Venezia - Le promesse non mantenute, la Biblioteca rischia lo smantellamento

7 / 11 / 2017

Ieri mattina - lunedì 6 novembre - a Ca' Foscari centrale si è svolta la seduta del Senato Accademico, in cui sono state presentate le tre mozioni concordate dall'assemblea passata: sospensione del trasferimento di personale, sospensione del trasferimento dei libri, istituzione di una commissione senatoriale. La risposta è stata quanto meno deludente.

Il Rettore non ha voluto mettere all’ordine del giorno le mozioni e ha dichiarato che il Senato non può deliberare su questo argomento in quanto organo solo consultivo, inoltre la decisione è stata presa e l’iter è iniziato seguendo le corrette procedure. A sostegno di questa tesi è stato richiesto anche l’intervento esterno della Toniolo, dirigente del Sistema Bibliotecario di Ateneo, chiamata ad esprimere il “parere dell’esperto”. Quindi quello che hanno da dire studenti e personale è inutile e senza senso, neanche fossero quelli che la biblioteca non la vivono ogni giorno.

Per finire, il Rettore si è premurato di tranquillizzare tutti assicurando che il servizio verrà mantenuto inalterato e solo i dipendenti che si occupano dell’Archivio Storico verranno spostati. Giovedì però sembrava che tutti sarebbero stati spostati eccetto pochi, che il passo indietro del Rettore sia una solo una mossa strategica per indebolire la protesta?

Giovedì 2 novembre si era infatti tenuta a Zattere un'assemblea tra personale tecnico amministrativo e studenti di Ca'Foscari.

Due settimane prima era arrivata una comunicazione a tutti i cafoscarini da parte del Rettore, tramite la newsletter LineaDiretta, riguardante uno spazio da destinare alle associazioni studentesche e le liste dei rappresentanti degli studenti. Da questo avviso sono nate diverse problematiche, primo tra tutte il fatto che le parti chiamate in causa non erano state precedentemente interpellate, eccetto la rappresentante degli studenti in Consiglio di Amministrazione, che ha votato favorevolmente la mozione. Forse perché non era a conoscenza delle conseguenze che ne sarebbero derivate, sia per gli studenti e che per il personale della biblioteca. Questa decisione infatti si è dimostrata da subito la culla di una serie di disagi.

La decisione che è stata presa nell'ultimo Cda è la seguente:

“Proseguendo queste politiche a sostegno dei servizi agli studenti, nella seduta del 6 ottobre, il Consiglio di Amministrazione ha deliberato l'assegnazione di nuovi spazi alle associazioni e gruppi studenteschi a integrazione di quelli disponibili presso le aule di Rio Novo. In forza della nuova assegnazione, la gestione delle attività studentesche avrà a disposizione anche i locali presso la sede Ca'Foscari Zattere (CFZ) accessibile dall'ingresso principale in Fondamenta delle Zattere al civico numero 1395. Si tratta di un'ampia zona a oggi assegnata al Sistema Bibliotecario di Ateneo per gli addetti che seguono la consultazione e la consulenza bibliorafica in CFZ e altre attività archivistiche.”

Nella pratica ciò che si prospetta è lo smantellamento del servizio di consultazione, ridotto al minimo di un paio di persone, e l'utilizzo dello spazio da parte delle poche associazioni studentesche gradite al Rettore se non, nel peggiore dei casi, l'inutilizzo, come avviene nelle sopra citate aule a Rio Novo. La componente studentesca risulterebbe quindi doppiamente danneggiata da questa operazione: una prima volta perdendo il servizio bibliotecario drasticamente tagliato e una seconda quando si vedrebbe esclusa dall'accesso ai locali in questione.

Le biblioteche sono luoghi indispensabili al percorso univeristario, sia per i posti che mettono a disposizione per lo studio, insufficienti comunque a coprire la richiesta (il CFZ è sempre pieno e in molti sono costretti a rimanere fuori), sia per la possibilità di consultare testi di riferimento o di ricerca, che spesso non si trovano più neanche in commercio. Una cosa che servirebbe veramente a incrementare i servizi agli studenti sarebbe l'aumento dei posti disponibili per lo studio e la creazione di nuove biblioteche, non la riduzione degli spazi e dei servizi offerti dalle stesse.

Riguardo poi a coloro cui verrebbe destinato lo spazio in questione, per prima cosa ci viene difficile comprendere perché i quasi 20mila studenti iscritti a Ca'Foscari non potranno accedervi se non facenti parti di un'associazione riconosciuta o di una lista. Dall'altro lato sappiamo bene come funzionano le modalità di assegnazione di spazi e fondi alle suddette, sappiamo chi sono i giocatori in campo e come verranno costruite ad arte le regole per rendere l'aula una nicchia per soliti noti, lo dimostrano la riforma dei criteri per le attività autogestite e l'uso che viene fatto delle tese C e D del CFZ.

Quello che il Rettore vorrebbe far passare per un incremento ai servizi per gli studenti è in realtà un'operazione in perfetta continuità con lo smantellamento progressivo di questi servizi, che la nostra università porta avanti da anni. Non è la prima volta purtroppo che ci ritroviamo di fronte a trasformazioni di questo tipo e non è la prima volta che vediamo la biblioteca di Zattere sotto attaco.

