Forlì - BorghettOccupato: breve cronaca dei primi giorni di occupazione. Arriva lo sgombero

11 / 5 / 2011

Blitz in via Borghetto: sgomberati gli anarchici dal resto del carlino

Da sabato 7 maggio ragazzi e ragazze stanno occupando lo stabile comunale (in disuso da tempo e abbandonato all'incuria: si potrà parlare di degrado!?) in via borghetto casello rinominato, dopo la sua liberazione, “Borghetto Occupato”.

Svariate decine di individui (cani compresi!) stano attraversando questa esperienza con gioia e spirito d'avventura: costruire l'impossibile in una città totalmente pacificata e grigia quale Forlì.

Di seguito una breve cronaca delle iniziative messe in piedi da chi sta sostenendo, promuovendo e vivendo questa esperienza: a tutti i lettori il caldo invito a prendere queste parole come una spinta ad addentrarsi in quest'avventura. La vivibilità delle nostre città dipende dalla vita che scegliamo noi.

 Sabato sera, dopo l'entrata e la prime sistemazioni si è svolta un'assemblea partecipatissima in cui si sono enunciati i principi e le finalità dell'occupazione. A seguire un concerto con numerosi ospiti si è protratto fino all'alba: tanti gli ospiti delle camere da letto.

 Domenica: pranzo vegan (sapori dell'orto di casa), assemblea d'autogestione (lancio di laboratori tematici) sistemazione della casa e festa trash. Musica, confronto, dibattiti fino a tarda notte e un dj davvero azzeccato!

 Lunedì: giornata di recupero di pane, ortaggi e verdura e frutta (tutto il cibo che dai mercati sarebbe finito al macero perchè non più fresco e vendibile viene concesso o gratis o a poco presso agli occupanti che ne fanno gustose leccornie!). Serata con dibattito sullo sfruttamento animale e divulgazione dei temi antispecisti: per abolire lo sfruttamento dell'uomo sulla natura (e quindi anche su se stesso) c'è necessità di svincolarsi dall'antropocentrismo e dalla presunta onnipotenza dell'uomo. Basta trattare animali e terra come merce da far fruttare.

 Martedì: assemblea di autogestione mattutina e recupero di materiali di scarto per falegnameria. Sistemazione degli interni con stucco e cemento nelle pareti cadenti degli interni. Pulizia del giardino (tutta la ferraglia e plastica della zona industriale). Costruzione collettiva di tavolini e librerei per l'interno. Cucina vegan all'aperto, e suoni dall'Africa (jambè e digiridù) e conseguente chiacchierata sulle rivolte del Magrehb (in svolgimento da ora)

 Le istituzioni comunali non hanno ancora cercato un contatto, fanno sapere gli occupanti che comunque si sono detti disponibili a parlare col Comune quale “proprietario” legale dello stabile.

La questura fa visite costanti allo spazio occupato con caroselli di volanti e digos davanti al Borghetto: loro dicono per tutelare la sicurezza, chi scrive dice per far sentire il fiato sul collo a chi sta sfidando l'autorità repressiva. In più se si sentono le parole dei vicini di casa le ditte limitrofe del Borghetto Occupato c'è un sereno rispetto reciproco e una calorosa accoglienza dell'opera di bonifica della casa e del giardino.

Il giornale locale “Resto del carlino” ha scritto che l'occupazione è stata fatta ad opera di “quattro anarchici”: di certo, visto anche il momento repressivo contro il movimento anarchico in tutta Italia (i raccapriccianti teoremi giudiziari nelle inchieste di Bologna e Firenze, proprio contro due spai sociali), fa comodo gettare in pasto all'opinione pubblica la carta del covo di terroristi da neutralizzare, ma il Borghetto Occupato è uno spazio libero in cui tutti e tutte possono vivere e condividere socialità e lotte senza etichette.

Dal Borghetto si alza comunque un canto di libertà e resistenza e ci auguriamo che la città lo oda per contrastare la follia securitaria che le varie forze istituzionali (guardie e comune) sbandierano specie in periodi elettorali come questi.