In queste settimane sono stati diversi i commenti e le riflessioni intorno
al caso delle elezioni amministrative del Comune di Napoli. Un dibattito che si
è sviluppato sostanzialmente intorno alla candidatura a sindaco della città di
Luigi De Magistris, sostenuto oltre che dal suo partito e dalla Federazione
delle Sinistre, anche da importanti e consistenti aree della società civile e
dei movimenti della città.
Abbiamo condiviso la lettura di chi riteneva cieca ed incomprensibile una
eventuale scelta del partito di Vendola di sostenere il candidato del Partito
Democratico, il prefetto Morcone. Infatti, riteniamo che si
è sviluppato un laboratorio politico intorno alla candidatura di De
Magistris, fatto di protagonismo dei movimenti, di voglia di
discontinuità con il bassolinismo contro il malgoverno ed il malaffare,
rappresentato a Napoli tanto dai Democratici quanto dal Pdl di Berlusconi e
Cosentino.
L’ipotesi che Sel e Vendola non decidessero di fare parte di questa
sperimentazione veniva evocata come un errore politico imperdonabile; non solo
per le sorti politiche del progetto "Vendola", ma anche per
rincorrere il principale obiettivo di battere le destre e sottrarre palazzo san
Giacomo al blocco politico e agli interessi rappresentati in Campania da
Cosentino & C; il nostro punto di vista parte dal registrare l'umore
della città, che aspira al cambiamento e alla rottura con Bassolino ed il bassolinismo;
il problema è che il cambiamento non sia peggiore del passato.
Ci troviamo ad intervenire su quello che avviene nella nostra città, e sulle
scelte che abbiamo condiviso con i tanti compagni e compagne che sosterranno la
candidatura di Luigi De Magistris a sindaco di Napoli, nello spazio in cui il
tempo delle ipotesi è finito: Nichi Vendola e Sel appoggeranno
Mario Morcone, ex capo della segreteria di Ciriaco De Mita, scegliendo il
passato al laboratorio politico dell’alternativa.
I disastri che hanno caratterizzato il ventennio di Antonio Bassolino hanno
segnato profondamente la città che in questi due anni ha regalato al centro
destra fatto di camorristi e neofascisti la Provincia di Napoli e la Regione Campania.
Un moto di repulsione se vogliamo comprensibile e sacrosanto davanti ad una
città messa in ginocchio dalla monnezza ai bilanci in rosso, dalle clientele
alle riqualificazioni mai avvenute (Napoli Est, Bagnoli, Napoli Nord).
Noi non stiamo scegliendo il meno peggio come spesso si è costretti a
fare, stiamo provando a costruire direttamente un’alternativa. Pensiamo
che non solo Luigi De Magistris sia il miglior candidato possibile alla carica
di sindaco di Napoli, ma che oggi rappresenti l’opportunità dell’apertura di
uno spazio di sperimentazione dove i saperi prodotti dai conflitti possano
essere strutturati in proposta di pratiche di buon governo del territorio. Non
dobbiamo camminare in equilibrio su un crinale ad alta quota, figli delle
contraddizioni di un rapporto non sempre comprensibile tra movimenti ed
istituzioni. L’intero programma di governo, la proposta politica da fare alla
città sta vedendo il contributo attivo di intelligenze, comunità, realtà
organizzate che hanno animato i conflitti in città negli ultimi anni. E’ così
sui rifiuti, sulla gestione degli spazi pubblici, sulla riqualificazione urbana
come nel caso di Bagnoli, sul welfare, sulla cultura, su una idea di città
sicura che significa innanzitutto una città senza paura.
Contenuti, proposte, pratiche di buon governo. Oggi lo spazio politico
delineato dalla candidatura di Luigi De Magistris significa questo. In un contesto
dove gli stessi partiti, a cominciare dall’Italia dei Valori faticano
notevolmente a trovare uno spazio di esistenza, travolti da un processo sociale
e politico in atto nella città che li travalica e li scavalca.
