Uniti contro la crisi - Cosenza

Verso la "costituente del Comune"

assemblea all'Università della Calabria

Utente: piersilvio
2 / 2 / 2011

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Assemblea di Uniti Contro la Crisi all’Unical alle ore 17:30 nello spazio Ateneo Controverso giovedì 10 febbraio 2011

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Uniti contro la crisi vive della potenza di diverse soggettività sociali, dai precari ai non occupati, disoccupati, studenti, lavoratori della formazione, lavoratori in formazione, migranti che sognano una vita migliore, come i migranti di Rosarno di cui tutto il mondo sà ma allo stesso tempo nessuno, della cosiddetta politica, fa nulla per migliorare quella condizione; molto fanno invece le associazioni, i militanti dei centri sociali, lo stesso sindacato.E’ il caso di ripartire proprio da noi, dalla piazza della fiom di appena una settimana fa e dal meeting Uniti Contro la Crisi a Marghera.Noi siamo l’uscita dalla crisi, siamo il comune che costruisce la via di uscita da questo presente fatto solo di precarietà.La crisi è stata prodotta dai modelli Marchionne: dobbiamo cominciare ad usare il plurale non a caso, per dire che non solo Marchionne è il responsabile della crisi; accanto a lui sta buona parte dei parlamentari italiani, gli stessi che il 14 dicembre scorso davano la fiducia al bunga bunga premier, e che a distanza di poco tempo approvavano una controriforma dell’università che vuole le giovani generazioni formattate a docili ed obbedienti cittadini.Qualcosa nei piani del governo è andato storto, il 14 dicembre è successo un fatto nuovo, non ci siamo accontentati di manifestare l’esistenza di una opposizione sociale, siamo andati oltre mettendo in piazza radicalità e conflitto.Il 14 dicembre in piazza a Roma abbiamo sfiduciato tanto il bunga bunga quanto i Marcchionne! Vogliamo democrazia, vogliamo una “costituente del comune” e la vogliamo costituire con chi considera l’acqua come bene comune, così come il lavoro, così come i saperi e la cultura, con chi difende il proprio territorio dalle crisi ambientali che si consumano nel nostro paese.Siamo simili, dobbiamo riconoscerci ed avviare un cammino comune per uscire dalla austerity imposta dai modelli di governo europeo, per costruire una democrazia nuova, diversa, migliore di quella di "porta a porta."Non siamo disposti ad essere considerati cittadini qualunque, disposti ad accettare un lavoro qualunque, senza dignità e diritti, e al tempo stesso assistere supini alla spartizione dei bottini prodotti dalle speculazioni finanziarie nei movimenti delle borse.Oggi, in tempo di crisi, i padroni si arricchiscono grazie a questi meschini meccanismi, che fanno si che sia più quotato il titolo Fiat se il proprio Ad tratta peggio i suoi lavoratori: la tendenza è quella di andare noi verso la Cina e non il contrario, purtroppo, anche per i lavoratori cinesi.A tutto questo noi diciamo no, anzi siamo per uno stato sociale estensivo dei diritti esistenti, che sappia essere connesso non solo ai sentimenti del mondo presente ma anche e soprattutto alle condizioni che la precarietà produce, rivendichiamo reddito di cittadinanza, salario e dignità sul lavoro, lavoro degno e non precarietà imposta, cittadinanza “aperta” e non leghismo, vogliamo un’Europa che non sia solo fortezza, siamo noi chiamati a trasformare il modo di produzione e cercarne altri ecologici e socialmente equi.Da oggi dobbiamo cominciare a costruire giorno dopo giorno tutto ciò, concretamente.Da Parigi a Londra a Roma, da Alessandria al Cairo fino in Tunisia, c’è tutto un pezzo di nuova Europa che pretende un'Europa politica che non sia sotto lo scacco dell’austerità della BCE! Uniti Contro la Crisi perché abbiamo voglia di conoscerci, di fare assemblee e di mescolarle.Difendiamo il territorio come bene comune, uniamo là dove la crisi separa e individualizza.Verso uno sciopero generale che divenga immediatamente generalizzato che sia nuovo, nelle forme e nella partecipazione, uno sciopero che blocchi le loro merci e le città. Da oggi siamo ancora più Uniti Contro la Crisi.