"Mr Gay Syria", il documentario sui migranti LGBTQI+, giovedi 16 luglio alle 21 in proiezione gratuita sul sito di Streeen

L'evento è organizzato dal Progetto IO, che ha da undici anni a Milano uno sportello dedicato ai migranti LGBTQI+

13 / 7 / 2020

L’orientamento sessuale e l’identità di genere sono tra le questioni che spingono le persone a migrare. I diritti delle persone LGBTQI+ sono ovunque precari, ma in alcuni paesi uomini e donne omosessuali, bisessuali o transgender vengono penalmente perseguiti e questo spinge loro a carcare una vita libera e degna lontano dai propri luoghi d’origine.

Il documentario Mr Gay Syria racconta la storia di due migranti omosessuali: Husein, giovane richiedente asilo siriano che vive a Istanbul e decide di partecipare alla competizione di Mr Gay Syria, e Mahmoud, rifugiato a Berlino e organizzatore della manifestazione, che si dedica anima e corpo all’attivismo. Il film ha vinto 14 premi internazionali ed è diretto dalla regista e giornalista Ayse Toprak, anche lei migrante.

Giovedì 16 luglio alle 21 il film verrà proiettato sul sito di Streeen, la piattaforma per lo streaming del cinema indipendente e d’autore, e sarà visibile in tutta Italia gratuitamente. La proiezione sarà preceduta da una conversazione tra i coordinatori di Progetto Io, Diego Puccio e Rahel Sereke, gli attivisti Amani Zreba e Benny Mc Bonzy, la programmer del Festival Mix Priscilla Robledo e la critica cinematografica Chiara Zanini, e verrà trasmessa anche sulla pagina Facebook del Milano Pride 

Il Progetto IO, organizzatore dell’evento, ha da undici anni a Milano uno sportello dedicato ai migranti LGBTQI+, che ha raccolto alcune delle necessità di circa 350 persone arrivate in Italia perché costrette a lasciare il proprio paese d’origine perché omosessuali, bisessuali o transgender. Lo sportello ha sede presso l’Arcigay di via Bezzecca ed è in contatto costante con realtà simili in altre città d’Italia. Come spiega l’Unhcr (Agenzia ONU per i rifugiati), le persone LGBTQI+ sono sproporzionatamente esposte a detenzione arbitraria, maltrattamenti da parte delle forze dell’ordine, violenza e omicidi extragiudiziali da parte di attori statali e non, nonché a maltrattamenti all’interno di cliniche mediche, fra i quali sterilizzazioni forzate e le cosiddette “terapie di conversione”. Anche il loro diritto alla libertà di espressione, di riunione e di associazione spesso è indebitamente limitato. Inoltre il viaggio alla ricerca di sicurezza può rivelarsi particolarmente insidioso per molti rifugiati LGBTQI+ che continuano a subire pregiudizi e violenze nei Paesi di transito e in quelli di accoglienza.

Da alcuni anni anche i pride italiani includono i diritti delle persone immigrante tra le rivendicazioni presenti nei propri manifesti. È importante però anche contribuire a veicolare immaginari che non siano distorti, soprattutto in una società caratterizzata da razzismo e xenofobia.

Dichiarano Diego Puccio e Rahel Sereke, del Progetto IO: «Sentiamo troppo spesso ancora oggi parlare di immigrazione usando parole razziste, populiste e molto spesso strumentali. Abbiamo scelto di proiettare questo film per provare, nel nostro piccolo, a parlare di immigrazione attraverso quella cultura che nasce dall'incontro con realtà diverse dalle nostre. Mr Gay Syria affronta il tema delle persone rifugiate descrivendo i protagonisti con forza, responsabili del loro destino, senza nessun atto di pietismo o vittimismo nei loro confronti. Ci ricorda l'importanza della solidarietà che dobbiamo avere come comunità LGBTQ+ anche a livello internazionale: abbiamo acquisito dei diritti, ma se rimangono esclusivamente i nostri, di alcuni paesi soltanto, non possono che essere letti fondamentalmente come privilegi».

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