Nichi Vendola e Se l hanno deciso di non esserci. Hanno deciso di continuare
con il passato. Qualcuno prova a leggere il caso Napoli come una dinamica
locale, ma ciò che avviene all’ombra del Vesuvio è paradigmatico di uno
scenario complessivo che si sta delineando. Da un lato la rincorsa dei democratici
di D’Alema – Bersani – Bindi – Veltroni all’estremo centro di Casini
–Caltagirone, in una idea di alternativa a Berlusconi che altro non è che una
resa dei conti interna ai poteri forti del paese, dove si deve cambiare cavallo
per mantenere gli assetti, dove il modello Marchionne, come ci ricorda Piero
Fassino, candidato a sindaco di Torino con l’appoggio di Sel, diventa modello
di società. Dall’altro il figlio diverso della personalizzazione della
politica, ovvero Nichi, che piuttosto che provare a mantenere quel rapporto
dialettico con i movimenti ed i segmenti sociali in conflitto nel paese,
rincorre il Partito Democratico fin sulla Luna, per aspirare ad agognate
primarie per aspirare al ruolo di nuovo cavalluccio dei poteri forti. La
vicenda delle elezioni napoletane si iscrive in questo contesto. Un terzo polo
che corre da solo, un Pdl che corre monco – con Clemente Mastella
candidato sindaco per l’Udeur – ed un Partito Democratico che per mesi ha
rincorso il partito di Casini.
La candidatura di De Magistris non solo ha sbaragliato i piani dei centristi e
dei democratici, già naufragati dopo la vergognosa sceneggiata delle primarie
napoletane del Pd tra brogli e scandali, ma ha messo in crisi la stessa Sel.
Non è vero, come in chiave giustificazionista si vuole far credere, che la
scelta di Sel di sostenere Morcone sia frutto di equilibri locali. La rincorsa
di Vendola al Pd che rincorre l’Udc ben si sposa con la voglia locale di
continuità con il bassolinismo, con la voglia di continuità con le clientele e
le aberrazioni di vent’anni di malgoverno della città. Quando alcuni mesi fa,
Nichi Vendola cominciò a stabilire un dialogo costruttivo con alcuni pezzi del
movimento nel paese, ci permettemmo di sottolineare lo scetticismo nella
possibilità di coniugare la costruzione di alternativa dal basso al modello
Berlusconi – Marchionne e l’aspirazione a diventare premier del paese
attraverso le primarie dei democratici. Quello scetticismo non ci impedì un
approccio laico e costruttivo a quel rapporto dialettico, che come tale andava
messo a verifica periodicamente.
Non sappiamo bene se la verifica è rappresentata da ciò che si è consumato
nella vicenda delle amministrative napoletane, ma sappiamo bene che dopo la
vicenda del “lancio” di Rosy Bindi premier, la scelta di non sostenere De
Magistris a Napoli (sostenendo poi Fassino l’amico di Marchionne a
Torino) suppone una mutazione genetica dell'idea di sinistra che
hanno.
I drammi li lasciamo ad altri. Il “sogno infranto” non appartiene alla
dialettica tra movimenti ed istituzioni a meno di non cadere nel fideismo tardo
piccista.
A Napoli daremo un contributo alla costruzione della lista civica e dei
movimenti che sosterrà la candidatura di Luigi De Magistris a sindaco di
Napoli, provando a caratterizzare la specificità della nostra area di movimento
in quel contesto.
Come andrà a finire lo scopriremo solo vivendolo.
Insomma, il tanto evocato rinnovamento della sinistra caldeggiato da Vendola
con il laboratorio Puglia sembra aver già esaurito la sua spinta propulsiva, il
vendolismo uscito dal tacco d'Italia, non riesce a divenite discorso politico.
A Sel restano da dire poche cose.
La prima è che non ci pare un bello spettacolo definire “una bella prova di
democrazia” il “referendum” tra gli iscritti promosso per decidere chi
sostenere se De Magistris o Morcone. Pur non essendo avvezzi alla vita di
partito ci pare naturale che la composizione del quadro dirigente dei partiti è
definito dalla composizione degli iscritti…insomma perché mai gli iscritti avrebbero
dovuto votare diversamente dalle indicazione dei loro organismi dirigenti, se
sono stati loro ad eleggerli ?
La seconda è rivolta direttamente a Nichi.
Ricordi il "di qualcosa di sinistra" rivolto a quel tale?
Ci chiediamo quando farai mai qualcosa di sinistra…
Ce lo siamo chiesti quando abbiamo visto che in Puglia ci sono sei inceneritori
ed a costruirli c’è la presidente di Confindustria; ce lo siamo chiesti quando
abbiamo compreso l’impatto ambientale ed economico dell’avvento delle energie
rinnovabili in Puglia sponsorizzate da Enel e da De Benedetti; ce lo siamo
chiesti dopo la mossa Rosi Bindi e dopo quella Morcone.
Ovviamente dovrai pure venire a Napoli a sostegno del candidato democratico,
applaudito da Bassolino.
Fai qualcosa di sinistra...
di Antonio Musella e Pietro Rinaldi
25 / 3 / 2011