E’ finita l’occupazione all’artistico di via Santa Caterina. Ieri
alle 12 i ragazzi hanno riaperto i cancelli e fatto entrare preside,
segretari e bidelli. «Per noi un’esperienza unica» - dicono gli
studenti. «Siamo orgogliosi che tutto sia filato senza
problemi». Ad aprire i catenacci che tenevano chiusi i cancelli
all’ingresso i rappresentanti della scuola Lisa Lamon e Andrea Righetto,
gli unici ad avere le chiavi, secondo un rigido protocollo d’ordine. E
così, dopo 36 ore di occupazione contro la riforma Gelmini, i ragazzi
hanno fatto ritorno a casa e cominciato le vacanze di Natale.
Il
preside Giorgio Russi infatti aveva acconsentito alla manifestazione
solo fino a mezzogiorno, anche se alcuni ragazzi avrebbero voluto
rimanere fino al pomeriggio. «Prima delle vacanze il personale della
segreteria deve espletare alcune incombenze burocratiche - ha spiegato
il dirigente - E i bidelli inoltre devono fare le pulizie».
Anche
se a sistemare le aule e a passare i pavimenti dopo la notte trascorsa a
scuola avevano provveduto gli studenti stessi, ieri mattina, dopo
l’ultima assemblea, a conclusione dell’occupazione.
«Volevamo che
l’esperienza finisse nel migliore dei modi, abbiamo rispettato le
esigenze di preside e personale» - ha dichiarato Righetto.
Intanto
al «Duca degli Abruzzi» si terrà una giornata di autogestione a fine
gennaio, in accordo con la preside Antonia Piva. «Parleremo con esperti
di politiche sociali e di riforma universitaria» - racconta la
rappresentante Arianna Tomaello. Il 17 marzo nuova iniziativa, per i 150
anni dell’unità d’Italia.
A muoversi ieri anche gli studenti di
Lotta studentesca: hanno appeso ai rami dell’albero di Natale di piazza
dei Signori un Babbo Natale con letterine per chiedere una scuola
migliore.
Il mondo giovanile sembra aver deciso di diventare
protagonista in città anche con iniziative non politiche o di protesta
«stretta». Ieri in piazza dei Signori un centinaio di ragazzi e studenti
da tutta la provincia si sono ritrovati per un flash-mob: fermi
immobili per qualche minuto, poi la «diaspora». «Volevamo fare qualcosa
di inusuale in questa città», dice Matteo Colombo, 17 anni del Canova.
Post e inviti su Facebook hanno fatto da tam tam.
Dopo 36 ore, rispettando gli accordi presi con la dirigenza, i ragazzi hanno lasciato l’istituto a docenti e bidelli
Treviso - Artistico liberato, flashmob in piazza
Liceo, i rappresentanti «Scelta responsabile verso le istanze di tutti»
25 / 12 / 2010
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