E così, vengo a sapere da un neo-zelandese che abita in quel di Auckland, a 22.500 chilometri di distanza, cosa sta accadendo in Grecia.

Cosa sta succedendo in Grecia?

Lotte, insorgenze, tortura in una Grecia al collasso

20 / 2 / 2013

Oggi in Grecia ci sarà il primo sciopero generale contro le politiche di austerità del 2013, sono previsti cortei, manifestazioni, si temono gravi incidenti.

Alcuni sevizi televisivi ci segnalano come la situazione sociale sia allo stremo: code alle cucine della Caritas, servizio sanitario incapace di assicurare le vacinazioni e il pronto intervento, disoccupaazione stellare.

I giornali economici, invece, ci raccontano che i greci stanno adeguando il loro tenore di vita alle proprie possibilità ... riportiamo dal Sole:

"Partiamo da una curiosità, che però può servire a far capire come lo stile di vita dei greci sia radicalmente cambiato a partire dall'inizio della grande crisi: nel 2012 è stata venduta una sola Ferrari nuova, che si somma a una "rossa" del cavallino rampante venduta come usato. Un bilancio misero, decisamente in contrasto con le 21 Ferrari nuove e le 37 usate vendute nel 2007, anno che ha preceduto l'inizio della recessione greca.

Detto questo, ecco la vera realtà della Grecia in crisi, così come è fotografata dai dati più recenti.

Il deficit delle partite correnti della Grecia si è ridotto nel 2012 al suo livello più basso da quando il paese mediterraneo è entrato nell'euro, prova evidente che l'economia sta rispondendo alle severe misure di austerità varate dal Governo di George Papandreou, prima, del tecnico Lucas Papademos poi e dell'attuale coalizione guidata da Antonis Samaras.

Il deficit è calato del 73% nel 2012 a 5,58 miliardi di euro (il più basso dal 1999), pari al 2,9% del Pil. Nel 2011 era il 9,9% del Pil, pari a 20,6 miliardi di euro. Un calo aiutato dalle importazioni in discesa (anche perché, certo, i consumi sono fortemente calati) e dalla riduzione dei tassi di interesse sul debito dopo il taglio di 100 miliardi di euro del debito sovrano, il maggiore mai fatto nei tempi moderni.

Il saldo delle partite correnti è una misura fondamentale per verificare la competitività dell'economia di una nazione. In sintesi questo dato significa che la Grecia oggi sta imparando a vivere secondo i propri mezzi. Ecco perché questo è un segnale positivo."

Riportiamo qui di seguito un post che sta facendo il giro delle reti:

La Grecia è collassata.

Ma a noi non lo dicono perché siamo in campagna elettorale.

 

di Sergio Di Cori Modigliani

L’ho saputo davvero per caso. Il che la dice tutta.

Me ne stavo amenamente trastullando con un amico di lunga data, un giornalista neo-zelandese, con il quale ci incontriamo in un sito, chesscube.com, dove ci sfidiamo in un nostro personale duello a scacchi mentre chattiamo scambiandoci informazioni sull’Europa e su quello che accade nel continente australe e nel sud-est asiatico, di cui lui è un attendibile esperto.

A un certo punto, mi fa: “E che ha detto Bruxelles della bomba di Amnesty International?”

“Quale?”

“Quella di tre giorni fa che gli ha ammollato il filosofo francese in piena riunione sul budget dell’Unione Europea”.

(sconcertato dalla mia ignoranza dei fatti, nonché  fortemente incuriosito, chiedo ragguagli in merito)

“Ma sì, quella dei rapinatori delle banche”

“Quali banche? Dove?”

“Nel nord della Grecia”

“Chi?”

“Gli anarchici, i ragazzi arrestati e poi torturati dalla polizia”.

A questo punto mi arrendo e confesso di non sapere di che cosa stia parlando.

E così, vengo a sapere da un neo-zelandese che abita in quel di Auckland, a 22.500 chilometri di distanza, 12 ore di fuso orario prima di noi, dall’altra parte del mondo, nel continente più lontano (in tutti i sensi) dalla nostra vecchia e cara Europa, che cosa sta accadendo a 1.000 chilometri da Roma, nel territorio che è stata la culla originaria della nostra civiltà.

E tutto grazie ad Amnesty International.

Faccio delle telefonate e mi butto in rete a caccia di notizie. In Italia, nulla. In giro per l’Europa, anche.

Notizie strabilianti in Sudamerica, in Canada, in California e sembra dovunque tra i bloggers scandinavi e nord settentrionali che scrivono nelle loro lingue.

