“Donna, Vita, Libertà” – Un fumetto sulla rivolta Iraniana a cura di Marjane Satrapi

4 / 3 / 2024

Il titolo del fumetto Donna, Vita, Libertà (Rizzoli Lizard, 2023, 272 pp.) è lo slogan delle proteste scoppiate in Iran a partito dal loro evento scatenante, l’assassinio della studentessa iraniana Mahsa Amini da parte della polizia morale iraniana che la accusò di non aver indossato in modo consono il velo, l’hijab.

Marjane Satrapi, autrice della graphic novel di successo a sfondo sociale ambientato tra il suo paese d’origine, l’Iran appunto, e l’Europa, Persepolis, colpita dalle proteste nel suo paese ha deciso di dar vita a questa opera di cui è curatrice. È proprio lei a spiegare nell’introduzione come è nata l’idea e quali sono gli obiettivi di questo testo, uscito prima in Francia e poi in Italia ad un anno esatto dallo scoppio delle proteste che rivendicavano giustizia sociale e diritti per le donne in Iran, da lei definite come “un rivoluzione femminista sostenuta dagli uomini”. L’opera è frutto del lavoro della Satrapi insieme a Farid Vahid, politologo esperto di storia dell’Iran, Jean Pierre Perrin, reporter di lunga data per “Liberation”, ed Abbas Milani, storico, direttore del dipartimento di Iranina Studies a Standford. Insieme al loro supporto hanno collaborato quattro fumettisti iraniani ed altri tredici provenienti da Europa e America, noti a livello internazionale. Marjane Satrapi spiega le due vocazioni del testo: volere tentare di spiegare cosa sia successo (e cosa sta ancora succedendo) in Iran, a partire dall’assassinio di Mahsa Amini, e contestualmente dare un segnale agli iraniani protagonisti delle ondate di protesta nel loro paese di sentirsi supportati all’estero. 

Ora, personalmente avevo preso questo libro con qualche pregiudizio: pensavo fosse un’opera strillata, poco ponderata, frutto delle contingenze storiche che di fatto la hanno partorita. Mi sono sbagliato, perché si tratta di un lavoro di approfondimento sulla storia dell’Iran che va al di là di alcuni fatti topici di cui si parla, riuscendo a dare un quadro esaustivo e completo. È un fumetto appassionato in cui le strisce dei fumettisti sono cariche di senso e forza visiva, ed ogni intervento è legato insieme all’altro con una certa armonia. È un fumetto politico, che si schiera a supporto di una società civile (attenzione, non proprio tutta, insomma personalmente credo che a volte Satrapi parli di “rivoluzione” oppure di “popolo iraniano” in modo non proprio scientifico) che ha avuto il coraggio di protestare contro un regime in grado di mettere in atto una repressione sanguinaria e violenta.

Nel primo di questi fumetti, La scintilla della rivolta, a cura della fumettista iraniana Bahareh Akrami e di Farid Vahid. Si parla dell’omicidio di Mahsa Amini, di come questa studentessa che un giorno di fine settembre sia finita nei tentacoli repressivi della polizia morale iraniana che la ferma ad un posto di blocco, la accusa di non portare correttamente l’hijab, la porta in caserma e la uccide a furia di violente percosse. 

Ma cos’è la polizia morale? Si tratta di un’organo delle forze dell’ordine iraniano che mira a far rispettare, soprattutto alle donne, regole di comportamento come: non portare scarpe troppo aperte e non lasciare vedere ciuffi di capelli che spuntano dal velo. A seguito del decesso di Mahsa Amini (la polizia proverà a dire in modo infingardo che la ragazza aveva già problemi di salute), scoppiano delle protesta in tutto il paese iraniano che non avevano avuto mai nessun precedente nella storia contemporanea del paese per partecipazione, al grido di Donna, Vita, Libertà e Morte al Dittatore. C’è ancora la firma di Bahareh Akrami e Farid Vahid in un altro dei fumetti presenti nella raccolta curata da Satrapi: è Figure per la storia. Si parla di arresti, detenzioni, uccisioni a mezzo di sparizioni di coraggiosi attivisti (gente comune, giovanissimi che hanno utilizzato intelligentemente i propri profili social, avvocatesse, il celebre rapper Toomaj) in Iran che hanno sfidato il regime iraniano durante le proteste. 

