Una piantagione di marijuana in giardino. Non nel bel mezzo della campagna, al riparo da sguardi indiscreti. Bensì in via Facciolati, nel centro della città. Un ragazzo di 31 anni, pizzaiolo di professione, è stato beccato dalla polizia.
Gli uomini della squadra mobile di Marco Calì l’hanno trovato con 10
piante di marijuana e alcuni barattoli in vetro, utilizzati per fare
macerare i semi e poi fumarli con il narghilé. E quando i poliziotti
gli hanno chiesto una spiegazione, è riuscito a fornirne una
disarmante: «Io coltivo le piante di marijuana così non devo andare
dagli spacciatori». Il trentunenne, dipendente di un locale di Vigonza,
si è salvato dall’arresto solo perché incensurato. E’ tornato a casa
però con una pesante denuncia per detenzione di sostanze stupefacenti.
Tutto è nato quasi per caso. Gli agenti della Mobile, nel corso di un
normale servizio, si sono accorti di quelle piante strane in giardino.
Le hanno osservate da vicino e si sono resi conto che si trattava
proprio di marijuana. Così hanno tenuto d’occhio orari e stili di vita
del padrone di casa e si sono presentati davanti alla sua porta in
tarda mattinata. Dopo qualche verifica in giardino è scattata anche la
perquisizione all’interno dell’alloggio. Alcune piante erano ancora
fresche, altre già appassite e quindi pronte per essere fumate. Poi
sono emersi pure i barattoli di vetro, che utilizzava per trattare i
semi di canapa nell’alcol etilico. In questo modo riusciva a ottenere
un olio particolare, da inserire nel narghilé.
Il trentunenne non ha negato le proprie responsabilità, sottolineando però che la droga non veniva venduta. Ha ammesso più volte di fumarla insieme agli amici e di aver escogitato questa soluzione per non alimentare il mercato degli spacciatori. Tuttavia ci ha rimesso la fedina penale.
Fonte: Il Mattino di Padova 19.09.2009