Descrivono e raccontano qualcosa che sta accadendo in questi giorni di cui a nessuno è stata detta neppure una parola, né a Roma, né a Berlino, né a Parigi né a Londra. Tantomeno a Madrid.

Parlano della Grecia.

Ma in termini nuovi.

Nel senso che riferiscono di una società ormai collassata, al limite della guerra civile, ormai precipitata nel baratro, sulla cui attuale realtà è stato steso un osceno velo di totale censura per impedire che le notizie vengano usate in campagna elettorale in Italia e diffuse in Spagna dove sta esplodendo la tangentopoli iberica delle banche corrotte e Rajoy ha già fatto sapere a Bruxelles che là a Madrid si corre il rischio di veder la situazione sfuggire al controllo.

La Grecia è crollata, definitivamente, sotto il peso dei debiti contratti con la BCE.

Stanno assaltando i supermercati. Ma non si tratta di banditi armati. Si tratta di gente inviperita e affamata, che non impugna neanche una pistola, con la complicità dei commessi che dicono loro “prendete quello che volete, noi facciamo finta di niente”. Si tratta della rivolta di 150 imprenditori agricoli, produttori di agrumi, che si sono rifiutati categoricamente di distruggere tonnellate di arance e limoni per calmierare i prezzi, come richiesto dall’Unione Europea. Hanno preso la frutta, l’hanno caricata sui camion e sono andati nelle piazze della città con il megafono, regalandola alla gente, raccontando come stanno le cose.

Si tratta di 200 produttori agricoli, ex proprietari di caseifici, che da padroni della propria azienda sono diventati impiegati della multinazionale bavarese Muller che si è appropriata delle loro aziende indebitate, acquistandole per pochi euro sorretta dal credito agevolato bancario, quelli  hanno preso i loro prodotti della settimana, circa 40.000 vasetti di yogurt (l’eccellenza del made in Greece, il più buon yogurt del mondo da sempre) li hanno caricati sui camion e invece di portarli al Pireo per imbarcarli verso il mercato continentale della grande distribuzione, li hanno regalati alla popolazione andandoli a distribuire davanti alle scuole e agli ospedali

Si tratta anche di due movimenti anarchici locali, che si sono organizzati e sono passati alle vie di fatto: basta cortei e proteste, si va a rapinare le banche: nelle ultime cinque settimane le rapine sono aumentate del 600% rispetto a un anno fa. Rubano ciò che possono e poi lo dividono con la gente che va a fare la spesa. La polizia è riuscita ad arrestarne quattro, rei confessi, ma una volta in cella li hanno massacrati di botte senza consentire loro di farsi rappresentare dai legali. Lo si è saputo perché c’è stata la confessione del poliziotto scrivano addetto alla mansione di ritoccare con il Photoshop le fotografie dei quattro arrestati, due dei quali ricoverati in ospedale con gravi lesioni.

E così, è piombata la sezione europea di Amnesty International, con i loro bravi ispettori svedesi, olandesi e tedeschi, che hanno realizzato una inchiesta, raccolto documentazione e hanno denunciato ufficialmente la polizia locale, il ministero degli interni greco e l’intero governo alla commissione diritti e giustizia dell’Unione Europea a Bruxelles, chiedendo l’immediato intervento dell’intera comunità continentale per intervenire subito ed evitare che la situazione peggiori.

Siamo venuti così a sapere che il più importante economista tedesco, il prof. Hans Werner Sinn, (consigliere personale di Frau Angela Merkel) sorretto da altri 50 economisti, avvalendosi addirittura dell’appoggio di un rappresentante doc del sistema bancario europeo, Sir Moorald Choudry (il vice-presidente della Royal Bank of Scotland, , la quarta banca al mondo) hanno presentato un rapporto urgente sia al Consiglio d’Europa che alla presidenza della BCE che all’ufficio centrale della commissione bilancio e tesoro dell’Unione Europea, sostenendo che “la Grecia deve uscire, subito, temporaneamente dall’euro, svalutando la loro moneta del 20/ 30%, pena la definitiva distruzione dell’economia, arrivata a un tale punto di degrado da poter essere considerata come “tragedia umanitaria” e quindi cominciare anche a ventilare l’ipotesi di chiedere l’intervento dell’Onu”.

Silenzio assoluto.

Nessuna risposta.

Censura totale.

Nessun candidato alle elezioni in Italia ha fatto menzione della situazione greca attuale.

Links Utili:

Gallery