Il futuro della Grecia e dell'Europa tra movimenti sociali e sfide alla troika dopo la vittoria di Syriza

Intervista a Nasim del centro sociale Ditkio

29 / 1 / 2015

Ad Exarchia tra i vari spazi occupati e autogestiti vi è anche il Centro Sociale Diktio, uno spazio attraversato da tanti soggetti e con una forte partecipazione di migranti: si può infatti definire come il nuovo centro sociale dei migranti, all'interno del quale si possono trovare numerosi network differenti che rispondono alle esigenze determinate da diverse lotte sociali. Proponiamo qui in seguito un'intervista a Nasim uno dei coordinatori del progetto di scuola per migranti. Questa intervista ha avuto luogo a due giorni dal voto che ha visto Syriza ottenere oltre il 35% delle preferenze, è il giorno successivo alla dichiarazione di coalizione con Anel, partito di stampo nazionalista e populista costituito da fuoriusciti da Nuova Democrazia ma unica altra forza in campo fortemente anti-austerity.

- Cosa è Migranti Diktio  e di cosa si occupa?

È una realtà politica attiva da circa 35 anni e ha sempre mantenuto una totale autonomia rispetto ai partiti, preferendo piuttosto un dialogo con vari movimenti di sinistra come quello dei lavoratori, gli studenti e altri.

Eravamo e siamo tutt'ora un'organizzazione attiva nella lotta per diritti sociali e politici, e nel corso di tutti questi anni ci siamo concentrati nel supportare prigionieri politici, minoranze e rom, combattendo contro il nazionalismo, e appoggiando le diverse istanze sociali che si sono evidenziate da quel momento in poi.  All'inizio degli anni 90 è nato il primo progetto per supportare migranti e rifugiati, aiutandoli in tanti e differenti modi, combattendo contro il razzismo (istituzionale e sociale), costruendo organizzazione tra migranti e rifugiati che lottavano per migliori condizioni di vita e migliori politiche di asilo. Questa organizzazione si è spesa, inoltre, contro i centri di detenzione e contro le frontiere.

Il "Migrant Social Center" si è ufficialmente formalizzato nel 1995, condividendo percorsi, lotte e spazi con una collettività composita e attraversata da diverse realtà indipendenti l'una con l'altra, ma che hanno avuto la capacità di dare vita a momenti di discussione collettiva, hanno organizzato eventi insieme e si sono supportati a vicenda.

Dal 1997 è operativa la scuola di greco per migranti e rifugiati con lezioni gratuite, mentre a partire dall' anno scorso visto che tanti rifugiati non vogliono rimanere qui ma sono di passaggio e scelgono di andare nel resto dell'Europa, si organizzano corsi di lingue europee come inglese, francese e italiano. Ciò nasce da un'esigenza concreta cui ci siamo trovati di fronte e che ci ha resi anche più qualificati nell'aiutare le persone che abbiamo incrociato nel nostro percorso, bisogna considerare che a parte le persone che vanno via subito l'apprendimento di lingue straniere è utile anche a fronte di ricerca di un lavoro o futuri spostamenti magari non immediatamente preventivati. Adesso la nostra "piccola scuola" consta di circa 300 studenti e 40 insegnanti volontari.

Abbiamo un approccio non convenzionale all'insegnamento, infatti non si utilizzano i testi scolastici ufficiali ma abbiamo diversi libri scritti e assemblati da noi che partono dalla narrazione di ciò che facciamo e ciò che vorremmo, e cerchiamo di insegnare le lingue attraverso esempi pratici basati su esperienze e lotte che portiamo avanti.

Il nostro progetto non si ferma alla scuola di greco, ma ha attivato nel corso degli anni ulteriori progetti quali la cucina collettiva e i corsi di open software.

Inoltre collaboriamo con strutture non direttamente interne al nostro centro sociale, ma che anch'esse si spendono da diversi anni nell'aiutare e migliorare le condizioni di vita dei migranti, come le cliniche sociali - che garantiscono assistenza pubblica a migranti, a chi non ha documenti o disoccupati - o l'equipe di avvocati con cui si collabora principalmente per quanto riguarda i rifugiati politici - principalmente siriani e palestinesi - che arrivano nelle isole di confine.

La discussione con i migranti riguardo le problematiche legate a diritti sociali e politici è molto attiva, rafforzata anche dalla convivenza di diverse esperienze e movimenti; l'obiettivo principale è quello di connetterli tra loro evitando così di focalizzarci solo sui migranti ma organizzando e coinvolgendo loro stessi.

- Che rapporto ha Diktio con il suo quartiere e quanto ne è stato influenzato?

Diktio - e così anche migrant diktio - è nato qui ad Exarchia e per questo, ma non solo, ha un forte legame con il quartiere. Proprio per la forte identità che caratterizza questa zona possiamo dire che il nostro centro sociale abbia delle peculiarità che difficilmente si possono trovare nel resto della città. C'è una composizione molto militante che sta dietro alla scuola per stranieri, così come al resto del quartiere, non sarebbe stato altrimenti possibile attivare tutti i percorsi che animano Exarchia in un clima che non è mai stato, in Grecia, necessariamente di apertura. Qui si delinea un contesto politico tra sinistra e anarchici, composizioni che hanno costruito diversi spazi, come occupazioni, bar autogestiti ed altre strutture. C'è uno spazio dedicato ai bambini, dei parchi autogestiti e altri spazi adibiti a uso assembleare per il quartiere. Sono tutte realtà differenti per contenuti politici, ma riescono a connettersi nel momento in cui esistono battaglie comuni. È questo che ci piace maggiormente in Exarchia ed è per questo che qui stiamo avendo buone relazioni con tutti i soggetti. Se ad Exarchia si sta bene, c'è invece un rapporto problematico il resto della città, dovuto sia alle attività politiche radicali sia a quei pezzi di società ritenuti marginali come migranti, tossicodipendenti, persone che necessitano solidarietà. Qui si è cercato di creare un nuovo punto di vista e noi siamo felici di questo. Come centro sociale partecipiamo attivamente alle assemblee di quartiere; è da tanto tempo che ne facciamo parte portando il nostro punto di vista. Questo ci ha aiutato a creare situazioni favorevoli rispetto al lavoro che facciamo, sia con le persone che vivono in Exarchia sia con le esperienze politiche che la animano.

