Terzo Diario dalle carovane - Senza Mais non c'è il Messico

3 / 12 / 2010

"Sin maiz no hay pais", senza mais non c'è paese. È uno degli slogan che i contadini messicani in marcia oggi lungo le strade di Città del Messico – assieme ai movimenti nazionali e internazionali giunti con le Carovane di Resistenza - ripetono ad ogni piè sospinto.

 

Il mais sacro, giurano, alimento primario del popolo messicano per generazioni, è in pericolo. L'invasione degli Ogm mette a rischio la sopravvivenza di migliaia di specie. E dopo la crisi della tortilla che nel 2007 vide di colpo i prezzi quasi raddoppiare, di nuovo quest'anno il valore dell'alimento ha ripreso a volare. Più 45% nei soli primi nove mesi dell'anno. Le cause: la maggior domanda di cereali per la produzione di bioetanolo, ma anche i danni alle produzioni causate dagli uragani Karl e Alex. E la Fao avverte: la sicurezza alimentare del Messico è a serio rischio. “Un paese ricco come il nostro dipende ormai dalle importazioni di alimenti” racconta Juan Pablo, contadino e attivista de La Via Campesina, reggendo in mano uno striscione con la scritta Fuori l'agricoltura dai TLC.

 

“Le politiche di governo e le imprese continuano a cacciare migliaia di persone dalle zone rurali. Ma è un atteggiamento miope: l'agricoltura contadina può sfamare e raffreddare il pianeta”. La distruzione della sovranità alimentare è un problema di molti paesi: “il fallimento di questo modello è dimostrato dal fatto che una persona su sei nel mondo soffre la fame” aggiunge Bob, attivista statunitense del movimento di appoggio ai piccoli agricoltori.

 

La Marcia per la Vita che sfila nell'immensa megalopoli è una distesa di facce e cartelli che chiedono diritti e giustizia. Ai lati ed alle spalle un dispiegamento imponente di forze di polizia. In testa un variopinto camion con una scritta cubitale: globalizziamo la lotta, globalizziamo la speranza.

Pubblicato il 3 dicembre 2010 - Il Manifesto

Marica Di Pierri

Responsabile Comunicazione Ass. A Sud