In Nascita di uno slogan della fumettista francese Catel insieme a Jean – Pierre Perrin, riguarda la nascita dello slogan Donna, Vita, Libertà, adottato con impeto e passione dai manifetanti iraniani nel 2022. Esso trae le sue origini dal Rojava, esperienza rivoluzionaria del nord-est della Siria, laboratorio di democrazia diretta in cui le donne sono coinvolte in tutte le lotte. 

A seguire L’inno della rivolta dell’illustratrice iraniana classe 1991 che vive a Toronto Shabnam Adiban e Farid Vahid. Si parla di Barayeh, la canzone – inno del movimento Donna, Vita, Libertà, del giovane cantante iraniano Shervin Hajipour. Il brano, diffuso sul proprio account Instagram all’indomani dell’assassinio di Mahsa Amini, ha ricevuto in pochi giorni decine di milioni di visualizzazioni e riesce ad ottenere il premio Grammy per la migliore canzone per il cambiamento sociale, che dedica ai cittadini iraniani in protesta. Il brano parla dei motivi per cui è giusto scendere in strada a protestare: per la libertà di ballare e baciarsi per strada, per i diritti delle donne, contro le disuguaglianze sociali sempre maggiori nel paese, contro l’inquinamento e l’assenza di politiche ambientaliste dei dirigenti della Repubblica Islamica, contro la discriminazione dei migranti afghani in Iran (spesso bambini) che non si vedono riconosciuti i propri diritti nel paese, e per molti altri motivi per cui vale la pena di lottare. Ancora il tema della repressione nelle manifestazioni della vita quotidiana in Iran è affrontato nell’altro fumetto di Shabnam Adiban e Farid Vahid, dal titolo La festa dei pericoli.

Poi c’è Una manifestazione in Iran, di Pascal Rabatè (fumettista francese) e Jean Pierre – Perin. E’ una breve storia in cui si parla delle enormi difficoltà per i cittadini iraniani che vogliono organizzare una libera manifestazioni nel loro paese: sorvegliati, braccati, sia dalla polizia in assetto anti – sommossa ed in moto, sia dai Lebas Shakhsi, picchiatori in borghese violenti e senza scrupoli.

Nell’inferno della prigione di Evin, di Mana Neyestani (disegnatore iraniano che da anni vive in Francia come rifugiato politico) e Farid Vahid, contiene nel suo titolo il contenuto del fumetto. Si parla infatti della famigerata, non in senso positivo, prigione a nord di Teheran, Evin, in cui i prigionieri politici vengono maltrattati e a cui viene negato ogni diritti di base per una persona in carcere. In un altro fumetto di Neyestami e Vahid, Vi osservano, si affronta il tema della manipolazione dei media da parte del regima di stato iraniano. 

Segue poi Venerdì Nero. In una manciata di pagine. il disegnatore francese Winshluss insieme a Jean Pierre – Perin raccontano dello stupro di una ragazza di 15 anni in Belucistan da parte del capo della polizia del porto di Chabahar. Ne conseguono forti proteste popolari a cui la polizia risponde con il fuoco, provocando la morte di 66 persone. Questo massacro si inserisce nel grande movimento di contestazione che ha travolto l’Iran dopo il pestaggio e la morte di Mahsa Amini. 

E poi c’è Ribellarsi a vent’anni, del celebre disegnatore catalano Paco Roca insieme a Farid Vahid. Nelle tavole si racconta la presa di coscienza delle donne iraniane che affrontano le discrimazioni presenti nella loro realtà quotidiana nell’Iran di oggi. In un altro fumetto, Il dialogo dei morti, (scritto con Jean Pierre Perrin) il fantasma del protagonista, un giovane ucciso nelle proteste, dialoga con alcuni fantasmi di martiri iraniani morti appartenenti all’esercito del paese, e spiegando loro la differenza di morire per un’ideale di libertà e giustizia sociale rispetto a quello del sacrificio per un ordine imposto dai capi di un esercito. 

