Gli attivisti della Judend Rettet e di #OverTheFortress sono
entrati in azione questa mattina sul Ponte di Rialto, dove hanno aperto uno
striscione con la scritta «BUILD BRIDGES NOT WALLS» per denunciare la
scelta del Consiglio Europeo di sostenere le intercettazioni in acque territoriali
da parte della guardia costiera libica, costruendo di fatto un “muro” nel Mar
Mediterraneo che causerà detenzioni arbitrarie, maltrattamenti, stupri,
torture, sfruttamento e respingimenti forzosi verso i paesi di origine.
Una decina di attivisti dell’associazione Jugend Rettet, impegnati in questi
giorni in un cantiere veneziano per opere di manutenzione alla loro nave da
soccorso, insieme a gli attivisti veneziani di #OverTheFortess, hanno
aperto uno striscione con la scritta “Build Bridges not Walls” sul Ponte di
Rialto, per denunciare come la Dichiarazione di Malta sul Mediterraneo Centrale
del Consiglio Europeo non tenga conto delle drammatiche condizioni di pericolo
che i migranti vivono all’interno del territorio libico e dello stato disumano
in cui versano le persone trattenute nel centro di detenzione.
Dichiara Kai Kaltegartner, il capitano ventisettenne della nave da
soccorso Iuventa: «La Jugend Rettet è
una organizzazione che persegue in modo esclusivo finalità di solidarietà
sociale. E’ stata fondata nel 2015 a Berlino da un gruppo di ragazzi poco più
che ventenni che, attraverso un’iniziativa di Crowdfunding, acquistano una
vecchia nave da pesca, rinominata Iuventa, per salvare i migranti in fuga dalla
disperazione».
Da troppi anni stiamo assistendo a numeri impressionanti di uomini e donne che,
fuggendo da guerre e persecuzioni politiche, perdono la vita durante il
percorso; un vero e proprio bollettino di guerra.
Per l’associazione Jugend Rettet governare questo fenomeno di migrazione di
massa esige una differente visione politica. Questa è una sfida per l’Europa
che avrà conseguenze sulle generazioni future e quindi non possiamo girare la
testa e fare finta di niente; non è solo una questione di coscienza personale.
La Jugend Rettet si appoggia proprio alle giovani generazioni contro
l'indifferenza dell’Unione Europea rispetto al genocidio nel
Mediterraneo.
L’obiettivo della Jugend Rettet non è quindi solo quello di salvare le persone
in mare (l’anno scorso solo la Iuventa ne ha portate in salvo oltre 6000), ma
soprattutto quello di creare una nuova classe di cittadini europei. Attraverso
il coordinamento di piccoli gruppi locali cerca di incidere sulle politiche di
accoglienza dei singoli paesi creando un vero network dell’accoglienza e
solidarietà. A oggi ci sono già 60 Ambasciatori della Jugend Rettet nelle
principali città europee.
Altri muri materiali ed immateriali stanno per essere eretti: sono quelli del
Governo Gentiloni che vuole riaprire un CIE in ogni regione, aumentare i
rimpatri forzati tramite gli accordi bilaterali con i paesi di origine dei
migranti e contrarre ulteriormente il diritto d’asilo togliendo la possibilità
di ricorrere in appello per il richiedente protezione internazionale. Con
queste proposte il Governo italiano si pone nel solco delle politiche europee
che hanno imposto l’"approccio Hotspot" e l’identificazione forzata
dei migranti nel Paese comunitario di ingresso, e che hanno prodotto il
vergognoso accordo UE-Turchia del 18 marzo 2016 con cui si assegna alla
Turchia, in cambio di 6 miliardi di Euro, il ruolo di gendarme d’Europa. Nel
frattempo però si chiudono cinicamente gli occhi di fronte ai morti nel
Mediterraneo: in 13 mesi sono più 5.000 le vittime dell’assenza di canali
umanitari sicuri!
Come campagna #OverTheFortress si ritiene doveroso reagire di fronte alla
violenza dei gesti e delle parole, alla guerra verso i migranti che rende più
aridi i nostri territori.
Non limitiamoci allo sdegno personale ma rendiamo visibile la solidarietà e
quel tessuto sociale ricco di cittadini, associazioni, enti, operatori che
lavorano quotidianamente per l’accoglienza e il rispetto dei diritti.
Per questo, proprio a partire dal Veneto, raccogliamo l’appello internazionale
promosso dall’Hotel City di Plaza di Atene che invita alla mobilitazione in
occasione dell’anniversario dell’accordo UE-Turchia.
Crediamo che domenica 19 marzo possa essere l’occasione per dare corpo e parola
al Veneto che accoglie, come la Marcia dei 1.000 piedi sul Montello ci ha
dimostrato.
Domenica
19 marzo a Venezia: in marcia per l’umanità.
Costruiamo una grande giornata di incontro e di mobilitazione regionale per i
diritti dei migranti e per esigere una buona accoglienza diffusa.
Facciamolo tutti assieme, costruendo assemblee e momenti di confronto aperti e
plurali in tutte le città, percorsi veri e partecipati con le tante persone che
credono sia possibile costruire una società dove l’umanità prevale sulla
barbarie.
Il prossimo grande appuntamento per costruire la Marcia sarà il 2 marzo in Sala
San Leonardo a Venezia.
Campagna #OverTheFortress
Jugend Rettet
La Nave da soccorso dell’associazione umanitaria Jugend Rettet sbarca a Venezia: «Costruiamo Ponti, non Muri»
23 / 2 / 2017