In un paese come il Messico dove
svolgere la professione del giornalista è un pericolo concreto e
costante (il paese è da anni ai primi posti per gli omicidi e gli abusi
commessi contro i giornalisti tanto che solo l'Iraq riesce a superarlo
in questa speciale classifica) ci
Lettera di denuncia a LA JORNADA: Sono una giornalista indipendente, autrice del libro Messico armato (1943-1981) e Corte de caja (in italianoPunto e a capo), intervista con il subcomandante Marcos e scrivo per la rivista Gatopardo. Ricorro a questo spazio per denunciare l'intimidazione crescente nei confronti dell'esercizio della mia professione di giornalista, orientato soprattutto ai movimenti radicali e guerriglieri. Sono stata vittima di controlli, intercettazioni telefoniche e su Internet e nei giorni scorsi, approfittando della mia assenza per un viaggio di promozione della mia opera, sono entrati a casa mia passando dal balcone.
Non è stato un atto di delinquenza comune dato che non hanno portato via niente di valore. Sono entrati nel bagno e hanno defecato e orinato oltre ad aver utilizzato i miei oggetti personali. Hanno lasciato aperta la finestra del bagno e del balcone affinché si otasse che ci erano passati. L'unica cosa che hanno rubato è il libretto da reporter che avevo affianco al PC. Il giorno dopo un uomo in bicicletta con aspetto da militare ronzava intorno al mio palazzo e, dopo essere stato scoperto, ha nascosto il suo volto.
Gli atti di controllo nei confronti della mia persona e domicilio sono evidenti. Sporgerò denuncia presso la Procura Speciale per la Difesa dei Delitti contro i Giornalisti della Procura Generale della Repubblica. Non perché credo nella sua giustizia, ma affinché il mio nome resti per i posteri negli archivi del'infamia. Faccio responsabile il Governo del presidente Felipe Calderon di qualunque atto contro la mia integrità e quella della mia famiglia. Non getto la spugna.
Laura Castellanos
IN SPAGNOLO:(Carta en La Jornada en español y en inglés)
Periodista denuncia hostigamientoSoy periodista independiente, autora del libro México armado
(1943-1981) y Corte de caja, entrevista con el subcomandante Marcos, y
escribo en la revista Gatopardo. Recurro a este espacio para denunciar
la intimidación creciente sobre mi ejercicio periodístico, enfocado
particularmente en movimientos radicales y guerrilleros. He sido víctima
de vigilancia, intervención telefónica y cibernética, y en días
pasados, aprovechando mi ausencia por un viaje de promoción de mi obra,
ingresaron a mi departamento por el balcón. No fue un acto de
delincuencia común, pues no sustrajeron nada de valor. Se dirigieron al
baño y defecaron y orinaron, además de que manipularon mis objetos de
uso personal. Dejaron abierta la ventana del baño y del balcón para que
fuera ostensible su paso. Lo único que sustrajeron fue la libreta de
reportera que tenía al lado de la computadora. Al día siguiente un
hombre en bicicleta con apariencia castrense rondó mi edificio, y al ser
descubierto ocultó su rostro.
Los actos de vigilancia hacia mi persona y domicilio fueron evidentes.
Interpondré una denuncia en la Fiscalía Especial para la Atención de
Delitos contra Periodistas de la PGR. No porque crea en su justicia,
sino para que mi nombre quede para la posteridad, en los archivos de la
ignominia. Artículo 19 afirma que 65 por ciento de las agresiones a
periodistas de México en 2009 fueron
perpetradas por el Estado.
Hago responsable de cualquier acto contra mi integridad y la de mi
familia al gobierno de Felipe Calderón. Sigo con la pluma en la mano.
IN INGLESE
Journalist Denounces Harassment
I am a freelance journalist, author of two books-México armado (1943-1981) and Corte de caja, an interview with Subcomandante Marcos-and I write for the magazine Gatopardo. I am resorting to this channel in order to denounce the increasing use of intimidation being targeted against my journalistic work, which focuses primarily on radical political movements and guerrillas.
I have become the victim
of illegal surveillance and interference with my telephone and e-mail;
and in recent days, while I was traveling abroad to promote my latest
book, intruders broke into my apartment through the balcony. However,
this was not a common burglary for the assailants did not steal any
objects of value. They went into the bathroom where they defecated and
urinated, as well as rummaged through my personal items. They left the
bathroom window and balcony open so as to leave visible traces of their
presence. The only object that they stole was my reporter's notepad,
which was next to the computer. The following day I noticed a man with a
military semblance prowling around my building on a bicycle, and upon
being discovered the man hid his face.
The surveillance activities directed against me and my home were
evident. I will present a formal complaint before the Special
Prosecutor's Office for Crimes against Journalists (Fiscalía Especial
para la Atención de Delitos contra Periodistas) of the Attorney
General's Office (PGR). Not because I hold any faith in its justice,
but in order for my name to be recorded for posterity, in the archives
of ignominy. Article 19 affirms that in 2009 sixty-five percent of all
attacks against journalists in Mexico were committed by the State. I
hereby hold the government of Felipe Calderón responsible for any
actions taken against my physical integrity or that of my family. I
remain with pen in hand.
Laura Castellanos
de: http://lamericalatina.net