Ddl "sicurezza urbana": carcere per i manifestanti a volto coperto e nessun codice identificativo per le forze dell'ordine

Ai sindaci maggiori poteri in tema di sicurezza

18 / 9 / 2015

«Il ministro Alfano ha annunciato un disegno di legge del governo sul tema della sicurezza urbana che darà ai sindaci nuovi strumenti per affrontare i fenomeni di illegalità diffusa».
Con queste parole il Sindaco di Catania Enzo Bianco, presidente del Consiglio nazionale dell'Anci ha spiegato le intenzioni del governo in tema di «sicurezza urbana» nel corso di un vertice a cui hanno partecipato il presidente dell'Anci Piero Fassino, i sindaci delle città metropolitane, il capo della Polizia Alessandro Pansa e i vertici del Viminale.
L'articolo 20 della bozza di ddl prevede una pena, fino a cinque anni di carcere, per chi ai cortei e alle manifestazioni «fa uso di caschi protettivi ovvero di ogni altro mezzo atto a rendere impossibile o difficoltoso il suo riconoscimento». Il testo prevede anche che siano inflitti da 2 a 5 anni di pena e una multa da mille a 5mila euro anche a chi lancia o utilizza tra l’altro «razzi, bengala, fuochi artificiali, petardi, bastoni, mazze, scudi, materiale imbrattante o inquinante, oggetti contundenti».
La bozza prevede inoltre un allargamento di poteri e competenze ai sindaci «per la tutela della sicurezza dei cittadini e nel contrasto al degrado, fermo restando la competenza esclusiva dello Stato in materia di ordine e sicurezza pubblica».
Nessuna norma è invece prevista rispetto al codice identificativo per i membri delle forze dell'ordine, nonostante alcune forze politiche, pezzi di società civile e lo stesso Parlamento Europeo si fossero appellati al Governo italiano per legiferare in tal senso.
La bozza di ddl è stata accolta favorevolmente da tutti i sindacati di polizia italiani.