Nel 2013 già denunciavamo la mancanza di luoghi destinati allo studio e chiedevamo che ci venissero restituite le tese C e D della biblioteca di Zattere, ci veniva risposto che tutto sarebbe tornato come prima ma in maniera ampliata e rinnovata. Ad oggi ci ritroviamo invece con le tese periodicamente chiuse, poterci accedere è una rarità, poterne usufruire come aule studio quasi impossibile.

Ma torniamo alla delibera del Consiglio di Amministrazione, che ha deciso del destino di uno spazio universitario e del servizio qui offerto, senza considerare le istanze dei diretti interessati alla questione, anzi. Quando alcuni membri del Senato Accademico (che almeno mantiene una composizione più interna all'università con docenti, personale tecnico amministrativo e studenti) hanno chiesto al Rettore di riaffrontare la discussione e decisione in quella sede, hanno ricevuto una risposta sbrigativa e che liquidava la richiesta con qualche frasetta di circostanza.

Viene da chiedersi con che legittimità un organo collegiale composto quasi esclusivamente da membri esterni al corpo universiatario decida su questioni così importanti e con un impatto così significativo nella vita dello stesso. Soprattutto se la voce della parte viva e vera dell'ateneo si fa sentire e protesta contro questa decisione.

La contraddizione di un'università che riduce gli spazi a disposizione degli studenti non è però la sola a Venezia.

La comunicazione della riassegnazione dell'ufficio ha suscitato dure reazioni, ma un secondo provvedimento, taciuto dal Rettore ed emerso solamente in sede assemblear, stabilisce che 18.000 libri, custoditi in un deposito alla Celestia, vengano mandati al macero.

Si tratta di volumi che, stando agli studi commissionati dal CdA, non risultano più d'utilità agli utenti delle biblioteche di Ca'Foscari. Sebbene la lista dei titoli non sia ancora stata resa pubblica, conterrà con molta probabilità volumi poco richiesti negli ultimi anni, edizioni ormai compassate o copie in cattive condizioni. I criteri di selezione, anch'essi non esplicitati, riguarderanno ragionevolmente l'utilità dei testi e il loro grado di aggiornamento. Criteri che, dal punto di vista studentesco, risultano, quando non pericolosi, quanto meno opinabili.

Le questioni che si sono immediatamente sollevate sono di diversa natura: culturale, economica ed etica.

Per avere un'idea di quanti siamo 18.000 libri basti pensare che la biblioteca di Leopardi comprendeva 20.000 volumi. È un patrimonio non indifferente. Un patrimonio che, per quanto datato, continua a rappresentare un'utile fonte di informazioni. Qualunque studente sa infatti che lo studio di dati aggiornati non è l'unico utile, ma che molto spesso è necessario ricostruire anche l'intorno culturale di un periodo storico diverso, operazione possibile solo qualora i testi storici siano ancora disponibili.

L'idea che 18.000 volumi vengano mandati al macero non suscita indignazione solo sulla scorta di sentimenti nostalgici, di affezione alla materialità della carta stampata, o all'insensata credenza che la parola scritta sia infallibile e foriera di ogni verità. Lo sconforto riguarda piuttosto la consapevolezza che, insieme a quelle pagine, svanirà un'opportunità di sviluppo del sapere critico, che si fonda sulla pluralità di imput e che nasce proprio dal confronto di voci diverse.

Alla stima culturale, fa poi il paio quella economica: il valore calcolato di questi 18.000 libri ammonta almeno a 70.000euro, a fronte dei 25.000 spesi annualmente per la loro conservazione.

In termini di utilità converrebbe quindi conservarli. E se anche la conservazione risultasse scomoda, per qualche oscuro motivo, perché non sfruttare un espediente come il book crossing? Un espediente ampiamente pubblicizzato da Ca'Foscari, a suon di slogan come “libera un libro!”. Ma qual è la sua reale utilità, se di fronte alla necessità dichiarata di disfarsi di 18.000 libri, non vi si fa ricorso? A chi giova un servizio come questo, se di fronte a simili situazioni non viene nemmeno preso in considerazione come soluzione?

Tutto ciò prosegue nel solco della tendenza dell'Università a scomparire come luogo dei saperi, facilmente e riduttivamente individuati nei pochi testi imposti dai programmi. È in questa stessa ottica che il taglio agli spazi a disposizione degli studenti agisce: i tempi stimati per lo studio sono in costante calo -pur di fronte al costante aumento di informazioni specializzate a disposizione di tutti-, quindi perché concedere più luoghi in cui attardarsi anziché far fruttare al meglio le poche sedi gentilmente concesse agli studenti?

Noi non ci stiamo! Vogliamo un'università diversa, vogliamo un'inversione di tendenza e continueremo la nostra lotta riprendendoci i nostri spazi e difendendo quei servizi che continuano a rendere il nostro Ateneo un luogo di studio e di ricerca!