Tunisia: Amina lascia le Femen

L'attivista tunisina accusa il gruppo di essere islamofobo e finanziato in maniera oscura

20 / 8 / 2013

Amina Tyler, al secolo Amina Sbouï, lascia le Femen e si dissocia dal gruppo femminista, dichiarando che le loro azioni sono state controproducenti nel suo Paese.

L'annuncio è stato fatto dall'attivista, tornata in libertà dopo due mesi di prigione,  nel corso di una intervista al sito Huffington Post Maghreb; nella quale, ha dichiarato «Non voglio che il mio nome sia associato ad una organizzazione islamofoba. Non ho apprezzato l'azione di ragazze che gridano «Amina Akbar, Femen Akbar» davanti all'ambasciata di Tunisia in Francia o quando hanno bruciato la nostra bandiera davanti alla Moschea di Parigi. Questo tocca molto i musulmani e molti i miei parenti. Bisogna rispettare la religione di tutti».

Un altro cruccio dell’attivista è il finanziamento del gruppo: "Ho chiesto, ripetutamente, a Inna (si tratta di Inna Shevchenko, leader del movimento nato in Ucraina), ma non ho avuto delle risposte chiare. Non voglio più fare parte di un movimento dove c'è del denaro di dubbia provenienza. E se fosse Israele a finanziarlo? Lo voglio sapere".

Per Amina l’unica alternativa resta l’anarchia, visto come stanno le cose a Tunisi. 

Venerdì scorso ha pubblicato un’altra foto in topless con la scritta sul petto: “Non  abbiamo bisogno della vostra democrazia”

Provocante anche la posa, visto che si è fatta ritrarre mentre si accende una sigaretta al fuoco della miccia di una bottiglia Molotov. 

L’attivista è in libertà condizionata fino al prossimo processo in ottobre, quando i giudici saranno chiamati a decidere sulla denuncia ricevuta per aver disturbato un ritrovo dei salafiti di Ansar al Sharia.

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