- Diktio ha una forte connotazione anti capitalista ed è stato uno dei movimenti protagonisti delle lotte sociali di questi ultimi anni, una realtà che non si è mai tirata indietro dall'esprimere cosa pensa, ma soprattutto per cosa cosa lotta e ha lottato. In questo contesto attuale, all'indomani delle elezioni, cosa pensi di questo risultato elettorale e della scelta di Syriza di allearsi con un partito fortemente anti austerity ma allo stesso tempo con contenuti politici così diversi come Anel?

Diktio è la sigla del movimento anti capitalista attivo in Grecia che è connesso con le altre reti anticapitaliste europee. Per noi e per molti attivisti della sinistra, anche per gli anarchici stessi, la possibilità di avere un governo di sinistra è interessante. È da tanto tempo - da molto prima delle elezioni - che abbiamo dato vita ad un percorso per creare un supporto critico alla possibilità di un governo di sinistra, cosa che due giorni fa si è realizzata. È successo solo due giorni fa. La situazione politica nel contesto della crisi economica ha fatto collassare i due grandi partiti che hanno governato in Grecia negli ultimi 40 anni. Hanno preso piede nuove organizzazioni politiche come Syriza. Fortunatamente qui è successo l'opposto di ciò che è successo invece in Francia quando alle ultime elezioni europee ha vinto in larga maggioranza la Le Pen. In Francia c'è la destra che ha vinto qui invece per fortuna è andata diversamente. Ciò che abbiamo fatto in questo periodo è stato attuare un processo che organizzasse il movimento ad essere pronto nel momento in cui venisse eletto un governo di sinistra. In questi anni ci siamo battuti e siamo scesi in piazza tantissime volte per i diritti civili e sociali di tutti, siamo preparati a ciò che queste elezioni hanno decretato ma allo stesso tempo non perdiamo di vista qual è il nostro punto focale, ossia che non ci si può concentrare solo sulle politiche economiche, ma è necessario non perdere di vista com'è realmente la situazione: viviamo in una crisi sociale e politica, e in questa crisi abbiamo perso tanti diritti. Il cambiamento sul piano economico non può prescindere da quello sociale e dei diritti, per cui si delinea adesso un percorso abbastanza difficile nel quale non vogliamo stare in disparte a guardare, ma ci aspettiamo che il governo di Syriza mantenga tutte le sue promesse. Siamo riusciti a stare in maniera critica e non ideologica nelle strade, e questo evidentemente ci ha ripagati. Questa è stata una vittoria storica, senza precedenti, allo stesso tempo non è da sottovalutare come i movimenti abbiano avuto un forte ascendente su Syriza; anche se quest'ultimi non sono direttamente coinvolti però non si può fare a meno di pensare quanti rappresentanti del Governo o di Syriza si siano potuti incontrare e conoscere proprio all'interno dei centri sociali stessi. Ad esempio la nuova viceministra con delega all'immigrazione Tasia Christodoulopoulou è una donna che ha per tanto tempo partecipato attivamente alle lotte per i diritti dei migranti, questo è un altro esempio di come si sia riusciti ad avere una continuità tra movimenti e rappresentanza politica. (Di ieri le dichiarazioni della neo eletta di voler garantire la cittadinanza ai figli dei migranti nati e cresciuti in Grecia ndr).

Dopo le elezioni Syriza ha avuto bisogno della maggioranza in Parlamento e ha dovuto fare l'ultima coalizione possibile con Anel, gli indipendentisti greci. È un partito di nazionalisti; non fascisti, ma nazionalisti: un partito conservatore di destra che porta problemi rispetto all'immigrazione, ai rom, ai rifugiati politici e le minoranze. Di fatto era l'unica scelta praticabile, visto che era l'unico partito - eccetto Syriza- con una forte connotazione anti austerity. Sarebbe stato difficile per Tsipras mantenere il proprio programma alleandosi ad esempio con forze di centrosinistra pronte ad assoggettarsi alle direttive europee. Allo stesso tempo non si è voluto rischiare un secondo turno elettorale. Si potrebbe pensare che la coalizione tra questi due partiti possa portare delle problematicità e minare il programma politico di Syriza. Questo non si può ancora sapere, ma viste queste differenze viene naturale pensare che Anel possa fermare questo vento di cambiamento sul piano sociale che si è respirato durante la campagna elettorale di Tsipras. Abbiamo lavorato duro in tutti questi anni per dare vita ad un movimento che fosse presente nelle strade e riempisse le piazze, ma allo stesso tempo il Governo non è solo nelle mani dei suoi rappresentanti, ma anche di quelle dei movimenti. Non daremo supporto passivo a Syriza, gli daremo una chance nel percorso anti austerity e contro le ideologie e le politiche di destra. Saremo contro di lui se continuerà a non cambiare la situazione, ma ancora tutto rimane non chiaro, quello che è stato dichiarato non è ancora stato approvato per cui dobbiamo aspettare e continuare a monitorare la situazione.