COLOMBIA: QUESTIONE DELLA TERRA, A CUBA PRIMO ACCORDO TRA FARC E GOVERNO
Dopo sei mesi di colloqui di pace, in quello che una parte della stampa colombiana ha già definito uno sviluppo storico, il governo di Bogotà e le Forze armate rivoluzionarie di Colombia (Farc) hanno concretizzato e firmato un accordo sul primo punto in agenda ai negoziati di pace in corso a Cuba: la questione agraria.
Riferendo i contenuti di una conferenza stampa tenuta a l'Avana, Radio Caracol ha sottolineato che l'accordo include i temi relativi all'accesso e all'uso della terra, alla formalizzazione della propietà alla creazione di una frontiera agricola e alla protezione delle zone di riserva.
L'intesa sottoscritta tra le parti include anche programmi sulla fornitura di acqua potabile, assistenza tecnica, formazione e recupero dei suoli.
In un comunicato congiunto si dichiara:” L'accordo sarà l'inizio di trasformazioni radicali della realtà rurale e agraria della Colombia con equità e democrazia. Mette al centro la gente, il piccolo produttore, l'accesso e la distribuzione della terra, la lotta contro la povertà”.
In un suo documento, anche la guerriglia marxista, la più longeva dell'America Latina, ha analizzato il contesto e gli obiettivi dei negoziati che, dopo tanti tentativi andati a vuoto, potrebbero mettere fine a un conflitto sociale lungo mezzo secolo:”In questo tavolo di discussione, abbiamo preso in mano, come bandiere al vento, le rivendicazioni storiche più sentite dai contadini senza terra, dalle comunità rurali depredate dalle grandi multinazionali. Nelle cento proposte minime orientate allo sviluppo rurale e agrario per la democratizzazione e la pace con giustizia sociale in Colombia, sono espresse le idee di giustizia che chi sta in basso ha chiesto vengano ascoltate e riconosciute”.
Le cento proposte sono state il frutto di un grande dibattito che ha investito i settori popolari colombiani, principalmente nelle campagne e nelle comunità indigene, ma anche nelle città. Il movimento Marcia patriottica - composto da contadini, operai, studenti, chiese di base, sinistra e settori progressisti della società – ha organizzato importanti manifestazioni di sostegno alla proposta di pace, dentro e fuori il paese. “all'Avana – scrivono ancora le Farc – stiamo aprendo un sentiero perchè il popolo faccia ascoltare la sua voce come protagonista principale nella costruzione della pace. Però preoccupa che mentre la maggioranza chiede riconciliazione e giustizia, il paese debba continuare a sopportare il peso di misure e politiche economiche che consegnano il nostro territorio alla voracità delle multinazionali, che continui ad aumentare la disuguaglianza e continuino a cadere dei compatrioti da una parte e dall'altra, in una guerra lunga mezzo secolo che richiede una soluzione politica”.
La questione della terra è considerata prioritaria dai guerriglieri e l'accordo raggiunto potrebbe adesso aprire le porte a un più rapido esame degli altri punti in agenda che comprendono anche il futuro politico delle stesse Farc. Sarà proprio questo il prossimo tema in discussione a partire dall'11 giugno: il risarcimento delle vittime del conflitto e il rientro in sicurezza dell'opposizione armata nella vita politica.
In quell'occasione cominceranno ad essere valutate 400 proposte formulate dalla società civile attraverso il Foro realizzato da Nazioni Unite e Università nazionale.
Pubblichiamo qui di seguito il comunicato emesso dalle FARC e dal Governo, ieri dall'Avana, dove si stanno svolgendo i colloqui per porre fine al conflitto armato in Colombia.
COMUNICATO CONGIUNTO FARC-GOVERNO SULL’ACCORDO
“VERSO UNA NUOVA CAMPAGNA COLOMBIANA: RIFORMA RURALE INTEGRALE”.
I delegati del Governo e delle FARC-EP rendono
noto che: |
Nel prossimo ciclo di conversazioni, presenteremo il primo
rapporto periodico del Tavolo.
Abbiamo costruito accordi sui seguenti temi:
- Accesso ed uso della terra.
Terre improduttive. Formalizzazione della proprietà. Frontiera agricola e
protezione delle zone di riserva.
- Programmi di sviluppo con
messa a fuoco territoriale.
- Infrastruttura ed adeguamento
delle terre.
- Sviluppo sociale: salute,
educazione, casa, sradicamento della povertà.
- Stimolo alla produzione
agroalimentare ed all’economia solidale e cooperativa. Assistenza tecnica.
Sussidi. Crediti. Generazione di reddito. Commercializzazione. Formalizzazione
del lavoro.
- Politiche alimentari e
nutrizionali.
