Molto più della legge Zan

Il problema di una legge che non può e non deve bastare

29 / 4 / 2021

Nell'ultimo periodo sui social si stanno diffondendo foto di personaggi pubblici che supportano il ddl Zan, la legge contro l'omotransfobia, l'abilismo e la misoginia.

I riflettori dei media (mainstream) e dei social, in questo ultimo periodo, sono stati puntati sulla legge Zan, legge che teoricamente andrebbe a combattere tutte le discriminazioni che subiscono le minoranze. Nel disegno di legge si parla di andare a modificare gli articoli 604-bis e 604-ter del c.p., testi che trattano del contrasto alle discriminazioni basate su razza, etnia e religione, ampliandoli su quelle che sono le forme di oppressione basate sull'orientamento sessuale, il genere, il sesso e l’identità di genere.

Sappiamo dell'importanza dell'approvazione di questa legge soprattutto per tutte le soggettività LGBTQIA+, quotidianamente vittime di un sistema oppressivo ed eteropatriarcale, in cui se non sei maschio, bianco, etero e cis vieni discriminatə.

Vediamo anche come questa legge sia diventata un baluardo per le sinistre istituzionali e per alcuni sparuti esponenti di destra in cerca di consensi. Soprattutto per quelle forze politiche che sui social si ergono a difensori dei diritti deə cittadinə e che, invece, all'interno delle camere mostrano tutta loro ipocrisia e incoerenza votando contro il ddl e attuando politiche fasciste e discriminatorie.

Il ddl Zan è stato presentato la prima volta alla Camera nel maggio 2018, e ha ricevuto l’approvazione solo nel novembre 2020. Ora è stato sboccato al Senato dove la sua discussione è stata ostacolata da Lega e Fratelli d’Italia, gli stessi partiti che da anni parlano di "teoria gender" e che dicono no alle famiglie arcobaleno e alle unioni civili, creando ancora più disinformazione e discriminazione all'interno di un sistema già tossico e malato.

Sembra chiaro ormai che questa legge sia più importante come hashtag che come legge in sé e per sé. Serve per avere più visibilità sui social e non per salvaguardare i diritti delle soggettività non-eteronormate.

Dopo settimane di proclami, pressing e resistenze, la maggioranza sembra avere trovato la quadra sbloccando, in Senato, la discussione per il disegno di legge. Infatti, è stata messa ai voti la calendarizzazione, passata con 13 sì e 11 no, del decreto.

Sappiamo però che, sempre se sarà approvata, questa legge non potrà e non dovrà bastare. Ogni giorno si sentono notizie di aggressioni a sfondo omobitransfobico, l’abbiamo visto anche con il periodo di lockdown dello scorso anno dove le violenze nei confronti di giovani della comunità LGBTQIA+ riguardavano il 40% deə adolescenti tra i 12 e i 18 anni e che che la percentuale è salita a più del 50% per le persone trans1. Questo dimostra quanto sarebbe importante avere delle case rifugio e dei centri antiviolenza per le soggettività LGBTQIA+, che invece nel nostro paese mancano, servono spazi in cui si possa crescere e sentirsi liberə e se serve ce li prenderemo.

Quello che fanno le istituzioni non è sufficiente, parlare e basta non è sufficiente. C'è bisogno di un cambiamento radicale nella nostra società e nella nostra cultura etero e cisnormata. Non è possibile che nel 2021 ci siano ancora persone che non possono essere se stesse e che non possono amare chi vogliono.

Non è più possibile che se siamo donne, gay, bisessuali, trans e/o persone non-binarie dobbiamo avere paura di uscire di casa e di subire violenze, aggressioni e discriminazioni. Dobbiamo lottare affinché nessunə venga lasciatə indietro e sappiamo benissimo che il ddl Zan da solo non basta.

Il cambiamento di questo sistema deve partire dal basso, dagli spazi e dalle piazze delle città, dai collettivi e dai movimenti transfemministi, dal mondo dell'istruzione che deve proporre una reale educazione alla sessualità e alle differenze affinché tutte le soggettività possano essere libere di autodeterminarsi e libere di essere.

Se servirà ci riprenderemo le strade e grideremo con tutta la nostra voce, lotteremo per i diritti di tuttə, perché nessunə è liberə finché tuttə non sono liberə! Abbattiamo insieme questa di società eteropatriarcale!