette a pagare il costo di questa crisi
e di questi tagli. Oltre all'aumento del biglietto e degli
abbonamenti, il trasporto pubblico è stato diviso in zone, con la
conseguenza di ulteriori tagli alle corse degli autobus e un
ulteriore rincaro per chi abita fuori dalla zona del centro. Alcuni
studenti sono costretti addirittura a pagare ben 3 abbonamenti per
arrivare a scuola!
Abbiamo ritenuto inoltre di esprimere la nostra
contrarietà ad una megaopera inutile come il Trasporto Rapido
Costiero non per conservatorismo o perché non vogliamo il progresso,
ma proprio perché riteniamo che il progresso e una mobilità
sostenibile nascano dalla riconversione dell'esistente, dalla
promozione spinta del TPL (Trasporto Pubblico Locale) contro quello
privato delle automobili, dalla valorizzazione e dall’implementazione
della linea ferroviaria, del bike e car sharing. Il TRC è
l'anticamera della privatizzazione del TPL se per realizzarlo è
necessario un mutuo e dentro la crisi saranno i più deboli a
risentirne.
Il TRC andrà a gravare, inoltre, ancora una volta sulle tasche dei cittadini (il costo complessivo della sua realizzazione si aggira per ora sui 150 milioni di euro ma siamo sicuri aumenterà) e allo stesso tempo non comporterà un miglioramento né del trasporto locale né delle emissioni tossiche e tantomeno risponderà alle esigenze dei cittadini e del distretto turistico poiché andrebbe a coprire una tratta minore rispetto a quella effettuata dall’attuale autobus numero 11, magari in un tempo più breve, ma con dei risvolti negativi quali l’aumento dell’inquinamento e una diminuzione del servizio offerto ai cittadini, con una riduzione delle fermate pari al 70% rispetto a quelle garantite dall’attuale linea 11. Per non parlare poi degli inevitabili disservizi e disagi causati dalla presenza dei cantieri necessari alla costruzione dell’infrastruttura, oltre agli ulteriori soldi che il l’Amministrazione pubblica si troverà a sborsare ai cittadini per l’espropriazione dei terreni sui quali verrà costruito il TRC (questo sorgerà infatti a monte della linea ferroviaria, dove sono presenti abitazioni).
Per affrontare almeno in
parte questi problemi ci siamo resi promotori, così come
tanti altri studenti e studentesse in altre città, di un’iniziativa
chiamataticket-crossingche ha come
obiettivo il riutilizzo dei biglietti già obliterati ma non ancora
scaduti, servendosi di diversi punti di raccolta nei punti nevralgici
del trasporto pubblico nella città. Un’iniziativa di
autorganizzazione e cooperazione dal basso per cercare di
rispondere ai costi della crisi, utilizzando a pieno il tempo di
validità del biglietto, dal momento che abbiamo notato che molto
spesso i biglietti vengono utilizzati solo una decina di minuti,
quando ne valgono 90.
Proprio al termine del corteo odierno, in un
incontro positivo con due dirigenti della Tram di Rimini abbiamo
avuto l'occasione di presentare e di confrontarci su alcune istanze
che riguardano gli studenti da vicino, come il rincaro dei
biglietti e abbonamenti proponendo agevolazioni tariffarie in
base alle fasce di reddito. Ciò per mettere in evidenza come la
nostra non sia una contrarietà sterile e a prescindere
riguardo il nodo della mobilità piuttosto che altre tematiche che ci
riguardano o che interessano la nostra città ma che al contrario, di
fianco alla contrarietà, sappiamo porre anche altre soluzioni,
percorrendo un agire costituente, prendendo esempio da quel grande
movimento contro la privatizzazione di un bene vitale come l’acqua,
che alla contrarietà della privatizzazione e del profitto su un bene
comune, ha saputo creare e produrre leggi, stati giuridici e cultura.
In quest’ottica pensiamo ad esempio che i costi per la
realizzazione del TRC potrebbero essere destinati al ripristino degli
assegni di cura o ad altri sevizi del welfare locale così violentati
dallo strozzinaggio del debito pubblico e delle imposizioni della
BCE.
Chiediamo come Collettivo studenti che si crei e si produca una diversa politica intorno al governo della nostra città, una politica che metta in primo piano la res-publica e le istanze promosse dalla cittadinanza nell’epoca della crisi e la loro sovranità; una politica che sia in grado di valutare quando un’opera infrastrutturale sia davvero utile ai cittadini o quando invece la sua realizzazione non sia funzionale solamente agli interessi di pochi; un governo del territorio che attraverso il confronto con la cittadinanza possa gestire al meglio i finanziamenti sempre minori che le amministrazioni comunali ricevono a livello statale, cercando di agevolare l’uscita dalla crisi. Quello che proponiamo in particolare in materia di mobilità sono abbonamenti in base alla fascia di reddito delle famiglie e agevolazioni per gli studenti. In tutto il mondo sta crescendo un movimento che vuole costruire un'alternativa a questo sistema, in Italia e a Rimini anche. Dobbiamo riprenderci in mano il nostro futuro, costruire un'alternativa reale, perché il nostro futuro di tutti e tutte noi è una cosa seria, riguarda le vite di migliaia di cittadini e cittadine che abitano in questo territorio.
Lo scorso weekend, nella data di mobilitazione globale lanciata da #occupywallstreet (11.11.11), anche noi studenti siamo scesi in piazza insieme ai DraghiRibelli ed eravamo presenti alla tre giorni di accampada sotto i portici del Comune. Abbiamo condiviso così con altrila necessità, come emerso in numerose momenti (compreso le primarie per il Sindaco), che anche a Rimini si attivi un percorso virtuoso per la conquista di uno spazio sociale autogestito all’interno del quale dare vita alle nostre idee e ai nostri desideri, ad una cultura accessibile a tutti e comprensibile, ad un welfare che parta dai bisogni e dalla cooperazione sociale libera dai profitti, a dare forma concreta – in buona sostanza - all’alternativa che stiamo e vogliamo costruire e realizzare insieme a tante e tanti contro il violento governo della crisi.
Siamo certi che questi sono problemi che dovrete affrontare anche voi nei prossimi mesi, avrete due strade da scegliere o quella della legalità formale agita contro i cittadini a difesa delle lobby e dei diktat finanziari, o quella della giustizia sociale, dell'equità e della partecipazione. Altre soluzioni non si intravedono.
Noi naturalmente lavoriamo per la seconda opzione, per un'uscita dalla crisi che parli di beni comuni, difesa dei nostri territori, creazione di nuove forme di welfare in particolare per le fasce sociali (giovani, precari, inoccupati) non tutelate dall’attuale sistema di ammortizzatori sociali incentrati unicamente sul lavoro garantito, con la realizzazione di un reddito di cittadinanza universale e incondizionato (a livello locale ad es. utilizzando i fondi derivanti dalla tassa di soggiorno) come avviene peraltro già in molti paesi dell'UE tranne che in Grecia e in Italia. È giunto il momento di scegliere da che parte stare, dalla parte della rendita o da quella della vita. Speriamo che le nostre parole e riflessioni siano messe a valore dal ruolo che lei ricopre. La nostra generazione non si arrenderà alla rassegnazione e alla shock economy.
I più cordiali saluti.
19 Novembre 2011Collettivo studenti Rimini
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