Stati Uniti- Proteste, cortei e arresti dei dipendenti McDonald

In occasione della assemblea annuale della McDonald i movimenti dei lavoratori e precari americani si sono mobilitati per continuare la loro battaglia sui dirittti

23 / 5 / 2014

Dopo lo sciopero globale dei dipendenti delle catene dei fast-food dello scorso 15 maggio continua la mobilitazione negli Stati Uniti. In concomitanza con l'assemblea annuale dei soci del gruppo McDonald si stanno svolgendo a Chicago proteste indette dalla rete di sindacati, associazioni e attivisti che da due anni si stanno battendo per l’aumento del salario minimo da 7.5 dollari a 15 dollari, l’introduzione di maggiori tutele e diritti sul luogo di lavoro e la possibilità di costituire un proprio sindacato.

Un corteo di  alcune migliaia di persone con delegazioni provenienti soprattutto da New York, Boston, Filadelfia, Los Angeles si è diretto verso quartier generale della McDonald a Oak Brook, alle porte di Chicago dove arrivati i manifestanti hanno ignorato l'ordine degli agenti in assetto antisommossa di allontanarsi dalla zona.

La determinazione a rimanere e la rabbia sono cresciute anche per le affermazioni dei dirigenti della compagnia per voce  dell’ amministratore delegato dell'azienda Don Thompson che ha dichiarato che Mcdonald non e' un 'predatore'. "Siamo persone abbiamo dei valori e siamo dei genitori". Alla platea di Chicago Thompson ha poi dichiarato che l’azienda ha la tradizione di offrire opportunità lavorative che portano a vere e proprie carriere e alla soddisfazione dei dipendenti "Crediamo di pagare equamente e con salari competitivi".

La polizia è intervenuta duramente effettuando 138 arresti, tra questi ci sono anche molti dei rappresentanti  ecclesiali,  sindacalisti e attivisti che da anni sono l’anima della protesta mantre questa mattina altre centinaia di manifestanti si sono dati appuntamento ancora una volta davanti all'edificio di Oak Brook, prima che iniziasse la riunione degli azionisti per iscenare una protesta finita prima di un nuovo intervento della polizia. "Torneremo" - hanno gridato - "Mentre l'azienda spende miliardi in sponsorizzazioni, campagne di marketing e compensi ai dirigenti - spiega una delle organizzatrici della manifestazione - molti degli impiegati a stento riescono ad arrivare a fine mese con un salario che é alla soglia della povertà".

Gli impiegati dei fast food, nonostante i profitti delle società, sono infatti la categoria peggio retribuita, secondo un rapporto pubblicato in ottobre dagli economisti dell'Università di Berkley. Il problema degli stipendi è diventato così grave che più della metà dei lavoratori americani dei fast-food contano sull’ assistenza del governo per compensare i piccoli stipendi che guadagnano, anche quando si lavora per 40 ore settimanali; lo studio ha anche riscontrato che l'età media dei lavoratori è in aumento. Lo stereotipo del tipico lavoro giovanile si è tramutando in quello del lavoratore precario.