Politica, urbanistica, economia, flussi migratori: ecco cosa c'é dietro al "ghetto" di Sassuolo

Il "Ghetto" di Sassuolo

di Daniele Dieci

9 / 10 / 2009

Sassuolo, città dell'Emilia famosa per l'industria di ceramica, ghettizza ed emargina gli immigrati per lo più maghrebini in un quartiere chiamato "Braida". In questo pagina, attraverso un ricerca di storia e geografia sociale si prova a ritrovare le cause profonde di quello che oggi viene additato come essere uno dei quartieri più pericolosi del nord Italia.

Che cos’è il “ghetto” di Braida? Lo studio che voglio presentarvi, dal titolo “Economia, urbanistica, politica, flussi migratori: il “ghetto” di Sassuolo”, risponde in sostanza a questa semplice domanda. Domanda che immagino più di una persona si sia posta negli ultimi anni, ma che non ha mai portato ad una attenta analisi del termine “ghetto”, bellamente abusato dagli organi di informazione e dalla politica. Bene, l’intenzione della ricerca che ho svolto è proprio quella di trovare le radici del fenomeno, seguirle fino alla loro massima profondità per poi risalire in superficie e svolgere alcuni dei nodi tematici incontrati. La creazione di una condizione periferica è sempre il frutto di una interazione tra più fattori, e nel corso di questo lavoro l’obiettivo è esattamente quello di determinare che tipologie di relazioni si creino in queste aree limite tra l’economia ( e quindi l’offerta di lavoro), i flussi migratori e le politiche urbanistiche. Si cerca dunque di costruire un modello teorico-interpretativo, uno schema flessibile di rapporti che possa essere utile anche in altre realtà economiche e sociali dai tratti simili ed equiparabili. Un modello che individua, nel caso sassolese, il saldo rapporto di interdipendenza tra gli aspetti economici ( l’estensione del benessere, l’alta richiesta di forza-lavoro negli anni dopo la crisi del 1973-1992, la recente necessità di abbattere i costi del lavoro da parte delle imprese, la presenza di agenzie interinali e cooperative di lavoro che gestiscono il rapporto tra le risorse umane presenti sul territorio e le esigenze delle aziende), le politiche urbanistiche ( in particolar modo l’arrogante cecità del Piano Regolatore Generale del 1975 che ha dato il via all’inurbamento scellerato del quartiere di Braida), il flusso migratorio e la strumentalizzazione politica del “ghetto” come luogo della paura e dell’insicurezza.

 Il saggio, scaricabile gratuitamente sia seguendo il link http://www.ilsassolino.net/images/stories/spuntini/daniele_dieci_ghetto_sassuolo.pdf, sia visitando danieledieci.tumblr.com, vuole dunque rappresentare un’occasione di approfondimento e di riflessione di una realtà troppo spesso affrontata in modo superficiale e stigmatizzante. E’ parere personale, condiviso anche da diversi accademici, che la materia pulsante della contemporaneità sia proprio la periferia, il luogo della potenzialità e della non-istituzione; è lì che si devono concentrare e che si stanno concentrando le ricerche più recenti.

Uno dei palazzoni 'ghetto