«Sui nostri corpi decidiamo noi». Contestato a Schio il meeting dell’ultradestra cattolica

17 / 8 / 2019

Il 15 Agosto a Schio (VI) si è concluso il XXVIII Meeting dei Giovani. Il nome dell’evento potrebbe facilmente ingannare e far pensare ad un innocuo festival di aggregazione giovanile, peccato che l’incontro sia l’annuale occasione per il Movimento Mariano Regina dell’Amore di invitare in provincia i volti più conosciuti dell’integralismo cattolico, notoriamente vicino all’estrema destra. 

Negli anni si sono susseguiti una serie di relatori quali Luca di Tolve, sostenitore delle teorie riparative per redimere le persone omosessuali, Gianfranco Amato, presidente dei Giuristi per la vita e dichiaratamente omofobo, Mirko Agerde, presidente dello stesso movimento mariano di Schio, che al Congresso Mondiale delle Famiglie di Verona di quest’anno ha elaborato la proposta di reddito per le madri, a patto che siano casalinghe, abbiano almeno due figli e che li tengano a casa da scuola. Quest’anno è toccato a Toni Brandi, presidente di ProVita, che, per dirne una, a Radio24 ha affermato «i gay hanno tendenze pedofile, rompono i coglioni e possono essere curati», e Silvana de Mari, la scrittrice che paragona l’omosessualità al satanismo.

Un’iniziativa, quella che c’è stata a Schio, non dissimile o lontana da quella che si è tenuta a marzo a Verona, alla quale erano state invitate personalità di spicco dell’antiabortismo mondiale e dei sostenitori della famiglia tradizionale, che ha reso ancor più palese le inquietanti connessioni dei gruppi ProLife di tutto il mondo.

Se un tempo veniva spontaneo etichettare questi personaggi come fanatici che meritavano più che altro di essere sbeffeggiati, oggi non è più possibile essere così superficiali e ingenui.

 “Questo tipo di militanza ha una dimensione religiosa, ma in realtà ha soprattutto l’obiettivo d’influenzare la politica. Il portavoce del Family day Massimo Gandolfini, che viene dal movimento neocatecumenale, parla di ‘fecondare’ le forze del centrodestra. La sua posizione è quella che i cattolici non devono fondare direttamente un partito, ma influenzare le scelte dei politici”, spiega Massimo Prearo, ricercatore del dipartimento di scienze umane dell’università di Verona, su un articolo apparso su Internazionale..

Lo stesso concetto è espresso dal Senatore Pillon che al Congresso ha candidamente dichiarato “Le idee e le opinioni poi diventano leggi”.

Questi gruppi usano i diritti umani contro l’aborto, trattando gli embrioni come se fossero soggetti di diritto, e adottano una narrazione che si concentra su messaggi positivi legati alla famiglia “naturale”. Travestendosi quindi da difensori di questa istituzione lavorano per privarci delle nostre libertà: che si tratti del diritto a un aborto sicuro, gratuito e sereno, al diritto delle persone LGBTQI di vivere la loro sessualità e vita affettiva, di disporre del nostro corpo e dei nostri desideri liberamente.

Questo succede in Italia come in molti altri paesi: un esempio emblematico è la Francia dove le abilità di un esperto di marketing sono riuscite a svecchiare il movimento contro l’aborto e addirittura a creare una partecipazione giovanile entusiastica sotto il nome di Les Survivants, gruppo che si appropria del lessico femminista e dei diritti umani per diffondere messaggi contro l’ivg.

Questi movimenti, com’è noto, lavorano a fedele braccetto con l’estrema destra che di privazione di diritti se ne intende. 

Un'inchiesta del Corriere della Sera ha già delineato i rapporti tra l’associazione ProVita e il partito di estrema destra Forza Nuova: l’associazione che “opera in difesa dei bambini, della vita dal concepimento alla morte naturale, che sostiene la famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna e che difende il diritto dei genitori a educare i propri figli”, come recita la voce “Missione” del loro sito, ha diversi intrecci con il partito di estrema destra, dal portavoce Alessandro Fiore, figlio di Roberto, all’azienda che ne distribuiva il notiziario.

Forza Nuova, tra gli altri, era fieramente presente al Congresso veronese e in piazza sventolava uno striscione che recitava “DIO PATRIA FAMIGLIA”, slogan tanto reazionario quanto deprimente, che riesce a riassumere perfettamente l’essenza del partito neofascista.

La situazione attuale del nostro paese per quel che concerne l’autodeterminazione e i diritti delle donne e delle persone LGBTQI, lo sappiamo, non è rosea: il diritto all’aborto è ancora pesantemente minato dall’articolo 9 della legge 194, che prevede la possibilità dell’obiezione di coscienza che arriva al 70% nei ginecologi; in alcune regioni si stanno diffondendo i “cimiteri per gli embrioni” dove trovano sepoltura i prodotti abortivi anche quando la donna non voglia farsene carico; infine un disegno di legge, il ddl Pillon, che scoraggia le donne che vorrebbero fuoriuscire da una situazione di abuso e tratta i minori come vuoti pacchi postali.

È sempre necessario quindi smascherare questi incontri e la loro narrazione tossica, opporsi a queste organizzazioni che vorrebbero raggiungere sempre più consensi, ne va dei diritti di tutte e tutti, che, ci dimostrano questi tempi, non vanno mai dati per scontati.