Teatro Ridotto - La Casa delle Culture e dei Teatri

Bologna - Finestre sul giovane Teatro

13 - 14 - 15 Maggio 2011

4 / 5 / 2011

Teatro Ridotto

presenta

FINESTRE SUL GIOVANE TEATRO

con la partecipazione di

Laboratorio EmigratA

Teatro Natura

Il Filo dei Venti (un progetto pedagogico del Teatro Ridotto)


Un progetto dedicato ai giovani gruppi per dare visibilità ad un teatro che non ha molte possibilità di mostrarsi e creare l'occasione per un confronto tra i diversi partecipanti. È di fondamentale importanza riprendere le "vecchie abitudini" degli incontri di scambio di lavoro al di là delle rappresentazioni; la parte che precede la realizzazione di uno spettacolo, che è appunto l'allenamento dell'attore, è un momento fertile per la trasmissione di nuovi stimoli e per lo scambio di esercizi di svariate provenienze.


Le persone interessate a seguire come uditori il lavoro di training dei gruppi partecipanti che si svolgerà dalle 10.00 alle 14.00 possono fare richiesta al Teatro Ridotto che organizzerà il trasporto con navetta dalla Stazione Centrale di Bologna (partenza ore 09.00). È necessaria la prenotazione, la partecipazione è gratuita e a numero limitato.

PROGRAMMA

13 Maggio ore 21.00 LABORATORIO EMIGRATA “Drammaturgia EmigratA”

14 Maggio ore 21.00 TEATRO NATURA “Miti D’Acqua”

15 Maggio ore 21.00 IL FILO DEI VENTI Dimostrazione di lavoro


FINESTRE SUL GIOVANE TEATRO
Finestre perchè li guardiamo da fuori?
Finestre perchè le porte rimangono sempre chiuse?
Finestre perchè li guardiamo comodi dal davanzale e poi rientriamo ai nostri affari casalinghi?

E giovane teatro?
Solo perchè siamo un paese vecchio, nelle sue istituzioni e nei suoi pensieri organizzati?


Gli amici del Teatro Ridotto invece ci tengono alle loro porte aperte, alle relazioni che da ormai più di 28 anni hanno con il mondo degli studenti universitari, con chi si affanna a creare scena continuando a dedicare tempo alla formazione attoriale e drammaturgica, spesso in angoli nascosti dei continenti; per questo le loro finestre non sono una vetrina e neanche un concorso a premi, per quanto senza le une e gli altri non avremo conosciuto molto del miglior teatro degli ultimi 10-15 anni.

Non sono vetrina perchè il Teatro che li ospita non se ne appropria per metterli in mostra, ma li riconosce come interlocutori, come chi vuol vedere gli attrezzi di giovani falegnami.

Saranno in scena per tre giorni consecutivi tre gruppi che non hanno moltissimo in comune, se non l’instabilità tipica delle nuove formazioni teatrali, sempre più precarie nelle forme organizzate quanto decise nella comunicazione artistica.
Non abbiamo intravisto codici comuni se non l’antico sforzo di sperare in un rapporto fertile tra creatività/formazione e territori, oppure nella comune necessità di incontrare maestri e tecniche della scena senza presunzione di rottura perenne e contemporaneamente evitandone l’emulazione estetica.

Tre giorni di confronto, di incontro e di curiosità per segnali di fertilità che uno spazio come la Casa delle culture e dei teatri vuol continuare a dare alla città, in una città che sta ancora cercando, a 11 anni da Bologna 2000 una politica culturale in cui creazione artistica e servizio pubblico camminano insieme, soprattutto in un sistema teatrale in cui vi è la necessità di ricontrattare spazi e ruoli per artisti e operatori tanto nella dimensione artigianale quanto in quella imprenditoriale.

Il teatro delle nuove formazioni è linfa per gli spazi della scena bolognese, non pericolo; è attività necessaria di un progetto di stagione non data aggiuntiva dai costi pagati da altri.

Fabio Abagnato

LABORATORIO EMIGRATA “Drammaturgia EmigratA”EmigratA è una condizione. E’ una condizione personale, sociale, artistica, creativa, scientifica. EmigratA presuppone un percorso, un partire dal nido, dall’ambito e dall’ambiente di provenienza. E’ necessità di incontro, di esperienza, di interazione. Drammaturgia EmigratA è una dimostrazione di lavoro sui percorsi di creazione, di lavoro su se stessi, di relazione e incontro con l’altro necessario alla creatività. EmigratA è anche la metodologia, che muove gli ambiti solitamente distanti per nutrire la creatività nella pedagogia e la ricerca.
Emigrare nelle neuroscienze, negli studi che contribuiscono alla consapevolezza della materia prima del teatro: il corpo-mente dell’attore e dello spettatore. Nelle ricerche di scienziati che incontrano e collaborano con le “culture teatrali”. Negli studi sui processi performativi, in modo particolare sull’azione, poiché, come evidenziano le neuroscienze, azione e interazione sono lo scopo ultimo di tutte le nostre funzioni cognitive, in quanto creature viventi dotati di sistema nervoso.
Emigrare nella complessità, nello sguardo umile delle scienze nei confronti dell’interrelazione, della spontaneità, della creatività del mondo del vivente, che evolve per processi di auto-organizzazione, agisce per vie imprevedibili, per percorsi irripetibili ma costantemente creativi nelle loro iterazioni.
La dimostrazione di lavoro offrirà uno sguardo sulle dinamiche creative e metodologiche del Laboratorio EmigratA a partire da alcuni frammenti di una performance attualmente in preparazione.


