Dalla rubrica "Hic Sunt Leones" de Il Manifesto.

La rivoluzione nelle stanze. La vita di Anna

Al pub dell'astra 19 la prima presentazione romana del libro di Anna Negri.

7 / 4 / 2010

Giovedì scorso c'era Anna all'Astra. Anna Negri. Parlava del suo bellissimo libro uscito nelle librerie e per la prima volta presentato in un centro sociale a Roma. Quando ho ricevuto la mail che invitava alla serata, mi sono detto: «Questa non me la perdo». Anna è la figlia di Toni Negri, il «professore», e le 270 pagine del suo racconto me l'ero lette tutte d'un fiato appena uscite. 

Certo, all'inizio c'era stata la curiosità di conoscere alcuni retroscena di «casa Negri», una casa dove erano passati tanti eventi rivoluzionari e di cui si era sentito parlare in continuo. Ma poi mi ero fatto coinvolgere dalla scrittura di Anna e dalla storia umana e commovente della sua famiglia. Come si cresce con un padre tanto speciale e con la testa sempre da un'altra parte, con la rivoluzione che aleggia in casa e intanto si vorrebbe andare a scuola come tutti, al mare come tutti, e intanto ci si innamora e si vorrebbe un po' di attenzione, e la vita sfugge da tutte le parti e non torna più indietro.

Nel centro sociale del Tufello l'atmosfera era intima giovedì scorso. Roma frastornata dai risultati elettorali e distratta dall'inizio delle feste di Pasqua.

In questo bistrot della periferia romana, Anna è arrivata e se n'è andata portandoci un frammento della sua grande storia. Piena di charme, con lo sguardo timido che ricorda la ragazza del libro, ma anche spavaldo di chi la sa lunga ormai. Bevendo una birra prima che inizi a parlare le chiedo come mai ha aspettato così tanto tempo per presentare il libro. «Perché nessuno me lo aveva chiesto prima», mi risponde placida. «E poi forse perché è scomodo parlare di certe cose nei centri sociali. Ma a me va bene così.  

Questo è un libro che va sul lungo periodo, c'è ancora tanta gente che mi scrive dopo averlo letto». Poi va al tavolo dove l'attendono Emiliano e Ida Dominijanni. Si parla di femminismo, di quanto ci sia degli anni '80 nella fase attuale e di come Berlusconi sia riuscito a rapinare il concetto di «libertà», lasciando alla sinistra il misero rispetto delle regole, come un paradosso della storia.

Anna risponde ad alcune domande dicendo: «Siamo cresciuti con l'idea che ci sarebbe stata la rivoluzione, in un'atmosfera di libertà completa, di sperimentazione. Poi c'è stato un cambiamento improvviso. 

Nel giro di tre anni tutti sono finiti in galera o all'estero e chi era rimasto fuori andava a trovare gli altri in galera o all'estero. Ma dentro di me è rimasta forte l'idea che il periodo che viviamo è sempre eccezionale, purché si esprima sempre il massimo della vitalità».  

* voce degli Assalti Frontali