ROMA GIOVEDì 15 APRILE 2010 ORE 21.00
C.S.O.A. Corto Circuito e Associazione Ya Basta Moltitudia
invitano alla presentazione de
"LA GUARDIA è STANCA"
di Geraldina Colotti
edito da Cattedrale
Dopo "Versi Cancellati "(1996) e "Sparge Rosas" (2000), " La guardia è stanca" è la terza raccolta di poesie di Geraldina Colotti, scrittrice e giornalista del quotidiano “Il Manifesto” , ex-militante delle Brigate rosse.
L’appuntamento con i versi e con l’autrice è per giovedì 15 aprile alle ore 21 al Corto Circuito
(Via F. Serafini, 57 – Cinecittà – Roma).
Partecipano:
Tommaso
Di Francesco (poeta, giornalista de “il manifesto”)
Mario Lunetta (poeta,
scrittore)
Luca Mascini
(Militant A, di Assalti Frontali)
Modera: Miria Annini (Ass.Ya basta Moltitudia)
Letture accompagnate dalla
musica di Marco Cinque.
Mostra
“2010 Dias de R_Esistencia” di Simona Granati (foto di copertina)
Info: tel. 3492310920
www.moltitudia-yabasta.blogspot.com;
dalla quarta di copertina:
COME SONO FATTI I PRESAGI?
Come strane cartoline dipinte con i piedi e con la bocca da artisti dozzinali e mutilati? In questa terza raccolta di versi, Geraldina Colotti prosegue il suo originale percorso, confrontandosi ancora con l’universo accidentato della vita, dell’impegno e del disincanto. Dire poesia civile è riduttivo. Siamo all’incrocio fra i territori dell’io e quelli della storia. Siamo nel punto in cui la drasticità della scelta si ribalta nel grottesco della burla, e nell’amaro della solitudine. È una sorta di doppio gioco, evocato nell’esclamazione che dà titolo al libro. Stanco è il marinaio che, irridendo i notabili borghesi, chiude il parlamento russo decretando il sopravvento del potere bolscevico. Stanco è il militante del Novecento, perplesso e spaesato di fronte a un tempo cinicamente dimentico di classi, lotta e disciplina. In queste pagine, Geraldina Colotti conferma la sua ripugnanza per ogni genere di arroganza o vittimismo. I momenti più intensi, ancora una volta, sono quelli dedicati agli anni Settanta, alla lotta armata e al carcere. Ma l’Italia allucinata di oggi emerge con forza in brevi lampi di invettiva e di ironia. È uno spazio, quello del reale sfigurato, a cui l’io non può sottrarsi anche dettando i suoi verbali più intimi. A conti fatti, graffia la parola che mette in gioco se stessa nell’inventario sterminato del mondo.
Neve
Neve
Altre stagioni
Mi strapperò la pelle
ne
farò corone
per le rotte dei folli
per le mani sorelle
d’altre
lune
mi strapperò la pelle
ne farò corone
per le strade ribelli
per
i tetti e i cancelli
d’evasione
mi strapperò la pelle
ne farò
corone
per l’eroe senza un come
che non lascia nessuno
al
padrone
mi strapperò la pelle
ne farò corone
per le frasi
incompiute
dalle mani cadute
altre canzoni
mi strapperò la
pelle
ne farò corone
dalle stagioni inverse
all’onda senza nome
altre
ragioni
Geraldina Colotti, tratte da "La guardia è stanca".