TEATRO NATURA “Miti d’Acqua”C’è stato un tempo in cui l’umanità, nel viaggio che la allontanava dalla natura- la sua casa originaria- ancora si sentiva parte di essa; era l’epoca in cui il dialogo con le rocce, gli alberi, i cervi, i fiumi, le grotte era ancora vivo e vive erano le reazioni, le domande sul senso di questo nostro essere immersi in un mondo naturale di tanta struggente bellezza quanto di terribile potenza. Domande scaturite dallo stupore dei sensi, turbate dalla percezione di una parentela e da un sentirsi in quella quasi risucchiati, tentati all’abbandono nel flusso vitale. E innamorati del vivente, della pietra, dell’uccello, del lago.
Nelle ‘metamorfosi acquatiche’ di Ovidio ritroviamo i frammenti di questo amore perduto dove il mondo delle passioni umane e quello degli elementi naturali vivono ancora in un contatto fecondo di straordinari riflessi. Fonti, fiumi, laghi vivi, abitati da ‘geni locali’ ci parlano del valore irriducibile dei luoghi da dove scaturiscono le storie di Aretusa, Ermafrodito, Atteone, le loro immagini e la musica. Sono acque fresche che in limpide superfici scherzano con luce e riflessi; acque profonde che in gorghi torbidi cantano di oscurità fertili e inconsce; acque dal respiro infinito .
Ascoltare, nella vivente presenza di un luogo naturale, un mito e la melodia che ne scaturisce può evocare un’emozione pura, inconsueta, che ci parla di un’appartenenza reciproca forse dimenticata: tra ciò che scorre dentro di noi e ciò che scorre fuori, nella natura circostante.
Per questo spettacolo Sista Bramini è stata segnalata (Garrone-La Repubblica) al premio UBU tra le migliori attrici del 2004.

IL FILO DEI VENTI – dimostrazione di lavoroLa base di lavoro non è tanto di “insegnare” semplicemente delle tecniche, quanto di aiutare i partecipanti a ri-conoscere alcuni principi basici che regolano il “bios” scenico dell'attore e il suo comportamento nel campo della ricerca pre-espressiva. La base del lavoro è costituita dall'adattamento di alcuni principi pratici di lavoro, sintetizzati in lunghi anni di ricerca, alle esigenze personali e alle possibilità dei partecipanti.
Il programma di lavoro comprende una esplorazione del "mondo pre-espressivo" dell'attore del quale il "training" è la manifestazione visibile. Il training fisico è costituito da differenti "forme-allenamento", per così dire: la "Danza del vento"; il"Samurai"; la "Geisha"; il "Verde", il "Lanciare e tirare" ecc, attraverso le quali si possono scoprire le diverse "qualità dell'energia" e i diversi modi di utilizzarla nello spazio.
La "danza del vento" é un lavoro basato sulla proiezione dell'energia; attraverso di essa si cerca anche la leggerezza del corpo. Il "Samurai" é basato sull'energia forte; il "Lanciare e tirare" parte da esercizi tecnici precisi con i quali si attraversano differenti "livelli" posturali del corpo: in questo modo si ottengono figure da esplorare per un uso drammaturgico.
Il lavoro è integrato da una sezione sul lavoro vocale, che affronta la ricerca dei "risuonatori" basici e dei diversi modi di utilizzare la voce.
Lina Della Rocca, fondatrice del Teatro Ridotto, nel corso di venticinque anni di lavoro si è formata pedagogicamente nel nostro teatro, e con Iben Nagel Rasmussen dell'Odin Teatret, fa parte del gruppo internazionale Farfa nell'ambito del progetto "Ponte dei Venti'' diretto da Iben Nagel Rasmussen,che si tiene stabilmente ogni anno a Holstebro (Danimarca) dal 1989. Inoltre ha partecipato a due incontri del progetto "Ponte dei venti latinoamericano" tenutosi in Bahia (Brasile) e alle due sessioni italiane tenutesi a Scilla (Rc) nel 1996 e Bologna nel 1997 .


Per info e prenotazioni: 051/402051 - teatro [email protected]
Ingresso 10€


Il Teatro Ridotto si incaricherà di organizzare il ritorno a Bologna per gli spettatori che ne avranno bisogno


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Teatro Ridotto, La Casa delle Culture e dei Teatri
Via Marco Emilio Lepido, 255
Lavino di mezzo – 40132 Bologna
(Autobus 87 dal centro di Bologna)
Tel. 051402051 – 3339911554
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Sito web: www.teatroridotto.it