A seguire L’inverno delle esecuzioni, del disegnatore politico Touka Neyestani (nato a Teheran, attualmente vive a Toronto) insieme a Jean – Pierre Perin. In questo fumetto viene affrontato il tema delle condanne a morte di giovani iraniani, a mezzo di impiccagione, per aver partecipato alle proteste a seguito della morte di Masha Amini.  Ma è in Chi guida l’Iran che Neystani e Perin danno il meglio, grazie alla forza espressiva, simbolica e satirica del disegnatore iraniano. Si parla della figura politica a capo dell’Iran, l’Ayatollah Khamenei, leader religioso del paese, comandante in capo delle forze armate che detiene la maggiore autorità legale ed extralegale per controllare e governare il paese. È infatti il corpo dei Guardiani della Rivoluzione Islamica il partner più potente di Khamenei, composto da 400 mila membri (si tratta di forze di polizia) insieme a miliziani in borghese, il cui compito principale è quello di reprimere qualsiasi voce di dissenso nel paese. 

C’è poi Studentesse avvelenate, Bee, insieme a Farid Vahid disegnatore e artista francese, in cui si racconta la pratica repressiva e subdola del governo iraniano di avvelenamento delle studentesse nelle scuole iraniane, al fine di poter far cessare qualsiasi tentativo di protesta contro il regime: dal novembre del 2022 in diverse scuole in tutto l’Iran oltre mille ragazze sono state avvelenate con gas tossici. Un altro fumetto di Bee e Farid è Nel cuore della diaspora affronta il tema dell’ingente emigrazione iraniana, un flusso di emigrati che dall’Iran si sposta in altri paesi in cerca di lavoro e di una vita sociale e culturale migliore, viziata in Iran da politiche repressive iniziate a fine anni 70. “Noi iraniani che abbiamo lasciato il paese siamo circa otto milioni”, dice un personaggio all’inizio del fumetto. 

In Le tre rivoluzioni, di Hamoun (collettivo di artisti iraniani)e Abbas Milani, si fa una carrellata delle tre rivoluzioni che nel 900 hanno caratterizzato la storia persiana. La conclusione che si legge alla fine è questa: “Per ora gli scossoni e le tante rivoluzioni non sono riusciti a instaurare un governo democratico […] Ma il placido e determinato mormorio che si leva da ogni gesto di sfida in Iran sembra dire: “Vinceremo”. 

Newroz in famiglia di Hippolyte, fumettista francese, e Farid Vahid, è una short graphic novel ambientata in una famiglia iraniana durante la ricorrenza più importante del calendario del paese persiano, il Newruìoz, il capodanno che si svolge in primavera. Nonostante il clima familiare e legato alla festa, è comunque inevitabile parlare della repressione del governo iraniano che condiziona la quotidianità dei cittadini. 

Ci sono anche due paginette scritte da Marjanne Satrapi, con un unico disegno in vista, tra i vari fumetti che compongono questa raccolta, un intervento breve ma incisivo dal titolo Cosa dire dei guardiani della rivoluzione?. “Il Corpo dei guardiani della rivoluzione islamica (pasdaran in persiano) è un’organizzazione paramilitare che dipende direttamente da Khamenei[…] Da quarantaquattro anni arrestano, torturano e derubano il popolo iraniano. […] In breve, rappresentano la violenza, il fanatismo e la corruzione del regime nel nostro paese”. 

