Chi è davvero socialmente pericoloso?

Solidarietà a Simone, rifiutiamo le intimidazioni!

19 / 5 / 2011

 Ieri Simone, un nostro giovanissimo compagno, ha ricevuto dalla Questura di Roma un “avviso orale” relativo ad una sua supposta “pericolosità sociale”.

Quello che viene contestato a Simone è il suo protagonismo da anni all’interno delle battaglie sociali della nostra città dall’Università alle lotte per la casa, gli spazi sociali e nel territorio del IV municipio. Tutti i fatti che gli vengono contestati si inseriscono infatti non in episodi di criminalità o violenza, ma in battaglie che assieme e alla luce del sole abbiamo portato avanti in questi anni: che pericolosità sociale ci può essere in chiedere nuovi diritti e un futuro migliore e più degno per tutti?

Ridurre il conflitto sociale ad una mera questione di ordine pubblico usando strumenti che hanno il sapore di leggi speciali e di tempi bui per il nostro paese è per noi inaccettabile, come è inaccettabile criminalizzare momenti di mobilitazione sociale e collettiva come le manifestazioni non autorizzate, il blocco della mobilità e l’occupazione provando a restringere l’agibilità dei singoli attivisti.

Simone è uno studente che ha sempre svolto la sua attività in maniera pubblica, esponendosi in prima persona e adoperandosi per creare spazi di discussione e movimento prima di tutto nei luoghi della formazione come scuola e università, ci sembra incredibile che questo venga ritenuto con un provvedimento amministrativo “socialmente pericoloso”, come può essere considerata socialmente pericolosa la partecipazione? Come può essere considerato “socialmente pericoloso” l’impegno pubblico? Crediamo che questo sia solo un provvedimento intimidatorio per colpire Simone e le situazioni in cui è protagonista provandole a stigmatizzarle, ma questo giochetto non gli potrà riuscire visto il riconoscimento e il radicamento sociale di queste esperienze.

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