Rimini - Solidarietà [di Giulia E. 14 anni]

1 / 6 / 2015

Il tema di una studentessa delle scuole medie del territorio scritto dopo che in classe hanno letto la rassegna stampa dello sgombero di Casa Madiba Network e di Villa Flo ed Eva

Solidarietà: parola formata da undici lettere che racchiude in sé un grande significato ed è un valore degno di essere coltivato.

Solidarietà: rapporto di comunanza tra i membri di una collettività pronti a collaborare tra loro e ad assistersi a vicenda. Undici lettere una parola ma infiniti significati.

Io vedo la parola solidarietà come un possibile sinonimo del sostantivo possibilità. Si, perchè alla fine la solidarietà sono possibilità che si danno agli altri e a noi stessi, di vivere meglio, sorridendo alla vita e alle altre persone.

Chiudete gli occhi, immaginate un nuovo paesaggio, un nuovo mondo, siete su una collina, il prato è verde e il sole accende l’ atmosfera. Poi le persone…beh le persone non hanno nomi propri, come ci si immagina: Luca, Riccardo, Laura, etc. Bensì sostantivi astratti, caratteristiche più che altro, come ad esempio: Amicizia, Rabbia, Gelosia, Solidarietà, etc. Ecco, quest’ultimo, Solidarietà è un po’ bassino e magrolino, ha i capelli chiari, dei denti bianchissimi e il naso all’insù. Ed è…beh… un bambino, di dieci anni per la precisione.

C’è un grande parco in questa collina, sempre affollato di persone. Solidarietà, questo è il suo nome, si è appeno svegliato e dopo aver dato da mangiare al gatto va verso il parco per divertirsi con i suoi amici. Per arrivarci deve passare da una stradicciola in periferia. Lì c’è un centro culturale sociale, beh in parole più semplici un posto che fa bene alle persone. Si chiama casa Madiba, è organizzato da dei ragazzi volontari, più o meno giovani. Ogni giorno che passa davanti a questa casa la vede sempre in festa con due ragazzi senegalesi che gli sorridono mentre giocano a carte e bevono un caffè. Oggi è diverso, c’è qualche problema, le porte sono tutte aperte, finestre pure e si sentono urla da dentro. Solidarietà sale su un balcone e appena entra nella casa vede tutte le camere devastate e così si avvicina alle scale che si affacciano sul salone principale e vede schierati da una parte i dieci senegalesi con i ragazzi organizzatori e dall’ altra la polizia con i manganelli pronti nella mano.

Solidarietà si sente tirato in causa e corre, corre verso il centro della stanza tra le due forze oppositrici. Lui visitava spesso quella casa, era amico di tutti e spesso si facevano lunghe chiacchierate insieme. Ora è in mezzo, tutti lo guardano, tiene le braccia tese per allontanare i due gruppi; stava per parlare e iniziare a dire tutti i motivi per i quali quel grande caos era sbagliato. All’improvviso un poliziotto lo prese, lo tirò per un braccio e infine lo cacciò dalla casa, solidarietà non c’era più e il bambino neppure. Ora aprite gli occhi e ascoltate: questo è un fatto realmente accaduto ed è secondo me un’ingiustizia sociale. Casa Madiba offre tanti servizi agli stranieri e li aiuta nelle loro vite. Ma la cosa spaventosa è che ogni giorno sentiamo fatti di cronaca legati alla non solidarietà, a persone che non si rispettano e che non conoscono l’umanità. Ogni fatto che succede è colpa di noi persone che non conosciamo la solidarietà e i suoi valori. Solidarietà era un bambino perchè questo principio va insegnato ai più piccoli fin da subito. Perchè le nuove generazioni sono loro, ovvero noi. Io ho solo quattordici anni ma mi sento di dire che serve solidarietà per vivere, proprio come una ricetta. Questa parola vuol dire che mentre camminiamo per strada dobbiamo fermarci, tornare indietro e guardare tutte le persone che non abbiamo aiutato, alle quali invece potevamo dare una mano che per noi rappresentava poco tempo e fatica ma per loro poteva essere tanto.

Ma non è solo questo, è solidarietà di pensiero: svegliarsi la mattina e attuare dei piccoli accorgimenti ai quali prima non si faceva caso. È come mettere delle nuove lenti agli occhiali per vedere meglio ciò che ci circonda… Anzi vivere meglio con ciò e con chi ci circonda. L’importante è capire che se non ci mettiamo in testa di cambiare e non pensare solo a noi stessi, noi e questo mondo andremo a rotoli. E chi vuole vivere in un mondo che va a rotoli?

Giulia E.