Molto interessante è il fumetto che segue a quello di Marjanne Satrapi, ovvero, I ragazzi d’oro del regime, o cosìdetti “Aghà Zadeh”, figli di responsabili politici ed oligarchi del paese, scritto da Patricia Bolanos (illustratrice spagnola che vive a Brooklyn) e Farid Vahid. Ancora una volta viene chiamato in causa il Corpo dei Guardiani della Rivoluzione Islamica, questa volta sotto un altro aspetto rispetto a quello di essere il braccio armato repressivo del regime. Si tratta in realtà di un’istituzione altamente ricca e privilegiata che controlla gran parte delle industrie del paese: “Non fanno più la rivoluzione, sono qui per arricchirsi”, si legge nelle tavole del fumetto. Secondo le stime occidentali, la parte di mercato dell’IRGC è pari ad uno o addirittura due terzi del PIL del paese, una parte enorme che determina lo stato di profonda ingiustizia sociale nel paese (che determina, tra le altre cose, la fuga di giovani dal paese che al contrario di quelli benestanti non hanno alternative di lavoro nel paese). Gli Aghà Zadeh sono i simboli contraddittori e insopportabili di questa sperequazione: vivono nel lusso fingendo di condurre una vita austera, fingono di rispettare le regole del regime islamico come non bere alcol o drogarsi e poi fanno l’esatto contrario nelle feste organizzate a casa loro, e mentre il regime arresta le donne che non indossano il velo in patria, le ragazze d’oro, prendono il sole in bikini nelle lussuose mete turistiche. 

A seguire La follia della censura, fumetto di Lewis Trondheim fumettista con oltre cento libri all’attivo, insieme a Jean Pierre – Perrin. In questo fumetto si affronta il tema della censura artistica in Iran contro gli artisti. 

L’arte della rivolta, del fumettista francese Deloupy e Farid Vahid è un silent comic in cui la protagonista svolge alcune attività apparentemente scontate che fanno parte della vita quotidiana in Iran. Ma alla fine del fumetto si legge: “Vivere da sola, nubile, non dipendere da un uomo, fare jogging, truccarsi, mettersi lo smalto sulle unghie, avere un piercing, dei tatuaggi, indossare il velo lasciando vedere i capelli, o non portarlo affatto, indossare abiti colorati, mettere dei leggings o una giacca originale, guidare uno scooter o una moto, lavorare essere indipendente, suonare, cantare, fumare, bere alcol filtrare, viaggiare sola, non avere figli, andare a letto con un uomo… essere libera! 

Tutti questi piccoli gesti, alcuni proibiti e severamente puniti dalla legge, non sono banali, come recite un famoso proverbio persiano: “Tante gocce fanno il mare”. L’arte della rivolta è una lotta quotidiana!”

In Riserva di caccia, dell’illustratrice francese di Liberation e Charlie Hebdo, Coco (insieme a Jean Pierre – Perin)a finire sotto la lente della rappresentazione grafica è il mondo dello sport iraniano. Si racconta la storia di Sahar Khodayari, ventinovenne, punita con una pena di oltre sei mesi di carcere per aver voluto assistere ad una partita di calcio maschile. Dal 1979 è proibito alle donne poter accedere agli stadi per vedere una partita di calcio maschile. La sua reazione a tale pena sarà quella di darsi fuoco per poi morire a causa delle ustioni di terzo grado subite dal proprio corpo. La sua storia colpirà l’opinione pubblica iraniana, tra cui uno dei calciatori più noti nel paese, Voria Ghafouri, il cineasta Jafar Panahi. 

Si parla anche di alcune personalità sportive, sia uomini che donne, che a seguito delle proteste scaturite dopo la morte di Mahsa Amini hanno manifestato pubblicamente (rischiando la propria vita) il loro dissenso nei confronti del regime iraniano: la scalatrice Elnaz Rekabi, o il noto calciatore Ali Daei.

Si parla ancora di attivisti sottoposti alla repressione nel fumetto Loro dicono no, del fumettista francese Nicolas Wild e Jean Pierre – Perin. 

L’ultimo fumetto è una rappresentazione grafica di una discussione corale sul futuro politico dell’Iran, a cui danno vita i protagonisti di questa raccolta: a dialogare, tra dissertazioni e analisi su vari aspetti del paese sono infatti Marijane Satrapi, Farid Vahid, Jean Pierre – Perin, Abbas Milani. È Joann Sfar, ad aver disegnato questa ultima strisci fumettistica di “Donna, Vita, Libertà”