Oggi
si è fermato il mercato delle braccia in Campania! Migliaia di migranti
costretti a lavorare in nero principalmente in edilizia e in
agricoltura con paghe sempre più basse (ormai anche sotto i 20 euri a
giornata) e condizioni di sicurezza inesistenti, si sono fermati. E
tantissimi tra essi hanno deciso di metterci la faccia, scendendo in
piazza con cartelli e volantini in quegli stessi luoghi dove ogni giorno
caporali e padroncini reclutano i propri Kalifoo (lett. "schiavo a
giornata").
Lo sciopero dei "Kalifoo" si è così palesato nei
principali siti del lavoro nero (almeno venti in tutta la provincia di
Napoli e di Caserta), da Casal di Principe a Baia Verde
(Castelvolturno), da Villa Literno a Licola, Afragola, Scampia, Quarto,
Caivano, Qualiano, Marano, Villaricca e Giugliano.... Con il supporto
sul campo degli antirazzisti campani.
Un evento a suo modo storico, perchè mai prima d'ora in Campania (e in
Italia), gli immigrati sfruttati in nero avevano scioperato così
massicciamente, decidendo coraggiosamente di mostrarsi, col rischio di
rappresaglie dei caporali o di compromettere il rapporto di lavoro con
il padroncino di turno.
Una scelta fatta per rivendicare diritti e dignità, salario e sicurezza, a partire da quel permesso di soggiorno
senza il quale è impossibile sfuggire ai ricatti e molto spesso
trasforma le vittime in colpevoli: sono clamorosi infatti gli effetti
della cosiddetta "direttiva Maroni contro il lavoro nero", che invece di
colpire i caporali e lo sfruttamento, si è tradotta in retate di massa
contro i lavoratori immigrati!
Regolarizzazione, allargamento dell'articolo 18, recepimento coraggioso
della direttiva europea sull'emersione del lavoro nero: sono tanti gli
strumenti possibili ma finora elusi da un governo attestato su posizioni
ideologiche e repressive. Per non parlare della condizione sempre più
precaria dei tantissimi che in Italia sono rifugiati o hanno chiesto
protezione umanitaria.
Lo sciopero di oggidice a tutti che il lavoro immigrato in Campania non è solo quello di
colf e badanti e chiede una presa di posizione decisa di tutti gli
attori sociali e politici veramente democratici. In un territorio
devastato dal lavoro nero come da una piaga secolare, i migranti hanno
dato a tutti, anche agli autoctoni, un segnale di coraggio importante!
Allo stesso modo bisogna rispondere: basta repressione, basta leggi
xenofobe, si alla regolarizzazione e ai diritti!
La mobilitazione continuerà domani
con il corteo a Caserta insieme alle iniziative che si tengono in tutta
italia e che termineranno il 15 ottobre in un presidio nazionale sotto
il ministero dell'Interno, per poi partecipare, il giorno dopo, al
corteo dei metalmeccanici.
Movimento degli immigrati e dei rifugiati di Caserta e della Campania