Messico - A Ciudad Juarez la carovana per pace con giustizia e dignità lancia il patto cittadino

12 / 6 / 2011

Ultimo giorno della marcia per la giustizia e la dignità.

Ciudad Juárez, Chihuahua.

Dopo una la lunga giornata, la penultima della Caravana por la Paz con Justicia y Dignidad, centinaia di persone e di organizzazioni hanno incominciato a  firmare il Pacto Nacional, un documento che ha come base la smilitarizzazione del paese, che non menziona un possibile dialogo con il Governo Federale e che contiene, tra gli altri punti, la richiesta di giudizio politico contro il presidente Felipe Calderón e il rifiuto della Iniciativa Mérida. Si è imposta così la storia di Ciudad Juárez; la fermezza delle sue organizzazioni; l'enorme esperienza fatta, senza chiederlo, nell'essere la città con maggiore violenza di tutto il paese, l'epicentro del dolore, come la chiama il poeta Javier Sicilia. “A Juárez adesso non importa niente. Già siamo stati e siamo tornati” riassume un attivista del Frente Plural Ciudadano.

Juárez ha rappresentato fin dal primo momento una tendenza importante all'interno del movimento. Per alcuni, la ferma posizione degli juarenses e delle organizzazioni come la Coordinadora Metropolitana contra la Militarización y la Violencia, intorno ai temi come la smilitarizzazione e il profilo della interlocuzione con il governo, è stata radicale; per altri, i più, erano punti centrali in quello  che il movimento non poteva cedere, nonostante Javier Sicilia insistesse sulla necessità di dialogare con le autorità, “aunque a muchos no les guste”. Questa posizione è avallata dalla Comitiva de familiares de las víctimas che ha accompagnato la Carovana però non rappresenta l'insieme del movimento.

Alle dieci di sera, il vescovo di Saltillo, Raúl Vera, il poeta Javier Sicilia, il padre Miguel Concha. l ex vicario della diócesi di San Cristóbal de Las Casas, Gonzalo Ituarte, Oscar Enríquez, del Centro de Derechos Humanos Paso del Norte, e alcuni dei famigliari delle vittime come Julián Le Barón, de Chihuahua e Teresa Carmona, di Cancún, hano firmato il Patto.

Una enorme fila di juarences e singoli e organizzazioni della Caravana por Justicia y Dignidad hanno fatto o stesso.

Gli altri accordi raggiunti sono stati la proposta di una nuova Carovana, questa volta verso il sud del paese, con la finalità di rendere visibili le condizioni di povertà e violenza che prevalgono in questa parte del paese oltre ad esigere una nuova politiuca per i giovani, i diritti indigeni e la richiesta di avanzare nela democrazia partecipativa.

La mobilitazione si è svolta nella Explanada del monumento a Benito Juárez, spazio in cui sono state realizzate le discussioni dei gruppi di lavoro nei locali dell'Universidad local. Nelle discussioni l'argomento più controverso è stato quello di trovare un accorso sulla relazione del movimento nato da due mesi con Felipe Calderón, tema questo che è stato presente nelle ultime djue assemblee generando alcuni momenti di tensione.Javier Sicilia ha iniziato il dibattito nei gruppi di lavoro segnalando che calderon è un presidente tremendamente debole che è arrivato ad avere la carica con grandi spspetti di illeggitimità ed è il principlae responsabile diu questa gueera ed inoltre ha dettonon è l'unico, ma sono responsabili anche i partiti politici e il congresso che l'hanno permessa.

La séptima jornada arrancó en el tristemente recordado campo algodonero, lugar de cultivo hace unos años y hoy completamente urbanizado, en el que 8 cuerpos de mujeres fueron encontrados enterrados en el 2001. Aquí, Evangelina Arce, representante de madres con hijas víctimas de feminicidio o desaparecidas, dijo: “no queremos chivos expiatorios, sino que las autoridades arresten a los verdaderos culpables”. En este lugar se reunieron cerca de mil personas, quienes con veladoras, cruces rosas y decenas de globos blancos recordaron a las víctimas y exigieron el esclarecimiento de los asesinatos.

Dopo l'atto del campo di cotone, la Carovana se è spostata all'Università Autonoma della città di Juarez per accordarsi sui termini del Pacto Nacional.. Parallelamente Sicilia ha organizzato una conferenza stampa che ha chiarito che l'obiettivo finale è di imporre ai governanti di fare le rigforme che richiede il paese per uscire da questa situazione creata dalla guerra contro il narcotraffico.

Le diverse visioni che si sarebbero mostrate più tardi nella discussione, si sono manifestate anche di fronte alle domande della stampa locale quando, per esempio, ha domandato al poeta Sicilia gli avanzamenti della negoziazione con il Governo, che ha Ciudad Juarez a suo tempo era stata intentata senza alcun risultato. La risposta di Sicilia è stata “anche se non ci piace le autorità sono quelle che stanno nelle istituzioni ed è con loro che dobbiamo discutere.

Tratto da:

Messico - Carovana per la giustizia e la dignità 7 giorno