Il rafforzamento interno di Assad, l'uso dei gas nervini, l'avanzata degli islamici filo Al Qaeda sono gli ingredienti del precipitare della crisi medio orientale

Venti di guerra

26 / 8 / 2013

Oggi – dopo una settimana di stand-by degli ispettori ONU - iniziano le ispezioni della Commissione Internazionale sull'uso di armi chimiche in Siria. Intanto il presidente siriano Bachar al-Assad ha definito "insensate" le accuse occidentali su un attacco chimico effettuato dal suo regime e ha avvertito gli Stati Uniti che i loro progetti di un intervento militare in Siria sarebbero destinati al "fallimento".

Se gli Usa decidono di "attaccare la Siria o intromettersi ulteriormente nel Paese - sostiene Assad nell'intervista rilasciata all’Isvestia di Mosca, così come riportano le agenzie stampa - falliranno come in tutte le precedenti guerre che hanno scatenato, dal Vietnam ad oggi''. ''L'America ha preso parte a molte guerre ma non ha mai raggiunto i suoi obiettivi politici per i quali aveva scatenato quelle guerre'', prosegue il leader siriano.

Mentre le navi della flotta americana nel Mediterraneo si concentrano nello specchio di mare prospicente la Siria, mentre il Daily Telegraph di Londra ieri annunciava una guerra lampo per terra e mare entro 48 ore, la Casa Bianca ha smentito le informazioni riportate dal quotidiano britannico Telegraph secondo le quali Washington e Londra si appresterebbero a lanciare un'azione militare contro la Siria "nei prossimi giorni". "Il presidente Obama non ha deciso di impegnarsi in un'azione militare", ha detto un responsabile alla presidenza.

La Russia intanto ha messo in guardia oggi gli Stati Uniti sulle conseguenze "estremamente gravi" che avrebbe un eventuale intervento militare in Siria.  ''Si ha l'impressione che certi circoli, inclusi quelli sempre piu' attivi nei loro appelli per un intervento militare scavalcando l'Onu, stiano francamente tentando di spazzar via gli sforzi comuni russo-americani degli ultimi mesi per convocare una conferenza internazionale per una risoluzione pacifica della crisi'', si legge in un comunicato del ministero degli Esteri russo. 

La Turchia da parte sua fa sapere che partecipera' a qualsiasi coalizione internazionale che decida di intervenire in Siria anche se non sarà possibili raggiungere un più vasto consenso nel Consiglio di sicurezza dell'Onu.

Al contrario l’Iran, attraverso il portavoce del ministro degli Esteri, ha dichirato il proprio sostegno alla Siria e denunciato la politica aggressiva degli USA, sottolineando come l’eventualità di un attacco innescherebbe una deflagrazione del conflitto in tutta l’area medio orientale.

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