Gerusalemme, 8 giugno 2011) Secondo il nuovo rapporto di AIDA, le limitazioni di movimento e accesso imposte da Israele all’operato delle organizzazioni umanitarie e di sviluppo nei Territori Occupati Palestinesi costano almeno 4,5 milioni di dollari l'anno. Non mancano gli impedimenti anche da parte dell’Autorità Palestinese e di Hamas.
Nelle 13 pagine del report“Restricting Aid - The Challenges of Delivering Assistance in the Occupied Palestinian Territory,”
le agenzie umanitarie fanno appello alla comunità internazionale per
chiedere a Israele di rimuovere le barriere che impediscono agli
operatori umanitari e ai loro servizi di muoversi liberamente verso e
tra le comunità in cui operano.
In un contesto in cui una persona su quattro vive al di sotto della soglia di povertà, queste restrizioni imposte isolano la popolazione civile palestinese e di fatto escludono le fasce più vulnerabili dagli aiuti umanitari.
"Queste
restrizioni privano la gente di Gaza di una reale possibilità di
ripresa. Circa l'80 per cento della popolazione dipende dagli aiuti
umanitari, il nostro tempo e il nostro denaro sono sprecati poiché è
impossibile far muovere liberamente il personale e i materiali necessari
alla realizzazione dei programmi nella Striscia di Gaza”, ha dichiarato
Kathy Joubeh, Direttore di MAP.
"A migliaia di bambini palestinesi viene negato l'accesso
all'assistenza sanitaria specialistica, e spesso, anche a quella
primaria. A loro e alle loro famiglie viene il più delle volte impedito
di raggiungere gli ospedali della Cisgiordania e di Gerusalemme est,
anche in presenza di patologie gravi che non possono essere curate nella
Striscia di Gaza. I nostri operatori devono a volte attendere settimane
per ottenere il permesso di entrare nella Striscia per attuare i nostri
programmi umanitari e questo provoca ritardi, sprechi e dispersione
enorme di fondi e di energie, a discapito di una popolazione che privata
delle fonti di sussistenza, della possibilità di lavorare, di coltivare
la terra e di pescare, ha ormai bisogno quasi di tutto”, dichiaraPiera Redaelli, responsabile dei progetti in Palestina diTerre des Hommes. “Non è ammissibile che gli aiuti non possano arrivare alle popolazioni che ne hanno più bisogno”.
Se da un lato gli impedimenti di movimento e di accesso allla Striscia di Gaza sono ampiamente noti, in Cisgiordania le limitazioni imposte stanno avendo un impatto negativo sulla realizzazione dei programmi di aiuto forniti in alcune zone. Le agenzie riportano che le restrizioni di accesso poste alle comunità che vivono nella cosiddettaSeam Zone(una zona militare chiusa fra la linea verde e il muro) hanno fortemente impoverito la popolazione, al pari di Gaza. Il 79% dei beduini e delle comunità di pastori nella Valle del Giordano non ha sufficiente cibo per nutrirsi.
Nel villaggio di Barta, in cui 5.400 persone vivono chiuse all'interno dellaSeam Zone, circondate da un recinto elettrificato, alcune organizzazioni internazionali non sono nemmeno riuscite ad ottenere un permesso d'accesso di due ore per valutare i bisogni della comunita’. "Barta non è un caso isolato", ha dichiarato Pauline Nunu, Coordinatore Paese per l'accompagnamento Ecumenico in Palestina e Israele (EAPPI). "Sono molti i casi in cui le persone non riescono a raggiungere i servizi di cui hanno bisogno e la comunita’ internazionale non ha alcuna possibilita’ di intervento, per via dei limiti imposti alle organizzazioni umanitarie."
I
limiti non sono imposti solo dal governo israeliano: anche l’Autorità
Nazionale Palestinese ed Hamas hanno introdotto impedimenti burocratici
che rappresentano un ostacolo alla efficace distribuzione degli aiuti,
distraendo tempo e risorse dalle attivita’ delle organizzazioni
umanitarie.
In allegato ilrapporto“Restricting Aid - The Challenges of Delivering Assistance in the Occupied Palestinian Territory”
Ufficio Stampa Terre des Hommes
Rossella Panuzzo
mail:[email protected]
tel. 02 – 28.97.04.18– 340 3104927www.terredeshommes.it
Nota per i giornalisti:
L'Associazione delle Agenzie di Sviluppo Internazionale(AIDA) è un organismo di coordinamento del forum delle organizzazioni internazionali non governative e no-profit (ONG) che condividono un interesse comune nel promuovere adeguati programmi umanitari e di sviluppo nei territori palestinesi occupati (OPT). Le sue funzioni principali sono la rete tra le agenzie di soccorso e di sviluppo, la condivisione delle informazioni, e la promozione di ideali di difesa, sicurezza e formazione.Per informazioni:http://www.aidajerusalem.org
Coordinamento di più di ottanta organizzazioni di cooperazione e sviluppo internazionali attive nei Territori Occupati Palestinesi, tra cui Terre des Hommes
Palestinian Central Bureau of Statistics, ‘Poverty in the Palestinian Territory, 2009 -2010’, Press Release, (10 April 2011).
UNRWA, UNICEF and WFP, ‘Food Security and Nutrition Survey for Herding Communities in Area C’, Joint Household Survey,(February 2010)