Francia - Grève citoyenne

18 / 10 / 2010

Si respira un'altra aria.

Auto in parcheggio o nel garage dopo una domenica passata in fila davanti alle pompe di benzina che chiudono una dopo l'altra. Carburante razionato per i servizi pubblici. Autotrasportatori fermi e mobilitati in blocchi filtranti negli snodi della circolazione stradale in tutto il paese, una specie di 'slow-strike' molto determinato con il sostegno di lavoratori delle tante categorie in sciopero, di cittadini e studenti. Centinai di licei chiusi o bloccati e la tensione che sale dove arriva la polizia. Trasporti e ferrovie continuano con lo sciopero 'dosato' che rallenta la frequenza del servizio senza fermarlo del tutto. Porti, raffinerie e depositi restano bloccati. Gli operai requisiti con la forza da gendarmi e polizia per aprire le vasche e distribuire il carburante agli aeroporti di Roissy e di Orly passano alle vie di fatto e presentano denuncia contro la prefettura per non aver rispettato il diritto di sciopero. Tutti gli aerei che arrivano e partono negli aeroporti francesi vanno comunque a fare il pieno altrove. E i sindacati di Air France annunciano scioperi per mercoledi. Solo gli ospedali, i pompieri e i comuni hanno la possibilità di riempire i serbatoi dei loro mezzi.

A Marsiglia, dove il porto è fermo da tre settimane e decine di navi aspettano di scaricare le merci, i servizi mensa non sono più assicurati da giorni e anche la nettezza urbana non passa, i rifiuti stanno invadendo i quartieri.

Il governo è sordo e vuole apertamente soffocare il conflitto ma non ci riesce, scommette sul calendario accelerato del voto della riforma delle pensioni previsto per mercoledi 20, da tre settimane si augura che la mobilitazione si estingua, ora spera nella scadenza delle vacanze scolastiche che iniziano venerdi prossimo. Ma non per l'università, gli studenti universitari stanno organizzando assemblee e discutendo delle mobilitazioni dei prossimi giorni.

Il tempo gioca a favore della riforma e contro la mobilitazione di milioni di persone, questo è l'unico pensiero che occupa le menti del governo.

Una "cellula di crisi" si è attivata al ministero degli interni nonostante da sabato il primo ministro François Fillon e il ministro degli interni, Brice Hortefeux, si alternino nei media per negare la crisi assicurando che "non c'è penuria di carburante" , intendono intervenire "con tutti mezzi a disposizione per impedire la paralisi del paese e salvare l'economia francese" che lo sciopero e la mobilitazione mettono in ginocchio. Si perché è l'economia reale che si sta desincronizzando da quella finanziaria che invoca il consumo della vita attraverso la riforma delle pensioni.

I sindacati hanno già risposto amplificando e intensificando lo sciopero 'flessibile' giocato sui turni e le azioni mobili, dichiarano che "il gioco del gatto con il topo" continua perché il blocco del paese dipende esclusivamente dal governo che rifiuta ogni discussione, accusa i lavoratori di compromettere la ripresa economica, aggredisce gli studenti e minaccia la popolazione che si mobilita.

L'opposizione si preoccupa dell' "ottusità e della chiusura pericolosa del governo" e lo invita a non aggiungere "l'intolleranza all'incomprensione" nei confronti di chi si oppone alla riforma.

Altri commentatori riprendendono l'idea di tassare i redditi finanziari, lanciata da Sarkozy all'ONU, per far fronte alle necessità economiche da garantire al paese.

Domani sesta giornata di sciopero e di mobilitazione generale in Francia.