Città invisibili

Utente: mari
19 / 2 / 2011

Città invisibili - Un progetto, una analisi e una serie di documentari sulla forma della città contemporanea e la crescita degli slum.

Così, le città del futuro, lungi dall’essere fatte di vetro ed acciaio secondo le previsioni di generazioni di urbanisti, saranno in gran parte costruite di mattoni grezzi, paglia, plastica riciclata, blocchi di cemento e legname di recupero. Al posto delle città di luce che si slanciano verso il cielo, gran parte del mondo urbano de 21esimo secolo vivrà nello squallore, circondato da inquinamento, escrementi e sfacelo. Anzi, il miliardo di cittadini che abitano gli slum postmoderni guarderà molto probabilmente con invidia le rovine delle solide case di fango di Catal Hayuk in Anatolia, erette all’alba della vita urbana, ottomila anni fa.
Mike Davis – Il pianeta degli slum

Invisible City Project trova la sua unicità nell’analisi di uno dei fenomeni più importanti e meno discussi del secolo, ossia la trasformazione della città in un nuovo oggetto duale, attraverso la separazione in due generi umani, quelli aventi diritti e quelli che invece non ne hanno.

Le città invisibili è una serie di documentari dedicata alla crescita globale degli slum come principale forma di urbanizzazione delle megalopoli del nuovo millennio.

Incontro-dibattito con Gianpaolo Rampini. "Le città invisibili".

Giovedì 24 febbraio - ore 18.00. Laboratorio Morion - Venezia

ZMVM- La forma della città doppia.

Città del Messico non è più una città, non almeno se la intendiamo nei termini tradizionali.
Si parla piutttosto di regione urbana, o meglio ZMVM, che sta per Zona Metropolitana della Valle del Messico, un conurbamento di 22 milioni di abitanti. Attraverso  l’analisi di questo caso eccellente, si apre una discussione sulla forma della città contemporanea e la crescita globale degli slum(baraccopoli).
Nella prima parte il documentario tenta di ricostruire le tappe dello sviluppo urbano dell’ultimo secolo, che portano alla formazione della odierna megalopoli, vista come città doppia.
Attraverso una serie di tappe della storia dell’urbanizzazione dalla metà del secolo scorso a oggi, si analizza il processo di formazione delle baraccopoli e il progressivo consolidamento di una forma urbana duale.

INDUSTRY HOTEL - Un film documentario sugli slum di Nairobi.

A Nairobi si trova la più grande baraccopoli dell’Africa.
Nuovi slums stanno crescendo nelle vicinanze dell’area industriale, mentre da quelli più antichi un milione di persone deve ogni giorno camminare decine di chilometri per andare a lavoro.
Nel recente slum  di Lunga Lunga Road, in una baracca di vecchie lamiere che funge da “ristorante”, lavora un uomo che tutti conoscono come Chief. Considerando che le fabbriche pagano giornalmente 120-250 scellini (1,2-2,5 euro), la sua missione è riuscire ad offrire un pasto completo  a tutti.

Attraverso la voce narrante del Chief e dei suoi clienti, il film andrà ad analizzare profondamente la nuova marginalizzazione della povertà e la segregazione negli slum, visti come la parte invisibile di una città doppia: la città del consumo e la città dello scarto.

BIO: Dal 2007 Gianpaolo Rampini si occupa di un progetto biennale per la realizzazione de “Le città invisibili. Videogiornalismo per sopravvivere alla vita negli slum”.
L’idea è di promuovere non solo l’informazione sulle problematiche relative allo sviluppo degli slum, ma anche realizzare la formazione e la nascita del videogiornalismo indipendente nelle aree con urbanizzazione problematica dei paesi in via di sviluppo.
Il progetto finanziato dalla regione FVG ha avuto inizio  nel giugno 2008, con la formazione di un gruppo di produzione video,
Il progetto di cooperazione decentrata è promosso dal Consorzio Italiano di Solidarietà, in collaborazione con la Koinonia Community di Nairobi,il master in comunicazione scientifica della SISSA di Trieste, Media Aid (onlus di professionisti della comunicazione) e altre ong che operano a Nairobi e in Italia.

Invisible City Project