Carlos Larrea Maldonado: uscire dal fossile è un imperativo sociale e politico

L’intervista al membro FFNPT, che è stato uno dei protagonisti della vittoria del referendum dello scorso agosto in Ecuador per porre fine al’estrattivismo fossile all’interno del Parco Nazionale Yasunì.

12 / 3 / 2024

Ai margini della Lectio Magistralis che ha svolto all’interno del corso “Cambiamenti Climatici e Adattamenti negli Ecosistemi e nelle società” presso l’Università di Padova, abbiamo avuto l’occasione di incontrare ed intervistare il Prof. Carlos Larrea Maldonado dell’Universidad Andina di Quito, membro del comitato direttivo dell’iniziativa Fossil Fuel Non-Proliferation Treaty (FFNPT) e del Science Panel for Amazon, nonché uno dei protagonisti della vittoria del referendum dello scorso agosto in Ecuador per porre fine all’estrattivismo fossile all’interno del Parco Nazionale Yasunì per salvaguardarne gli alti valori ecologici e culturali

In questo momento di crisi climatica e in un panorama di conflitto mondiale delocalizzato, perché è importante uscire dal fossile?

Se non attuiamo subito una strategia per ridurre rapidamente il consumo dei combustibili fossili su scala globale, con target chiari tipo ridurre del 45% le emissioni entro il 2030 e raggiungere la neutralità entro il 2050. Questo è il percorso che si deve intraprendere se si vuole provare a rispettare gli obiettivi prefissati dall’Accordo di Parigi ossia di limitare il riscaldamento globale non oltre gli 1.5°C rispetto ai livelli preindustriali. In questo momento, il rischio di uno scenario climatico catastrofico per la civiltà umana e la biodiversità è molto alto. Continuare con gli attuali livelli di consumo di combustibili fossili è una minaccia e un pericolo inaccettabile per la civiltà, la biodiversità e la capacità di produrre cibo in futuro

Visto la lotta decennale del popolo ecudoarino per salvaguardare la natura e lo Yasunì, quanto è stato importante il ruolo dei movimenti nel creare dal basso delle strategie e dei piani per cambiare questo modello socio-economico?

Lo scorso agosto, in Ecuador, un paese estrattore di petrolio per la prima volta a livello mondiale in è stato indetto un referendum per bloccare l’estrazione di idrocarburi nel blocco ITT (Ishipingo-Tambococha-Tiputini) all’interno del Parco Nazionale dello Yasunì. Per raggiungere la vittoria storica del sì con il 59% ci sono voluti più di 20 anni di mobilitazione da parte delle organizzazioni della società civile, i movimenti indigeni e gli accademici. L'Ecuador si trova di fronte alla necessità di cambiare profondamente il proprio modello di sviluppo, visto il prossimo esaurimento delle sue riserve petrolifere. La transizione verso un nuovo modello che conservi la biodiversità e la ricchezza culturale del Paese, basato sul turismo naturalistico e sui servizi ecosistemici, è urgente e inevitabile. Questo modello deve essere costruito con il sostegno delle organizzazioni sociali, delle popolazioni indigene e del movimento ambientalista.

3 - Il FFNPT è sicuramente l'iniziativa più importante in questo momento a livello mondiale, quali sono le tue percezioni a riguardo? Quali i punti di forza e dove invece è importante lavorare per raggiungere maggiore consenso?

La FFNPT si è affermata come strategia globale ed è ora sostenuta da 12 Paesi, tra cui la Colombia e 11 Stati insulari, e da 103 città e regioni di tutto il mondo. Il prossimo passo è quello di aumentare il numero dei Paesi membri, compreso un gruppo di Paesi sviluppati, e di altri membri dell'associazione globale. È necessario sviluppare piani regionali validi per accelerare l'abbandono dei combustibili fossili e lasciarli inutilizzati nelle regioni più critiche del pianeta, come le foreste tropicali.