Il 26 settembre giornata di elezioni parlamentari. Diciassette milioni di venezuelani sceglieranno i membri della nuova Assemblea, oggi controllata direttamente dal Psvu del presidente Hugo Chavez
Per la sedicesima volta dall'inizio della sua carriera presidenziale, iniziata nel lontano 1998, Hugo Chavez domenica 26 settembre affronterà nuovamente le urne.
Non si tratta di elezioni presidenziali, quelle son previste per il 2012, ma i diciassette milioni di elettori saranno chiamati a scegliere i membri del parlamento. Un momento di grande spessore politico e sociale per un Paese che nonostante tutto vive da anni a situazione politica stabile.
Fino a oggi il il partito di Chavez ha la maggioranza parlamentare (fatto non casuale visto che l'opposizione ha
boicottato le ultime elezioni) e secondo i sondaggi delle ultime
settimane potrebbe ottenerla anche nella tornata elettorale di domenica.
Il Psuv (Partito socialista unito del Venezuela, guidato dal
Presidente), infatti, doverebbe riuscire ad attestarsi intorno al 52
percento dei voti, insieme ai suoi alleati Pcv (Partido comunista de Venezuela) e il Movimento Electoral del Pueblo.
Una cifra che gli consentirebbe di arrivare a ottenere il doppio dei
parlamentari rispetto alle opposizioni. Gli sfidanti, riuniti nella Mesa de Unidad, gruppo che comprende Nuevo Tiempo, Primero Justicia, Ad, Copei, Podemos, Movimiento Voluntad Popular, La Causa, Mas, MovimentoRepubbblica-no, Socialistas y Bolivarianos, Indipendentistas por la comunidad Nacional , hanno speranza di conquistare molti seggi, anche se per loro non sarà facile.
Nel 2005 l'opposizione,
credendo di dare un colpo di coda alla campagna elettorale totalmente
incentrata a denigrare e screditare l'attuale presidente, invitò tutti a non recarsi alle urne. Richiesta che l'elettorato chavista non accolse e che garantì così una vittoria schiacciante per Chavez.
Oggi,
le cose potrebbero andare in modo diverso tanto che le opposizioni, un
variegato gruppo di partiti e partitini trasversali fra loro, alcuni un
tempo alleati del presidente, si sono uniti per combattere il Psuv. O quantomeno conquistare più poltrone possibili in parlamento.
Insomma,
anche per le opposizioni, quelle di domenica potrebbero essere elezioni
importanti. Per prima cosa darebbero la possibilità di tornare a pieno titolo sulla scena politica nazionale.
In secondo luogo è un'opportunità unica di creare equilibrio
all'interno delle istituzioni del Paese per accendere il dibattito
politico e cambiare radicalmente la dinamica della politica nazionale,
ormai abituata "all'uomo solo al comando".
"Vogliamo cambiare la
politica nazionale e creare un Paese di pace e tolleranza" dicono i
candidati delle opposizioni, convinti di avere fra le mani il vero
progetto di ristrutturazione del Paese. "Vogliamo una politica diversa. I
nostri candidati renderanno questa nazione progressista e l'Assemblea
trasparente" dice Stalin Gonzales, uno dei candidati.
Nella frenesia pre elettorale, inoltre, va ricordato che per evitare
incidenti fra sostenitori di Chavez e oppositori, l'amministrazione
venezuelana ha deciso di proibire da venerdì a mezzanotte alle 18 di
lunedì il porto d'armi. Non solo. Verrà proibita anche la somministrazione di bevande alcoliche. Da sempre, infatti, la popolazione venezuelana è incline al possesso e spesso all'uso delle armi.
I primi risultati sono previsti per lunedì pomeriggio alle ore 15 (ora del Venezuela). Solo in quel momento potremo sapere se la rivoluzione bolivariana potrà proseguire senza intoppi e condurre il paese verso il Socialismo del XXI secolo.