Venezia - Corteo acqueo, per dire no all'inceneritore

Consegnate 15.000 firme

16 / 2 / 2010

Questa mattina una delegazione dell’Assemblea permanente contro il rischio chimico di Marghera, accompagnata da esponenti delle associazioni ambientaliste e amministratori locali veneziani, ha dato vita ad un corteo acqueo da piazzale Roma fino a palazzo Balbi, sede della Regione.

Nella seduta odierna, infatti, la Giunta regionale avrebbe dovuto discutere ed approvare la delibera che regolerà i rapporti tra SIFA SpA (la società controllata dalla stessa Regione che ha recentemente acquisito l’impianto SG 31) ed SPM (la società consortile che gestisce i servizi industriali di Porto Marghera), una nuova convenzione necessaria per il riavvio dell’inceneritore SG 31.

A bordo di tre imbarcazioni, con striscioni contro il trattamento dei rifuti tossico-nocivi provenienti da tutta Italia nell’impianto di Marghera, una finta ciminiera da cui usciva un inquietante fumo grigio scuro e un impianto voci che diffondeva musica e interventi contrari alla riapertura dell’SG 31, sono state portate alla sede della Giunta Regionale oltre 15.000 firme di cittadini di Marghera, Mestre e Venezia, che chiedono alla Regione di rinunciare al progetto che farebbe del nostro territorio la pattumiera dell’intero Veneto.

In sala Pedenin, mentre le barche e gran parte dei manifestanti presidiavano il Palazzo all’esterno, una piccola delegazione è stata ricevuta dal Capo di Gabinetto della Giunta Regionale dott. Francesco Dotta e dal Dirigente del settore Ambiente, responsabile per Porto Marghera, dott. Giovanni Artico, i quali hanno giustificato l’assenza dell’Assessore Marangon, trattenuto a Rovigo da impegni istituzionali.

Dopo aver espresso soddisfazione per il nuovo ulteriore rinvio della delibera che avrebbe dato il via libera al riavvio dell’SG 31 con rifiuti di ogni provenienza, agli alti funzionari regionali sono state presentate due richieste.

La prima, che la discussione del progetto esca dalle “segrete stanze” della Giunta regionale e che, in nome dei principi della trasparenza e della partecipazione (già positivamente sperimentati quando si discusse del Vallone Moranzani), la Regione si presenti a Marghera per illustrare pubblicamente le sue intenzioni sull’SG 31 e per confrontarsi con le richieste della popolazione, prima di approvare qualsiasi atto ulteriore.

La seconda, che in ogni caso la convenzione contenga l’obbligo di trattare a Marghera esclusivamente fanghi biologici provenienti dal ciclo integrato delle acque del bacino locale, vietando esplicitamente la possibilità di alimentare la piattaforma SG 31 con fanghi o altri rifiuti speciali e tossico-nocivi provenienti dall’esterno.

In conclusione, l’Assemblea permanente non può che notare l’estrema difficoltà, da parte della Regione Veneto, ad imporre un progetto pericolosissimo per la salute degli abitanti, che riporterebbe Marghera indietro di vent’anni e che sta incontrando la crescente ostilità della popolazione. Il successo dell’iniziativa di oggi conferma la necessità di mantenere alta la vigilanza sulle scelte che si compieranno nelle prossime settimane, complice il clima pre-elettorale, e di esercitare la massima pressione sulla Regione affinché siano tenuti lontani da Porto Marghera nuovi veleni: abbiamo già pagato un prezzo altissimo e pretendiamo per il nostro territorio bonifiche, risanamento e riconversione verso produzioni pulite e sostenibili.