Fonte: Repubblica.it 06.10.09

"Da qui non esce nessuno se non abbiamo risposte concrete"

Dalla fabbrica della Alstom di Colleferro parla Artenio Fanella delegato sindacale Silcem-Cgil della Rsu. "Stiamo discutendo"

6 / 10 / 2009

ROMA - "Qui non esce nessuno se non abbiamo risposte concrete. Non abbiamo sequestrato nessuno, non li abbiamo minacciati, non abbiamo, fucili, pistole o bastoni. Però così finalmente abbiamo la possibilità di discutere della nostra situazione". A parlare è Artenio Fanella, delegato sindacale Silcem-Cgil della Rsu della Alstom di Colleferro, da ore nella fabbrica nella quale da mezzogiorno, tre manager ell'azienda sono stati sequestrati dagli operai. 

Ma era necessario sbarrare le porte per poter instaurare una discussione? "Questa mattina sono arrivati i manager francesi, e ci hanno detto che se non fosse arrivato subito lavoro nazionale tra nove mesi quest'azienda verrà chiusa. Ci propongono di andare a lavorare nel sito di Nola, oppure in Francia. Noi siamo tutti intorno ai 40 anni, abbiamo una famiglia". Quanti siete? "Siamo 150, e fino a pochi anni fa eravamo in 350 con gli interinali. Prima hanno mandato via i precari, poi hanno cominciato con la mobilità lunga, hanno cominciato a trasferire qualche lavoratore, qualcuno è andato in pensione e non è stato sostituito". Ma perché un'azienda come la Alstom si è ritrovata senza commesse? "Questa è un'azienda che opera a Colleferro da 70 anni. Costruiva treni su rotaie, facevamo tutto, dall'inizio alla fine, chiave in mano. La Alstom è arrivata nel 2000, dopo Fiat Ferroviaria, e ha deciso che saremmo dovuti diventare un sito per eccellenza di manutenzione. Solo nel 2003 eravamo un sito per eccellenza di treni regionali, e nel 2000 un sito di eccellenza per la fabbricazione dei tram. E oggi che ci occupiamo di manutenzione, il lavoro non c'è. Eppure noi abbiamo sempre lavorato bene, qui ci sono maestranze all'avanguardia". Quando è iniziata la crisi?

"Nel 2007: loro ci hanno detto 'se lo Stato italiano ci dà lavoro possiamo lavorare, altrimenti no'. Ora stanno smantellando tutto, e noi ci ritroveremo disoccupati con un'azienda che costruisce treni, e lei sa benissimo che il futuro dell'Italia dovrebbe essere sulle rotaie, Perché la politica permette questo?"

Rosaria Amato

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