Rimini - #FacciAmoci Spazio - Luoghi abbandonati, povertà e riutilizzo

Nota stampa della Campagna FacciAMOci Spazio e del Lab.PazProject sulla campagna oscena condotta dalla stampa locale rispetto agli spazi abbandonati

15 / 7 / 2013

Che il mestiere di giornalista comprensivo di professionalità, serietà ed etica sia esercitato sempre più da un numero inferiore di appartenenti alla categoria, numero che diminuisce in modo preoccupante se si guarda alla stampa locale, non è una novità. Ma se dalla narrazione di un fatto di cronaca si passa alla creazione del capro espiatorio, alla stigmatizzazione, alla disumanizzazione di una persona, rimescolando quell'humus già troppo fertile a causa di una crisi tutt'altro che transitoria e della povertà e miseria che si tocca sempre più con mano tra le persone, non si può più rimanere in silenzio.

Le parole hanno un valore, un portato, un peso, e non possiamo più sopportare che vengano utilizzate indiscriminatamente, in particolare se si tratta di persone già etichettate a priori come non-cittadini, fuori dalla legge, illegittimi.

L'emersione di quelle che vengono definite “forme di degrado” che attraversano vari luoghi della nostra città lasciati da decenni in stato di abbandono e che sembra siano tanto care alla maggior parte delle testate locali per costruire mostri da sbandierare in prima pagina, va di pari passo alle politiche legalitarie e securitarie espresse in questi anni dalle giunte nella nostra città.

Non ci possiamo stupire che luoghi abbandonati ed inutilizzati da anni divengano ripari di fortuna per persone POVERE e in difficoltà economica ed abitativa; luoghi, peraltro, in cui si può morire, come dimostrano i fatti di cronaca degli ultimi mesi consumatisi all'interno di strutture abbandonate presenti in città di cui ci siamo ampiamente occupati con la Campagna FacciAMOci Spazio.

Non ultimo il caso dei due giovani riminesi figli della migrazione con problemi di tossicodipendenza. È bastata l'etichetta “punkabbestia” per impedire/censurare qualsiasi dibattito di senso che avrebbe dovuto riguardare tutti, come quello sull'aggregazione giovanile e sul disagio che attraversa la città legato al consumo di sostanze pesanti ma anche ad un modello di divertimentificio fatto solo di business, grandi eventi e merci ma non di relazioni in carne ed ossa e di cultura.

Che ne vuole fare l'amministrazione comunale di questi spazi? Ritiene che la soluzione sia mettere spranghe e mattoni alle porte e alle finestre dei tanti stabili abbandonati in modo da impedirne l'accesso a persone bisognose di case e servizi e continuare a rivolgersi al mercato delle cartolarizzazioni, svendendo beni di tutti i cittadini o chiedendo cifre insostenibili per il loro affitto come nel caso delle palazzine AMIR?

Sul muro esterno dell'ex Macello c'è una scritta un po' scolorita. Dice: “Ogni spazio maltrattato funziona molto meglio come spazio liberato”. Liberato dall'abbandono, dall'incuria, dalla sporcizia. Liberato e restituito alla città, riempito di servizi, di progettualità sociali e culturali, per tutti. Riempito da tutte quelle persone che vogliono qualcosa di migliore per la loro vita e per quella dei loro figli rispetto al deserto che viviamo quotidianamente e che si prefigura davanti a noi ogni giorno.

La nostra città inizia ad essere piena di spazi abbandonati, di veri e propri buchi neri, anche privati, indirizzati verso meccanismi di speculazione e rendita piuttosto che di valorizzazione per la città tutta. E' questa la vera ferita aperta a Rimini, per riprendere le parole utilizzate nell'articolo del Resto del Carlino del 13 luglio 2013. Ed è questa la ferita che va ricucita, aprendo spazi di libertà, di confronto e di costruzione di un nuovo modello di società. FacciAmoci Spazio!

Rimini wake up!

Campagna FacciAMOci Spazio – Lab.Paz Project