Quanto convenuto in questo Accordo sarà l’inizio di trasformazioni radicali
della realtà rurale ed agraria della Colombia, con equità e democrazia. Esso è
incentrato sulla gente, sui piccoli produttori, sull’accesso e sulla
distribuzione delle terre, sulla lotta alla povertà, sullo stimolo alla
produzione agroalimentare e sulla riattivazione dell’economia delle campagne.
Persegue che il maggior numero di abitanti delle campagne senza terra o con
terra insufficiente possa accedere ad essa, mediante la creazione di un Fondo
di Terre per la Pace.
Il Governo Nazionale formalizzerà progressivamente, in modo aderente
all’ordinamento costituzionale e legale, tutti gli appezzamenti occupati o
posseduti dai contadini in Colombia.
Vengono creati meccanismi per risolvere conflitti di uso ed una giurisdizione
agraria per la protezione dei diritti di proprietà con prevalenza del bene
comune.
L’Accordo è accompagnato da piani per la casa, l’acqua potabile, l’assistenza
tecnica, la formazione, l’educazione, l’adeguamento delle terre, le
infrastrutture ed il recupero dei suoli.
L’Accordo si propone di invertire la tendenza degli effetti del conflitto e di
restituire le terre alle vittime della spoliazione e dello sfollamento forzato.
Include la formazione e l’aggiornamento dell’informazione rurale per
l’aggiornamento del rispettivo catasto, al fine di disporre di sicurezza
giuridica e di informazioni migliori e più efficienti.
Pensando alle future generazioni di colombiani, l’Accordo delimita la frontiera
agricola proteggendo le aree di speciale interesse ambientale.
Ci si propone una campagna con protezione sociale, e lo sradicamento della fame
attraverso un sistema di alimentazione e nutrizione.
Quanto convenuto fino ad ora fa parte di un accordo più ampio, che speriamo di
raggiungere nei prossimi mesi e che contiene sei punti. A partire dal seguente
ciclo di conversazioni, che inizierà il prossimo 11 giugno, cominceremo a
discutere il secondo punto dell’Agenda incluso nell’ “Accordo Generale”
dell’Avana, denominato “Partecipazione Politica”.
Uno dei principi guida di queste conversazioni è che “niente è accordato fino a
quando tutto non sarà accordato”. Ciò significa che gli accordi che stiamo
costruendo sono condizionati dall’approdo ad un accordo sulla totalità
dell’Agenda, e che nella misura in cui si avanza nella discussione gli accordi
su ognuno dei sub-punti possono essere aggiustati e complementati.
Vogliamo sottolineare che in questi sei mesi di conversazioni non abbiamo
solamente discusso il tema agrario; abbiamo anche dato vita al processo dei
dialoghi, convenuto il modo di lavorare in plenaria, commissioni o
separatamente, e messo in marcia diversi meccanismi di partecipazione e
consulta cittadina per ricevere proposte ed opinioni di cittadini ed
organizzazioni sociali. Tali meccanismi e procedimenti di lavoro e
partecipazione sono già operativi, ragion per cui speriamo che da qui in poi si
possa avanzare più celermente nella ricerca di accordi.
Diamo risalto ai contributi dell’Ufficio delle Nazioni Unite in Colombia ed al
Centro di Pensiero per la Pace dell’Università Nazionale all’organizzazione dei
forum realizzati a Bogotá sui temi Agrario e della Partecipazione Politica. A
cui si aggiungono gli apporti dei tavoli regionali organizzati dalle
Commissioni di Pace del Senato e della Camera dei Rappresentanti della
Colombia.
Ringraziamo le migliaia di colombiane e colombiani e le organizzazioni sociali che
ci hanno fatto pervenire le loro proposte ed opinioni sui punti dell’Agenda
attraverso i forum, la pagina web o i moduli disponibili nei palazzi municipali
e governatorati. Tutte ed ognuna di esse sono state ricevute dalle delegazioni
all’Avana. Al Tavolo delle Conversazioni è stato deciso ed attivato un
procedimento per riceverle in modo ordinato, classificarle ed averle a
disposizione su supporto elettronico.
Vogliamo ringraziare in special modo Cuba e la Norvegia, paesi garanti di
questo processo, per il loro permanente appoggio e per il clima di fiducia che
propiziano. La presenza dei loro rappresentanti al Tavolo delle Conversazioni è
un fattore fondamentale per lo sviluppo delle stesse. Ringraziamo ugualmente il
Cile ed il Venezuela, paesi accompagnatori, ai quali le delegazioni danno
aggiornamenti periodici sulla marcia dei dialoghi.
Questi quattro paesi compongono un gruppo di nazioni amiche del processo che
teniamo altamente in considerazione; inoltre, ringraziamo altre nazioni,
organismi e leaders internazionali per le loro espressioni di appoggio, che
rafforzano la fiducia nel cammino che stiamo percorrendo.
L’Avana, 26 maggio 2013